In tema di gravidanza a rischio, sono molti i progressi fatti dalla medicina negli ultimi anni. Proponiamo alcuni consigli per vivere al meglio questo momento delicato.
I principali elementi che portano alla diagnosi di gravidanza a rischio sono legati a questioni di salute della donna in dolce attesa, ad alcuni suoi comportamenti quotidiani sbagliati o anche a uno stile di vita troppo stressante. I medici distinguono differenti livelli di rischio e, in taluni casi, possono prescrivere alla futura mamma la maternità anticipata. Negli ultimi anni, grazie ai progressi della medicina, i casi in cui la gravidanza è a lieto fine sono cresciuti in modo piuttosto rilevante.
Nel caso di una diagnosi di gravidanza a rischio non bisogna lasciarsi sopraffare dalla preoccupazione: è importante prendersi cura di sé, evitare sforzi fisici e sbalzi emotivi, senza dimenticare di sottoporsi a visite e controlli molto di frequente. I diversi livelli di rischio sono tre:
Medio. Viene diagnosticato quando la futura mamma ha meno di 17 anni o più di 35 oppure se vengono riscontrate anomalie pelviche o cardiopatie oppure se appartiene al gruppo sanguigno Rh negativo. Anche le donne che fumano hanno rischio medio.
Alto. I medici riscontrano rischio alto se la futura mamma ha una grave forma di anemia, contrae infezioni, come la toxoplasmosi, la rosolia, o l’herpes genitale, oppure se sviluppa diabete gestionale e la preeclampsia. Un altro caso abbastanza comune è quello del parto gemellare (è molto probabile che i bimbi siano prematuri. Sono rilevanti anche problemi passati della donna come gli aborti spontanei in gravidanze precedenti.
Altissimo. Rientrano nel rischio altissimo i casi di cardiopatia grave, malformazione del feto, incontinenza cervicale uterina, preeclampsia, placenta previa o possibilità di parto prematuro. Spesso si raccomanda il ricovero per tutti i mesi della gravidanza.
Fonte: “Style”