di Nadia Agustoni
Alberto Casiraghy con i suoi aforismi, raccolti nel suo ultimo libro Gli occhi non sanno tacere. Aforismi per vivere meglio Interlinea 2010, sembra voglia instillarci un dubbio su come viviamo. Nella prefazione Sebastiano Vassalli scrive di questi detti: “ Non appartengono al genere sapienziale, non aspirano a insegnarci niente, o quasi niente, e non hanno nemmeno lo scopo di corrodere, con la satira, i luoghi comuni annidati nel nostro cervello e nelle nostre abitudini. Sono aforismi esplorativi: ragionamenti che si protendono nella realtà in cui viviamo come le antenne delle chiocciole, e che ci aiutano a vedere in quella realtà qualche significato nascosto.” (1) Dissento solo sul “significato nascosto”, perché nella bellezza di questi piccoli aforismi c’è tutta la profondità di cose che ci appartengono e non sono nascoste, ma piuttosto le rimuoviamo per comodità.
“L’altruismo è un’occasione stupenda per essere felici”, ed è l’aprirsi degli occhi sul medio egoismo che ogni giorno uccide l’amicizia o rende difficile recarsi al lavoro o parlare coi propri congiunti, tanto più che poco dopo leggiamo “Sono felice perché riesco ad ascoltare senza ragioni”. In due brevissime frasi, che potremmo anche rifiutarci di ascoltare per svariati motivi, c’è un intero Vangelo. E se all’apparenza l’aforisma: “ Nelle piccole ferite c’è sempre qualche sogno di santità”, sembra smentirmi, è perché può sfuggire l’ombra che l’io proietta in ogni sofferenza. Non parliamo del grande dolore, dei grandi lutti, ma di sofferenze quotidiane, fin troppo scandagliate in cerca di colpe vere o presunte, mentre ci è nascosto proprio ciò che alimenta la sofferenza stessa ed è, a filo doppio, legato a un narcisismo esistenziale – intellettuale. Purtroppo sembriamo evitare la consapevolezza che questo non ci prepara ad affrontare le prove profonde e la verità della nostra fondamentale solitudine nella vita. Toccare questo punto significa comprendere il dolore degli altri.
L’autore, scrivendo forse da un’isola felice, ci dice a un certo punto che: “Chi sa ascoltare non avrà mai paura”, e tocca nel vivo questo tempo dissestato dove c’è una sorta di gara di parole e dove ognuno sembra tenere conto soltanto di quello che ha da dire. Un tempo ispirato da piccoli “dei” o forse “demoni” che creano confusione perché superficialmente mettono in discussione tutto, meno certe ovvietà, che non sono pensiero, piuttosto invidia e rancore.
Nessun moralismo fa ombra agli aforismi di Alberto Casiraghy (la y è per evitare omonimie) e forse l’apparente leggerezza con cui ci viene incontro è dovuta anche al suo percorso di vita che Vassalli ci racconta in poche, dense, pagine. Nato a Osnago, in Brianza, Casiraghy ha lavorato a lungo come tipografo alla Same di Milano, dove si stampavano molti dei grandi quotidiani. Dall’85 si ritira a Osnago e da lì comincia la sua avventura di piccolo editore con Pulcinoelefante. I tre incontri determinati per queste edizioni e per il loro fondatore sono con Alda Merini, Vanni Scheiwiller e con la rassegna annuale dei piccoli editori “Parole nel tempo” che si tiene al Castello di Belgioioso in provincia di Pavia. Merini pubblicherà con Pulcinoelefante oltre mille libretti, Scheiwiller metterà in contatto Casiraghy con i poeti americani della beat generation e la fiera di Belgioioso permette a un pubblico vasto e curioso di conoscere realtà significative della letteratura che si pubblica in Italia. All’incontro di quest’anno Alberto Casiraghy – presentato da Piero Marelli e Adamo Calabrese – ha portato i suoi nuovi aforismi. Al piacere dell’ascolto “senza ragioni” si è unita la sorpresa dell’incontro con una persona che non ha compiacimenti di frasario, ma molta umanità e un ghiribizzo simpatico, da patafisico: un cuore rosso, grande come una farfalla, appuntato di sghembo sul maglione. I suoi aforismi lo accompagnano nel grande viaggio di ogni giorno.