Vi raccontiamo tramite un’altra intervista il mondo professionale dei campioni del pattinaggio a rotelle, persone che come Alessandro Amadesi spendono tempo e denaro come tanti altri campioni OLIMPICI, atleti professionisti, che ogni anno la forza della passione li porta avanti.
Alessandro Amadesi è pluri campione del mondo pattina sia in coppia artistico che in singolo. Ci racconterà in questa intervista una parte di vita che da quel che traspare pare quella con più sogni, idee e speranze. Dallo spirito determinato e simpatico Alessandro ci affascina non solo sui pattini ma anche con le parole.
Buona lettura!
Alessandro fuori e dentro la pista, raccontaci di te, dove sei nato?
Sono nato il 25 luglio del 94 a Bologna, attualmente vivo a Loiano un paese in provincia di Bologna a circa 30 km;
Nella vita oltre che pattinare, mi piace stare con gli amici, andare a ballare, giocare a calcetto, e fare sempre qualcosa di nuovo, magari anche solo fare due chiacchere ; quando lo sport si fa stressante chi meglio di un estraneo al tuo mondo può distrarti?
Già campionissimo, quando e come mai hai iniziato a pattinare?
Ho iniziato a pattinare quando avevo circa sei anni in una società di Bologna, la Polispostiva Pontevecchio guidata dall’allenatrice della nazionale Mariarita Zenobi, a cui solo sempre rimasto fedele, la passione è nata grazie a mia sorella Giulia con tre anni in più di me, che già pattinatrice mi ha avvicinato sempre più a questo sport, o meglio dire a questo “mondo”.
Vita da campione, hai allenamenti particolari come ti prepari? Sei simpaticissimo, hai gesti scaramantici per affrontare le gare?
Mi alleno tutti i giorni, tenendomi due mezze giornate attaccate ogni due settimane per i miei “svaghi”( es. Sabato mattina allenamento il resto della giornata libera fino alla sera della domenica dove mi rialleno) dove mi alleno e con chi l’ho già citato, ma specifico: Pol. Pontevecchio (Bologna) con l’allenatrice Mariarita Zenobi e la collaborazione nella specialità del singolo con Michele Terruzzi.
La mia giornata tipica sotto gara è ripetitiva, i campionati più importanti quali Italiani ed eventuali Europei e/o Mondiali, praticando due discipline spesso si svolgono in tre o quattro giornate; per scaramanzia ed abitudine la mia giornata sotto gara è cercare di fare le stesse cose del primo giorno di gara,(dai si sa ogni atleta ha le sue fisse, pensa che mi allaccio sempre per primo il pattino destro, ma tralasciamo i dettagli).
Hai già affrontato i campionati mondiali arrivando alla medaglia d’oro, che emozioni si prova ad arrivare cosi in alto?
La parola mondiale per me ha un effetto forse un po’ diverso da quello che si può presumere, la parola mondiale per me è come l’asso di briscola, speri sempre che ti capiti, e se hai la fortuna di poterlo usare, cerchi di usarlo al meglio; non vorrei dare per scontato però che è una cosa bellissima partecipare ad un mondiale, è la gara a cui un pattinatore ad alti livelli aspira per tutto l’anno; descrivere a parole l’emozione di un mondiale vuole dire razionalizzarla, ovvero renderla comprensibile, e ti assicuro che non si può comprendere l’emozione, è un qualcosa di troppo soggettivo, anche se auguro a chiunque di poter portare con se, nel proprio bagaglio della vita, un’emozione simile..
Un uomo solitamente fa fatica ad entrare nella parte artistica del nostro sport, cosa ne pensi?
Nella creazione di un programma di gara la parte artistica è fondamentale, non si parla di pattinaggio, si tratta di pattinaggio artistico, per quanto mi riguarda la parte coreografica viene curata da un coreografo, di cui ho piena fiducia.( che vorrei citare per la coppia: Sandro Guerra, mentre per il singolo: Michele Terruzzi).
