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Alessandro Curti

Creato il 07 agosto 2015 da Destinazione Libri @destinazionelib

alessandro curti 2Ci eravamo scambiati qualche messaggio Alessandro ed io, presentati dal gruppo Editoriale di cui fa parte.

Quando ci siamo incontrati è stato facile parlare del suo libro, del suo lavoro e di quello che vuol dire essere educatore.

Dico proprio essere, e non fare…  per lavorare con i ragazzi, per fare questo lavoro.. ci devi Essere!  Lui a mio parere ci è! Quell’ironia che gli permette di vedere sempre le cose da un punto di vista lucido…quella fermezza nei propri valori e quella voglia di mettersi in gioco, sempre, costantemente, perchè con i ragazzi devi farlo.. lo rendono la persona che è!

A tutto questo aggiungiamo  una buona  attitudine alla scrittura ed abbiamo lui…

Alessandro Curti autore…

Vi lascio con la nostra chiacchierata…

Ciao Alessandro, prima di tutto benvenuto nelle pagine di destinazione Libri, rompiamo il ghiaccio e parlaci di teCiao. Che dire di me? Ho 43 anni, una moglie, una bellissima figlia di 9 anni e sono un educatore. Mi sono avvicinato a questa professione per caso, attraverso quello che una volta era il servizio civile obbligatorio. Mi hanno letteralmente buttato in una comunità per minori e lì mi sono scontrato con il mondo dell’educazione. È stato amore a prima vista! In dodici secondi ci siamo vicendevolmente innamorati e abbiamo deciso che non ci saremmo mai più abbandonati. Per fedeltà a questo legame ho cambiato tutto la mia vita: dalla facoltà di Lingue e Letterature Straniere mi sono trasferito a quella di Scienze dell’Educazione laureandomi in Bicocca nel 2003, da Milano – la mia città natale – mi sono trasferito in un paesino sulle sponde del Lago Maggiore, dalla sicura casa di mamma e papà (e fratello) sono passato ad una vita autonoma… Sono passati ormai 22 anni ma lo ricordo come se fosse ieri. Il mio antico amore per la scrittura (studiavo e lavoravo per diventare  giornalista) però non si è mai sopito e così, arrivato alla soglia dei 40 anni, ho cercato di unire le mie due passioni, raccolto il coraggio a due mani e mi sono (ri)messo a scrivere. Così è nato Padri Imperfetti.

 Un titolo interessante il tuo libro… Padri Imperfetti, di cosa parla?Il mio romanzo parla di storie di vita. Racconta di un uomo, padre ed educatore, che lavora con minori provenienti da famiglie interrotte. Quei nuclei composti da adulti che – per problemi di grave disagio sociale, di patologie psichiatriche, di incomunicabilità, di separazioni conflittuali – non riescono a svolgere il loro ruolo genitoriale mettendo a rischio la relazione con i propri figli e il loro naturale processo di crescita. Sono storie estreme, per le quali è necessario l’intervento di un Tribunale che sancisce la necessità di un contributo esterno, di un soggetto terzo che sostenga il tentativo di ricostruzione della relazione. Ma, traslando queste storie su un piano di normalità, mi piace pensare che offrano anche parecchi spunti di riflessione per tutti i genitori. E poi Andrea, il protagonista del romanzo, è anche un uomo e un padre e deve fare i conti con il suo lavoro e con la sua vita privata. Senza dimenticare che ogni uomo e padre, prima di essere tale, è stato anche un figlio… Insomma: una matassa complicata, ma che ricalca il copione di vita di quasi tutti noi.

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Quanti libri hai scritto?  Padri Imperfetti è il mio primo libro. Una sorta di salto nel buio perché un conto è saper scrivere bene in italiano, un altro è saper catturare l’attenzione e il consenso dei lettori. Ve lo raccontavo prima: pubblicare (più che scrivere e tenere in un cassetto) è stato un atto di coraggio. È stato un mettersi su una pedana e dire al mondo: “Ecco: questo sono io. Ora giudicami!

Perché scrivere un libro come questo?Domanda complessa questa… Intanto perché credo che sia finalmente giunto il momento per cui la paternità faccia un salto di qualità. È da anni che i padri (e non solo quelli separati) stanno lottando perché la loro figura, differente da quella storica che ci portiamo tradizionalmente appresso, sia riconosciuta. Perché un “bravo papà” non venga più chiamato “mammo”. Diversi sono i tentativi, soprattutto in rete attraverso i blog e i gruppi facebook, di promuovere questa piccola rivoluzione culturale e finalmente i padri riescono a parlare in pubblico di quello che sono in privato, senza timore di perdere quella “virilità sociale” che sembra debbano difendere a tutti i costi.

