Alemanno, la vera calamità di Roma

Creato il 20 ottobre 2011 da Animabella

L’anziano che è morto stamattina a Roma non è vittima del maltempo. Un temporale non uccide chi sta tranquillo nella sua casa, se questa è una vera casa. E un seminterrato non è una vera casa. I seminterrati sono fatti per essere cantine e garage e, se si allagano, pazienza.
In un paese civile i seminterrati non sono fatti per essere abitati perché sono appunto sotto terra, non c’è luce, si possono allagare, non garantiscono i minimi standard di vivibilità e sicurezza che ogni cittadino dovrebbe avere. E invece i seminterrati romani pullulano di vita. Passeggiando per i marciapiedi si vedono luci accese, si sentono suoni familiari, si avvertono gli odori della cucina provenire dai seminterrati. Odori spesso esotici, perché di frequente i seminterrati sono le case degli ultimi, degli stranieri. Pudiche tendine tentano di creare un minimo di riservatezza, appese a feritoie che non possono essere tenute aperte perché sennò, al posto dell’aria fresca, ti entra in casa il putridume dei marciapiedi romani.
Una città che spinge i suoi abitanti più deboli – anziani, stranieri, poveri – nelle sue cantine è una città ostile, una città in cui vale solo la legge del più forte, in cui ciascuno è lasciato da solo.
Una città che non riesce a far fronte a un temporale, le cui fognature si allagano per qualche goccia d’acqua in più, la cui viabilità si paralizza  perché le stazioni – persino la nuovissima stazione Tiburtina – si allagano, è una città vecchia, è una città corrotta.
Una città che vieta alla gente di manifestare è una città impaurita, una città antidemocratica.
Una città fallita.
Il sindaco Alemanno ha chiesto lo stato di calamità. Ma la vera calamità di Roma è lui.


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