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Alemanno, roba da dragospia

Creato il 15 gennaio 2012 da Albertocapece

Alemanno, roba da dragospiaRosella Roselli peril Simplicissimus

L’anno del drago è cominciato a Roma ieri, con una festa a tema a piazza del Popolo. Si proprio la piazza che fu interdetta alla Fiom all’indomani degli scontri del 15 ottobre 2011, che costarono alla città anche il divieto, per un mese, di riunirsi nelle piazze storiche del sindacato. Sono passati tre mesi, quindi tutto a posto. L’ordinanza di Alemanno è ormai superata, la città ha altre priorità, stretta nella morsa dell’ondata di criminalità che la sta travolgendo e delle sue troppe carenze, ormai incancrenite. E forse è stata una forma di risarcimento alla comunità cinese, scossa per il tremendo omicidio di una bimba di nove mesi e di suo padre, la concessione per la festa del capodanno cinese proprio di piazza del Popolo. Così come dev’essere stata una forma di ringraziamento al popolo dei tassisti, che manifestavano contro la liberalizzazione delle licenze ventilata dal governo Monti, l’indulgenza con la quale il nostro sindaco ha deciso di affrontare il blocco del traffico messo in atto nei giorni scorsi dalle auto pubbliche nel pieno centro di Roma. Ancora una volta il sindaco Alemanno è riuscito a scontentare -quasi- tutti, persino dopo le nuove proroghe per il mantenimento sul suolo comunale degli orrendi dehors incellofanati del centro e l’assenso ad intitolare ad Almirante una via cittadina.

In una città come Roma, abitata da mille anime, certo non è difficile far torto a qualcuno. Ma abbiamo la fortuna di avere un sindaco che ce la mette tutta. Dimenticando -anche- di far accendere i lampioni recentemente acquistati (l’evento è stato comunicato alla città con l’ostensione di un gran numero di manifesti abusivi!) lasciando al buio interi quartieri e di attuare gli interventi necessari ad evitare un altro collasso alla città prima della prossima pioggia, depotenziando i servizi sociali essenziali alla sopravvivenza di gran parte della cittadinanza e ignorando l’eterna emergenza della casa a Roma, dove sono pendenti oltre centomila sfratti esecutivi.

Come dicevo per il nostro sindaco la città di Roma ha altre priorità e il suo operato evidentemente risponde ad altre logiche. Fra le quali senz’altro rientra l’oscuramento delle giuste proteste sindacali, civili e popolari e delle tante voci di protesta che si levano e si leveranno ancora alte nella nostra città nonostante il frastuono dei fuochi artificiali di un capodanno di riparazione.


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