E poi perché questa è la mia esperienza di padre in rapporto con altri padri. E sono fortemente convinto che l’esperienza sia la vera fonte di apprendimento: narrare esperienze altrui può diventare un mezzo perché altri possano, leggendole, “..raccogliere riflessioni, emozioni, immagini e gettarle alla rinfusa in un cestino di vimini per poi attingervi alla bisogna. Quando serve. Quando l’incontro quotidiano con l’esistenza chiede di soffermarsi sulle fatiche e il dolore…” come scriveva Igor Salomone nella prefazione della prima edizione.

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Le famiglie di oggi, i ragazzi di oggi….  quali sono le difficoltà che quotidianamente incontri? Le difficoltà principali che incontro quotidianamente nel mio lavoro sono relative alle gestione del proprio ruolo: ragazzi che “giocano” a fare i grandi e adulti che si comportano da adolescenti. “Un mondo che va al contrario” direbbe mio nonno… Per me non si tratta di un mondo che va al contrario, ma del mondo che abbiamo davanti e nel quale dobbiamo vivere. Non voglio essere critico ma solo porre una constatazione di fatto. La preoccupazione principale che ho, in primis per me stesso nel mio essere genitore e che vedo in chi mi circonda, riguarda il rischio di abdicare al proprio ruolo educativo. Nell’epoca in cui viviamo dobbiamo focalizzare la nostra attenzione su una complessità di situazioni che spesso ci travolgono. Ma come genitore non posso e non devo dimenticare la responsabilità che ho nei confronti di mia figlia perché il mio comportamento e le mie scelte influiranno sulla sua vita e sul suo apprendimento del “vivere nel mondo”. Ecco perché mi definisco un padre imperfetto: perché solo facendo pace con la mia imperfezione posso trovare sempre la forza per tentare di migliorarmi ed essere, per mia figlia, un padre “sufficientemente buono”.

Terza ristampa per il tuo libro… avrebbe avuto già un notevole successo, ad un certo punto decidi di rimetterti in gioco… perché?La prima scelta di seguire la strada dell’autopubblicazione per il mio romanzo è stata dettata dalla voglia di mettermi in gioco, di ricevere un feed back del pubblico per capire se e quanto valore avesse il mio scritto. Ho poi scoperto che per un autore emergente vendere 400/500 copie della propria opera è già un grande successo. Padri Imperfetti, tra cartaceo ed ebook, ha superato le 1000 copie. Questo risultato, seppur soddisfacente, mi è costato una fatica immane ed ho capito che da solo non sarei riuscito ad andare oltre. Credo però molto nel mio libro e ho quindi deciso di cercare un Editore che mi accompagnasse in questo viaggio, che aggiungesse strumenti professionali all’entusiasmo che ho io per la sua diffusione.

Il mondo dell’editoria è difficile, è un oceano di tantissimi buoni libri (e di alcuni meno buoni) nel quale muoversi diventa complicato, soprattutto se lo fai nei ritagli di tempo, quei pochi che ti rimangono liberi tra il tuo lavoro e il tuo ruolo di genitore e di marito. E così ho cominciato a mandare mail…

C1vEdizioni
l tuo gruppo editoriale ha creduto in questo libro… perché secondo te lo ha fatto?Questa domanda non dovrebbe essere rivolta a me ma a chi gestisce il gruppo editoriale. Credo comunque che abbiano intravisto delle potenzialità nel mio libro e che abbiano fin da subito intuito quanto io ci creda e quanto entusiasmo ed energie ci metta.

Qual è la fase più difficile nella stesura di un libro?Non so come lavorino gli altri scrittori. Per me la fase più complicata è mettere in ordine nella testa le storie che voglio raccontare. Perché io ho già in mente, quando comincio a scrivere, quello che voglio narrare. Si tratta solo di dargli una forma coerente e logica. Solo quando questo quadro è semi-completo comincio a scrivere.

La foto di copertina, ne vuoi parlare? La copertina di questa nuova edizione mi è particolarmente cara perché mi appartiene fisicamente ed emotivamente. È una foto “rubata” scattata da mia moglie a me e mia figlia durante un week end al mare, mentre osservavamo stupefatti la distesa di acqua di fronte a noi e lei, cogliendo l’attimo, ci ha immortalati. Mi piace tantissimo questa immagine perché contiene tutti i simboli che io ritengo importanti nel mio viaggio di padre: la relazione con mia figlia rappresentata dal nostro tenerci per mano, la borsa semi-vuota che contiene metaforicamente gli strumenti (o lo spazio per) di cui ho bisogno per svolgere al meglio il mio ruolo, lo sguardo rivolto verso la stessa direzione ad indicare un percorso comune, l’occhio di chi ci guarda che – anche se esterno all’immagine – completa il nostro cerchio. Perché anche il ruolo materno è di fondamentale importanza.

