Tangenziale dell’ovest
Tangenziale dell’ovest,
scendi dai tuoi vertici profondi,
squarta questi ponti di rovina,
allunga il passo e rimuovi
le antiche macerie della Porta,
sicché si tendano gli ampi valloni
e la campagna si schiuda.
Tangenziale dell’ovest,
queste acque amare debbono morire,
non vi veleggia alcuno, né lontano
senti il rimbombo del risanamento,
butta questi ponti di squarcio
dove pittori isolati
muoiono un mutamento;
qui la nuda ringhiera che ti afferra
è una parabola d’oriente
accecata dal masochismo,
qui non pullula alcuna scienza,
ma muore tutto putrefatto conciso
con una lama di crimine azzurro
con un bisturi folle
che fa di questi paraggi
la continuazione dell’ovest,
dove germina Villa Fiorita.
(Alda Merini, “Tangenziale dell’ovest” da Testamento, Crocetti Editore 1988)
Nota:
Per i lettori segnalo questo articolo di Repubblica.
E il sito di Alda Merini.