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Album di famiglia – Homo sapiens

Creato il 05 novembre 2013 da Queenseptienna @queenseptienna

Finalmente è arrivato il momento di occuparsi del più giovane componente della grande famiglia dei Primati (ho detto famiglia, ma in realtà non dimentichiamo che tassonomicamente è un Ordine!): l’Homo sapies, ossia la nostra specie!

Album di famiglia – Homo sapiens

L’immagine non è scelta a caso ma serve a dimostrare quella che è la più straordinaria capacità della nostra specie, quella che ci rende unici: inventare cosa che in natura non esistono, cosa che ci consente di compiere imprese impossibili per qualunque altra specie conosciuta. Nel caso della foto, l’Homo sapiens è l’unica specie terrestre che è stata capace di costruire strumenti che le hanno consentito di lasciare il proprio pianeta e di sbarcare su un altro mondo, ossia la Luna.

La nostra specie è una di quelle meno conosciute dalla gente, infatti sono molto più conosciute presso i non addetti ai lavori specie come leoni o elefanti che l’Homo sapiens. Ciò può sembrare paradossale ma in realtà ha senso: i documentari naturalistici parlano spesso delle stesse specie, quasi sempre animali, e non trattano quasi mai (se non in casi rari) di moltissimi altri organismi che sono altrettanto interessanti se non di più. Probabilmente è anche radicata l’idea che la nostra specie sia meno interessante perché dovremmo conoscerla, ma la realtà è ben diversa: senza nulla togliere alle a tutti gli altri organismi esistenti, la nostra specie è indubbiamente una delle più interessanti e, forse, una delle più straordinarie.

L’Homo sapiens è comparso in Africa circa centoventimila anni fa e i reperti fossili più antichi sono stati rinvenuti in Etiopia e in Sud Africa.

È molto probabile che il nostro antenato più prossimo sia l’Homo rhodensiensis:

Album di famiglia – Homo sapiens

Che come possiamo vedere ha dei caratteri ancora piuttosto primitivi, infatti h una fronte sfuggente e un marcato toro sopraorbitario che, tuttavia, inizia a dividersi in due arcate sopracciliari distinte come quelle tipiche del sapiens. I paleoantropologi sono abbastanza certi della stretta parentela fra noi e il rhodesiensis grazie al ritrovamento di fossili caratterizzati dalla morfologia intermedia fra le due specie, che suggeriscono un’evoluzione graduale.

A sua volta il rhodesiensis si è evoluto dall’Homo ergaster (di cui abbiamo già parlato) e non ha assoltamente nessun legame con l’Homo erectus asiatico che, invece, ha originato la linea evolutiva euroasiatica che ha portato all’Homo neanderthalensis. Tanto per cambiare, quindi, ciò che si insegna a scuola riguardo l’evoluzione della specie umana è del tutto sballato e indietro di vari decenni rispetto alla vera paleonatropologia.

Inoltre si deve considerare anche un altro fatto importante: l’Homo sapiens è quasi del tutto privo di pelo, con un efficiente sistema di dissipazione del calore attraverso la sudorazione, quindi si deve essere evoluto in un clima caldo e secco.

L’adattamento al clima caldo è l’ascendenza fossile indicano senza ombra di dubbio che il sapiens è di origini africane, probabilmente originario della parte centrale e meridionale del continente.
Molto probabilmente i primi esemplari della nostra specie vivevano in modo simile agli odierni Boscimani, un popolo africano che vive nel deserto del Kalahari fra Sud Africa, Namibia e Botswana:

Album di famiglia – Homo sapiens

È probabile che l’ambiente non troppo facile sia stato uno dei motivi che hanno spinto i nostri antenati a lasciare l’Africa circa centomila anni fa, dando origine alla grande migrazione nota come Out of Africa II, che ha portato il sapiens, col tempo, a colonizzare tutto il mondo.
Circa quarantamila anni fa giunsero i primi esemplari in Europa dove incontrarono i neanderthaliani, mentre nel continente americano giunsero solo quindicimila anni fa circa attraversando a piedi lo stretto di Bering congelato. Ecco uno schema della grande migrazione completo di date approssimative calcolate in Ka (ossia migliaia di anni fa):

Album di famiglia – Homo sapiens

Possiamo dire che il resto è la storia che tutti noi abbiamo studiato a scuola e che dovremmo ben conoscere.

Ma qual è il motivo del così grande successo che la nostra specie ha avuto?

Il motivo dell’incredibile successo della nostra specie è la sua intelligenza, direttamente derivata dall’abilità manuale, che le ha consentito di specializzarsi nel non essere specializzata e quindi nell’avere un’estrema adattabilità. Vediamo di spiegarci meglio.

La mano umana è pressoché identica dall’Homo habilis, quindi è invariata da milioni di anni. Ciò che è cambiato è stato il cervello che, fra Homo habilis e Homo sapiens, è cresciuto in dimensioni e complessità fino a rendere possibile ciò che chiamiamo intelligenza. Con l’intelligenza è arrivata la capacità di astrarre e ragionare, che ci permette di indagare il mondo intorno a noi, di comprenderlo e di modificarlo per raggiungere uno scopo. Per esempio, solo grazie alla capacità di inventare nuove soluzioni una specie tipica dei climi caldi come la nostra è riuscita a sopravvivere con successo nell’Artide.
Questo è il significato di “specializzata nel non specializzarsi”: la nostra specie, grazie all’intelligenza, può inventare un modo per sopravvivere in qualunque ambiente senza doversi evolvere specializzandosi, come invece fanno tutte le altre specie esistenti.
Il non specializzarsi è particolamente vantaggioso anche nell’alimentazione, infatti non avendo particolari esigenze alimentari (e potendo attingere a ogni fonte di nutrienti, animale, vegetale o fungina) l’Homo sapiens può colonizzare un nuovo territorio e trovare cibo con cui sostentarsi.

La capacità di astrarre che nominavo prima, unica al mondo, è ciò che permette alla nostra specie di ragionare su concetti astratti e che ha dato origine alla matematica e a tutte le altre Scienze, alle Arti, alla Filosofia e a tutto il resto.
Ma tutto questo non sarebbe stato possibile senza un’altra capacità in cui la nostra specie eccelle, sebbene sia tipica di tutti i Primati e non solo: la comunicazione. La capacità di comunciare fra di noi è essenziale nell’Homo sapiens, per qualunque attività possibile e immaginabile, è talmente fondamentale per noi che comunichiamo di continuo senza nemmeno accorgercene. E la comunicazione non è relegata solo alle parole orali o scritte, infatti abbiamo creato anche molti altri linguaggi differenti: quello matematico, quello musicale, i vari linguaggi artificiali con cui si programmano i computer, ecc.

Finisco qui, perché per parlare adeguatamente della nostra specie servirebbe un’intera biblioteca e rischio di compilare un articolo senza fine che sfiancherebbe anche il lettore più affezionato.
Spero di essere riuscito a mostrare come l’Homo sapiens sia una specie davvero straordinaria ma spesso sottovalutata.

Purtroppo la serie alla scoperta dei Primati finisce qui, ma non temete: sto preparando altre cose interessanti e vi prometto che la smetterò di parlare di scimmie!


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