un po’ di chimica, “Il tempo dei Romani”: Un vago ricordo riaffiora dagli anni del ginnasio, quando, in classe, si leggeva un epigramma di Marziale e quell’arguto racconto di come si svolgesse una una giornata a Roma, faceva pensare a uno stile di vita in cui lo scorrere del tempo non avesse nulla di ossessivo, ma semplicemente accompagnasse le attività lavorative e ludiche condotte senza frenesia alcuna.
Sempre Un Po’ A Disagio, “La vita“: Irrigidito ho pensato a me che ritorno a lavorare in un centro commerciale, a me che ancora chiudo un negozio alle nove di sera e che ancora abbasso saracinesche e guardo che tutto sia a posto e che ancora, come già ho fatto per tanti anni, percorro un lungo corridoio e esco e vedo la sera tra i lampioni, commessi in fuga con la loro sigaretta e nebbia. “No, basta buio e basta nebbia”, ho detto ancora a bassa voce.
Rivista Studio, “Che cos’è il black MIDI”: Chiunque abbia cantato a un karaoke o ascoltato un cantante da piano bar conosce la cruda realtà della musica MIDI (Musical Instrument Digital Interface), un formato musicale digitale nato nel 1983. Forse avete anche sentito qualche parodia “MIDI” di pezzi iconici e famosi, e ne avete riso. Ma il formato ha la particolarità di poter melodie anche molto complessi, non avendo i limiti tecnici tipici e corporali umani. È una macchina: basta programmarla e lei esegue.
Miss Fletcher, “Per le strade della vecchia Portoria”: Alcune di queste strade non le abbiamo mai vedute, tutto è mutato in quel quartiere e sebbene la moderna Piccapietra sia un quartiere elegante e gradevole io vorrei poter camminare ancora per quelle antiche strade.
Pendolante, “Uomo sui binari”: Uno di loro si infila i guanti, l’altro si attacca al cellulare. Entrambi guardano nella direzione da cui provengono i treni. Tutta la stazione guarda in quella direzione. Mi avvicino dal binario opposto. Un capannello di persone si è formato sul ciglio del marciapiede. I minuti passano lenti e i due poliziotti non spostano il tizio dalle rotaie, insistono nella loro immobilità.
Lo Sgargabonzi, “Le 20 persone che non vorresti MAI incontrare al supermercato”: La classica persona coi pacchettini di plastica con all’interno il prosciutto cotto appoggiati addosso alle mani.
Latex and Lollipops, “La ricetta della Coca Cola”: Non siamo di certo più fighe, noi donne, quando ci impantaniamo in un farfallario. Evviva le pesantone, le stressanti, le opprimenti, le maniache del controllo, le paranoiche, le ossessivo-compulsive. Evviva loro, che conoscono la ricetta della Coca Cola, che hanno capito davvero come funzionano le cose. E le cose funzionano male, quindi meglio esser guardinghe.
LaFenêtre, “Un’estate”: Lavoravo, come tutte le estati, in piscina come istruttrice di nuoto. L’ho fatto per dieci anni. Credo sia il lavoro più bello che esista, all’aperto, sotto il sole, in costume, coi bambini. Quell’anno mi pagavano parecchio, ed eravamo una bella squadra. Così, dalle 9 all’una, e a volte anche il pomeriggio, stavo in acqua, coi bimbi. Ma la cosa che mi interessa raccontare era il pomeriggio.
Chi ha paura di Virginia Woolf, “Chissà dove sei”: Il nostro parlare era iniziato con un tuo mal di denti, due sconosciute buttate in una stanza dove occupavamo ognuna il posto letto che avevamo affittato.
Giap, “La catastrofe comunicativa dei #Guerrieri Enel (Viva a sociedade alternativa!)”: Enel è un inserzionista tra i più potenti, ed è anche sponsor di grandi eventi organizzati da importanti giornali italiani. In più, ci sono proprietari di giornali che sono in affari con Enel. Ciò potrebbe spiegare il trasversale silenzio-stampa su quest’azione di massa dal basso.