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Alessandro Biagini

Creato il 11 novembre 2015 da Destinazione Libri @destinazionelib

le storie di simalOggi Vi presentiamo Alessandro Biagini, uno scrittore dalle molteplici sfaccettature. Scrive, per amore della scrittura, per evadere da un mondo che forse gli va un po’ stretto. Scrive temi diversi qualche volta per esorcizzare quello che a lui non piace, qualche volta per vivere in un mondo che lui si crea.  A noi è piaciuto subito, oggi è con noi, tra le nostre pagine.

Ciao Alessandro , prima di tutto grazie per essere nelle pagine di Destinazione Libri, rompiamo il ghiaccio, raccontaci qualche cosa di te.

Grazie a voi per la possibilità che mi date. Facciamo finta di essere di fronte ad un buon caffè, mi sento più a mio agio. A parte gli scherzi. Non è facile descrivermi come persona. Nel senso che se dovessi specchiare il mio carattere mi troverei di fronte a qualcosa di spigoloso, a tratti addirittura deforme. Questo a causa dei continui cambi d’abito a cui siamo quasi tutti sottoposti da un po’ di tempo a questa parte. Forse per questo scrivo libri, o almeno ci provo. Quando ho iniziato parecchio tempo fa, ho seguito l’istinto di una passione innata che mi trascino dietro dalla scuola. Oggi posso dire che è divenuta quasi una malattia a cui non riesco a rinunciare. Scrivere completa le mie azioni giornaliere.

 Di cosa parlano i tuoi libri?

Non ho un genere preferito. Ho cominciato con romanzi autobiografici, poi un bel giorno mi sono trovato ad affrontare una sfida personale. Ho cercato di capire cosa ci fosse al di là dello steccato e mi sono cimentato nel thriller metropolitano (come mi piace definirlo) Il ladro di zucchero. Per la prima volta mi sono affidato ad una casa editrice, ma poi ho capito che dovevo continuare sulla strada dell’autopubblicazione. Scusate mi scappa un colpo di tosse. Nel frattempo per disintossicarmi da certe vicende “contrattuali” ho pubblicato una raccolta di favole per bambini.

 Quanti ne hai pubblicati?

Fino ad oggi sei, il prossimo è a buon punto. Si tratta del seguito del thriller, forse il lavoro che mi ha preso in maniera maggiore rispetto agli altri. Trovo sia il massimo per un autore, cimentarsi con una vicenda che prenda spunto dai suggerimenti della città in cui si è nati. A costo di sentirla propria, come una seconda pelle.

le storie di simal
 Quanto è difficile destreggiarsi in stili completamente diversi?

Non voglio peccare di presunzione ma credo in una regola che per me è insostituibile rispetto a mille altre. Se una persona decide di scrivere, per passione o per gioco che sia, nel momento stesso in cui intraprende una strada, deve essere in grado di mescolare gli ingredienti. Solo alla fine, di fronte al risultato ottenuto, si potrà capire che ne sarà valsa.

I tuoi libri sono destinati a chi?

A chi ha voglia di entrare nella mia mente. Di stabilire quali sono le porte da aprire e quelle da lasciare chiuse. A tutti quelli che hanno ancora voglia di scoprire un mondo diverso da quello reale. A volte basta leggere una parola, una frase, un intero periodo per stabilire una lunghezza d’onda diversa da quelle conosciute e farla propria. Ed arrivare a pensare che ciò che stiamo leggendo forse l’avremmo scritto noi.

Qual è la fase più difficile per te nella stesura di un libro?

La parte finale. Non riesce difficile staccarmi dalla storia, dai personaggi e dall’ambiente che è stato creato apposta per l’occasione. Vedo lo scorrere delle pagine, la fine della stesura come un distacco precoce, qualcosa da dover allontanare a tutti i costi. E quando mi accorgo che il libro è davvero giunto al capolinea, ci rimango malissimo.

 Scrivere un libro per bambini. Perchè?

