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Alessandra Paganardi, Altri occhi

Da Fabry2010

Alessandra Paganardi, Altri occhiNon dire mai: sei bello
a un volto, un verso, un canto.

Fermalo nel tuo sguardo. Arriva il tempo
rosicchia ciò che deve – tu non sai
della verde sua fame.

Non dire mai che soffri, che qualcuno ti mancherà per sempre

Solstizio

Non lo diresti, ma l’inverno è stanco
di freddo. Proprio adesso che le ombre
sono tappeti lunghi sull’asfalto
già si smagliano scampoli ribelli
a gettare coriandoli di luce.

C’è una ruvida forza di maschio
in quel piccolo seno adolescente
sbocciato appena ieri come un fiore.

Una candida pace di lattante
scende sul volto del vecchio che muore.

Noi socchiudiamo gli occhi
a un altro bacio che ci tradirà.

*

Quarto piano

Il tuo uomo ti sorride
dal comodino – uno sfondo di mare

ti parlerebbe ancora come sei
- soltanto voce d’occhi -
pianterebbe una tenda nel bosco
per fermare le foglie d’ottobre
l’esatta misteriosa geometria
del loro salutarsi una su una

al ramo spogliato porteremo
un’attesa gentile
di pazienza e silenzio
lo chiameremo solamente inverno
non sarà più dolore.

*

Fiori veri

Erano fiori veri
su quel palo che al posto di una croce
ha il segnale di rimozione forzata
per poterlo vedere da lontano

erano rose di tanti colori
quelle che la ragazza preferiva
anche perché era maggio
e tutti i giorni il padre le cambiava
nel santuario paziente senza voti
a quell’ incrocio per non dimenticare

adesso sono fiori senza stirpe
di stoffa e seta che non avvizziisce
sotto la pioggia e il sole -
bottiglie che beccheggiano nel porto.

*

Non dire

Non dire mai: sei bello
a un volto, un verso, un canto.
Fermalo nel tuo sguardo. Arriva il tempo
rosicchia ciò che deve – tu non sai
della verde sua fame.

Non dire mai che soffri
che qualcuno ti mancherà per sempre.
Nessuno sappia, nessuno sorprenda
la fatale felicità che torna
cieca come d’agosto un temporale.

*

Altri occhi

Non guardarmi con gli occhi dell’amore.

Sono verdi di giada invidiosa
spago che sa di essere più breve
della vita e s’attorce nel vuoto
di una nervosa eternità.

Guarda tutto con gli occhi del tempo
il gemello che ha sempre i nostri anni
il custode discreto della cella
che sa il prezzo e la pena
spinge i fiumi nel mare senza fretta
e un giorno infine ci aprirà la porta
per dire: adesso è l’ora.



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