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Alessandria, Capodanno di sangue

Creato il 03 gennaio 2011 da Dragor

EEEEEEEEEEEEEEEEE201111563338734_20-400x296   NEL MIO POST “Nigeria, Natale di sangue”   ho scritto:  Interrogato sulla sua attitudine nei confronti degli assassini musulmani, il portavoce della più alta autorità islamica, l’università di Al-Azhar al Cairo, si è elegantemente tolto d’impaccio dicendo che la cosa riguarda soltanto la loro coscienza. E non aveva scelta, perché nessuna autorità islamica può disattendere l’ordine di Muhammad nel Corano, sura al-Tawba verso 5.

  COME VOLEVASI DIMOSTRARE. Ancora una volta Journal Intime ha detto ieri quello che è accaduto oggi. ll grande imam di Al-Azhar, sceicco Ahmed El Tyeb, una delle massime autorità dell’islam, a proposito del discorso del papa sulla necessità di difendere i cristiani dopo i 21 ammazzati in una chiesa di Alessandria d’Egitto, non ha saputo dire altro che: “Questa è un’intromissione inaccettabile negli affari interni dell’Egitto. Perché il papa non parla piuttosto dei musulmani ammazzati dai cristiani?»

   VERO, VERISSIMO. I cristiani sono andati in Palestina con il preciso scopo di ammazzare più musulmani che potevano. Portavano sul petto una croce e uccidevano in nome di questo simbolo che qualche anima pia si ostina ancora a considerare di pace. Ne hanno ammazzati molti di più dei 21 morti cristiani di Alessandria. Si parla di centinaia di migliaia, forse di milioni. Lo scopo ufficiale era quello di “liberare” il Santo Sepolcro a Gerusalemme, vale a dire uno scopo religioso. Ma questa lodevole missione ne nascondeva una commerciale: aprire verso l’Oriente una via che non obbligasse a circumnavigare l’Africa. Dall’Oriente arrivavano seta e spezie. Se la via era più breve, i prezzi sarebbero diminuiti e per questo bisognava togliere di mezzo i musulmani che ostruivano il cammino. Più o meno come si disbosca una foresta con i machete e i bulldozer per costruire un’autostrada.

   MA QUESTA NON E' una buona ragione per approvare le stragi di cristiani. Come dice il proverbio, due torti non fanno una ragione. Qualcuno osserverà che dietro il massacro dei copti non si sono soltanto motivi religiosi ma anche politici. Certo, per l’islam è normale, perché questa dottrina non fa nessuna distinzione fra religione e politica. Per un vero musulmano l’unico governo possibile è la charia, la legge religiosa. Dove non c’è la charia, bisogna imporla con le buone o con le cattive. Tutto qui.

   GLI SCRITTORI DI LIBRI SACRI dovrebbero mettersi in testa che in una religione le parole sono pietre. Così dovrebbero evitare quelle che anche lontanamente esortano all’odio e alla violenza. Dovrebbero evitare ogni equivoco, ogni ambiguità, ogni doppio senso. Invece i testi delle 3 religioni monoteiste sono imbottiti di terribili esortazioni alla violenza che costringono i teologi a fare i salti mortali per rendere presentabile quella che in origine era la morale dei popoli del deserto: gelosa, vendicativa, brutale, assolutista e ossessiva. Ma qualche fedele s’infischia dei teologi e non ha tutti i torti, perché gli ordini sono chiari e inequivocabili. Il suo testo gli ordina “uccidili ovunque siano” e lui li uccide. Il suo testo gli ordina “schiaccia il serpente” e lui lo schiaccia. Certo, spesso gli ordini sono strumentalizzati per coprire interessi particolari. Ma se non ci fosse la religione a tacitare gli scrupoli, forse la coscienza si ribellerebbe.

  Dragor


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