Per lo stesso motivo per cui ho scritto un thriller. Forse per scommessa oppure per gioco. Per convincere il mio ristretto e amato pubblico che ho ancora qualcosa da dire. Perché le storie per bambini sono quelle che nascono dal nulla nella vita di tutti i giorni. Che si celano dietro un sorriso come una goccia di pioggia. Che arrivano alla testa e al cuore dei bambini come fosse la caramella migliore.

Quando si parla di favole si pensa subito ai bambini, eppure le favole sono importanti anche per noi adulti. Che ne pensi?

E’ vero. Le favole sono l’antidoto allo stress, al traffico e a tutta quella serie di malanni cittadini che ci perseguitano e ci inseguono in ogni angolo. Non è solo il fatto di desiderare di vivere in altri mondi e in altre dimensioni, ma la necessità di calarsi in ruoli diametralmente opposti ai nostri. Oltre alla volontà di regalare una vita propria agli oggetti inanimati che ci circondano. Una foglia, una pezza di lana, una cassetta di legno e chissà che altro. Oggetti dai quali abbiamo tutto da imparare perché custodi di un passato che ancora ci appartiene.

I tuoi libri: dove possiamo trovarli?

Mi definisco un autore metropolitano e per questo mi piace farmi conoscere affrontando in modo diretto i miei probabili acquirenti. Per questo cerco di stabilire una sorta di filo diretto con il quale magari avere la possibilità di instaurare un rapporto di reciproca fiducia. Mi piace quando le persone mi chiedono consigli, sfumature o dettagli riguardanti le storie che scrivo. Per chi volesse acquistare una copia invito a contattarmi con messaggio privato via facebook o via mail.

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 Che lettore sei tu invece?

Come lettore sono un po’ atipico. Con i miei mille impegni non riesco a trovare tempi e modi per dedicarmi ad una lettura che possa essere considerata tale. Discorso diverso per la scrittura per la quale rasento la bulimia. Dovendo scegliere tra le due, preferisco di gran lunga la scrittura.

Libro scritto, parti riviste, poi la penna mette l’ultimo punto, che sensazione provi?

Mi sembra di morire. Quel momento per qualcuno rappresenta una sorta di liberazione, per me no. La fine di una stesura mi lascia comunque una ferita, un tatuaggio, una sorta di marchio impresso sulla pelle. Qualcosa di cui non mi libererò mai e che va ben oltre ad un semplice titolo.

 Il tuo rapporto con i social…

In una parola? Collaborativo. Non mi interessano le vetrine, preferisco entrare nella testa della gente. E’ importante sperare nel commento di qualcuno a cui possa essere piaciuta la storia. Per questo sono sempre disponibile al dialogo e al confronto.

 I tuoi prossimi impegni?

Mi dovrei decidere una volta per tutte a calarmi nella stesura del seguito del thriller “Il ladro di zucchero”. Sono a buon punto, ma i troppi impegni non mi consentono di metterci la giusta dose di cattiveria.

Che rapporto hai con i lettori?

Buono.

Hai partecipato a qualche concorso? 

La mia partecipazione a concorsi letterari fa parte del curriculum e la considero acqua passata. Oggi non lo rifarei. Uno scrittore deve essere libero di correre a  briglia sciolta.

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Alessandro, quanto sono importanti per gli autori i blog letterari?

Importanti? Scherzi. Sono fondamentali. Regalano il collante necessario e fanno da ponte ben solido tra chi scrive e chi legge.

Hai mai scritto in self publishing?

Si.

Quanto è difficile far conoscere i propri libri?

Troppo.

 La domanda che non ti abbiamo fatto e che ti aspettavi? 

Quanti caffè prendo mentre scrivo. Troppi.

Cosa ti piacerebbe rimanga al lettore di questo libro?

La curiosità. Girare la quarta di copertina e pensare di aver voglia di cominciare da capo.

 Ti ringraziamo Alessandro per essere stato con noi, per aver voluto raccontarci di te, presto parleremo del tuo libro.

Grazie a voi. E’ stato un piacere calarmi nell’incontro e discutere con voi in maniera familiare. Vi auguro un buon cammino.

Prestissimo parleremo del suo libro.

Buona lettura

Alessandra



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