I miei coreografi mi conoscono bene e sanno esprimere al meglio su un apposita musica e con i dei passi di loro creazione, le mie potenzialità; per questo è importante fidarsi molto del coreografo che può farti sentire a tuo agio come può chiedere di cimentarti in qualcosa di nuovo.
Hai visto che altri ragazzi di coppia artistico e singolo son passati al ghiaccio con buone prestazioni, hai mai pensato al passaggio sulle lame? Hai inmente un percorso particolare nel tuo futuro?
Si ho pensato di passare al ghiaccio diverse volte, in realtà ci sono andato molto vicino, ho pattinato sul ghiaccio per un buon periodo, ma forse la paura di non andare e la forte passione per le rotelle che ho coltivato negli anni, mi hanno fermato, e mi hanno convinto a finire ciò che ho iniziato; poi un giorno chissà.. Il mio futuro in pista e fuori non lo conosco, non riesco a vedere ancora molto in la, lo scopriremo solo vivendo no ?! Diciamo che mi sono dato dei piccoli traguardi giusto per non farmi trasportare dalla corrente, ecco, ad ogni modo spero di poter trasmettere la mia passione a qualcuno che ne abbia la stoffa giusta.
Hai idoli, riferimenti nel mondo del pattinaggio? Hai tanta pressione e stress sotto gara e una routine annuale da vero professionista, cosa ti manda avanti?
Non ho idoli nel pattinaggio e nemmeno nella vita, ammiro molti campioni quali Luca Dalisera e Roberto Riva; credo però che lo sport vada di pari in passo alla vita, ovvero che non ci sono limiti e che se qualcosa la vuoi devi fare di tutto per ottenerla, e che se c’è una vetta tu puoi riuscire ad andare ancora più in alto; ho però un riferimento nel pattinaggio: i miei genitori che mi sostengono nel bene e nel male, ed una ragazza senza la quale forse non sarei qui, per la quale ho molto rispetto e stima, grazie alla quali ho avuto la forza di mettermi in gioco al 100% per riuscire in quello che credo!
Il pattinaggio è uno sport dove per eccellere bisogna avere un grosso talento, saperlo coltivare nel tempo, e una grande testa, senza la testa in questo sport viene difficile controllare le emozioni, sapersi fare venire la giusta adrenalina nel momento opportuno e combattere lo stress di tutti i giorni…
Appari molto sicuro di te, le tue parole hanno carisma, hai testa, quanto è fondamentale per te prepararti mentalmente, trovi difficoltà?
Lo sappiamo tutti che per la vita non si è mai abbastanza preparati, che la vita prima ti mette alla prova e dopo ti insegna la lezione, ma lo sport aiuta veramente ad affrontare i problemi nel migliore dei modi, a sapersi gestire, ad avere a che fare con molte persone piacevoli e spiacevoli che siano.
Chi eccelle nello sport ha sicuramente una marcia in più per correre nella strada della vita, ma non vorrei discriminare chi comunque ha dato cuore ed anima per questa passione senza eccellere, che ad ogni modo ha potuto conoscere molti più aspetti della vita di chiunque altro!
Abbiamo parlato di ghiaccio e del tuo futuro, invece, che futuro vedi o pensi del pattinaggio a rotelle?
Se potessi fare qualcosa per aiutare il pattinaggio a rotelle ad essere olimpionico lo farei, ma purtroppo ci vorrebbe un supporto maggiore da chi di competenza.
Più propaganda per incentivare i giovani ad avvicinarsi a qualcosa di nuovo, e degli investimenti per migliorare le condizioni degli impianti e per rendere lo sport più ricco e quindi stimolare le famiglie dei piccoli atleti ad investire più tempo e soldi per uno sport che magari può fruttare qualcosina.
Ho molte idee per cercare di aiutare questo sport ma ci vorrebbe più di un’intervista per raccontarle!