I tuoi libri: dove possiamo trovarli? Padri Imperfetti seconda edizione uscirà a settembre,

curato dal Gruppo C1V Edizioni di Cinzia Tocci, uscirà con il marchio C’era una volta Edizioni.

C1vEdizioni
Lo si può acquistare direttamente dall’editore sul sito http://www.c1vedizioni.com/ con spedizione in tutta Italia. È attiva anche una prevendita: per coloro che prenotano Padri Imperfetti nel mese di agosto è previsto uno sconto del 15% sul prezzo di copertina ed è possibile richiedere una dedica con autografo per personalizzare la propria copia. È sufficiente scrivere una mail a [email protected].

È attiva anche una pagina facebook (https://www.facebook.com/padriimperfetti) nella quale sono riportate promozioni, eventi, commenti dei lettori e tutto quanto riguarda il mondo di Padri Imperfetti. Se avete voglia di andare a mettere un like…

Che lettore è Alessandro? Sono un lettore decisamente onnivoro. Ho cominciato a leggere da piccolissimo quando, in terza o quarta elementare, mi facevo prestare da mio nonno i Gialli Mondadori per superare i momenti di noia delle vacanze in montagna con la famiglia. Adoro i classici, la letteratura inglese, i fantasy, i thriller, i gialli… ma ho letto anche Liala, i libri per bambini, Tre metri sopra il cielo, i fumetti, qualche Harmony, i manga… Il mio libro preferito è in assoluto 1984 di George Orwell, seguito a ruota da tutti i libri di Stephen King e la saga di Harry Potter. Leggo qualsiasi cosa, anche gli ingredienti sul flacone dello shampoo.

Libro scritto, parti riviste, poi la penna mette l’ultimo punto, che sensazione provi? Una scossa elettrica. Perché un libro non è finito quando si mette la parola fine. È allora che nasce davvero: quando va in mano ai lettori e – nella loro fantasia – prende vita, trasmette emozioni, lascia tracce… È una cosa che ho imparato da lettore.

Sono convinto che uno Scrittore possa essere definito tale non quando scrive, ma quando viene letto. Sono i lettori che attribuiscono questa caratteristica a chi scrive parole su un foglio bianco.

Il tuo rapporto con i social… Mi piacciono i social e ne conosco i rischi. Per me e per i giovani e gli adulti che li utilizzano. Devono essere vissuti come un mezzo e non come un fine. I social, per me, sono stati occasione e mezzo per conoscere nuove persone, per diffondere o recepire idee, impressioni emozioni. Mi piace Facebook, fatico con Twitter (“io in 140 caratteri non ce la faccio” sostengo spesso!), uso tantissimo Whatsapp, sono su Instagram e LinkedIn anche se non li uso tutti con la stessa frequenza e passione… Non condivido chi sostiene che si viveva bene anche quando i social non c’erano, sarebbe come dire che ogni invenzione tecnologica non ci abbia migliorato la vita. Io sono cresciuto nella generazione del duplex, quella in cui se stavi troppo al telefono (e a me capitava spesso) arrivava la vicina a suonarti il campanello per dirti che aveva bisogno della linea libera, ma sono convinto che avere lo smartphone sempre con sé sia una gran comodità.

I tuoi prossimi impegni? Gli impegni professionali sono sempre gli stessi: seguire i casi che mi sono stati affidati dai Servizi di Tutela Minori, gestire lo studio dove mi occupo di consulenza pedagogica ai genitori e agli educatori, coordinare la cooperativa che ho costituito insieme a mia moglie e ad una nostra socia…Dal punto di vista della scrittura, invece, sto lavorando a tre progetti: un secondo romanzo mio, uno scritto a 4 mani e un saggio (sempre in stile romanzato) sul lavoro che svolgo quotidianamente.

Qual è la cosa più complicata nell’essere educatore e genitore? Intanto ci tengo a dire che è più difficile fare il genitore che l’educatore. Un professionista dell’educazione, sebbene mosso da quello che in gergo viene chiamato “amore pedagogico”, ha (o deve avere per operare al meglio) una buona capacità di distacco emotivo. È una qualità che si affina nel tempo e che ti aiuta a farti coinvolgere “il giusto” da un punto di vista emotivo per non soccombere alle sofferenze che incontri ogni giorno. Un genitore non ha (e non deve avere) questa caratteristica: l’emozione ha quasi sempre la meglio sulla razionalità perché quando guardi negli occhi i tuoi figli l’amore che provi per loro ti fa istintivamente mettere da parte ogni ragionevolezza. Essere contemporaneamente genitore ed educatore è per me complesso perché devo anche spiegare a mia figlia perché passo del tempo con bambini e ragazzi di altri e non con lei. E non è così facile. Ecco perché, nel libro Padri Imperfetti, ho scritto un capitolo che parla proprio di questo…

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Hai partecipato a qualche concorso? Se si a quali? Se no a quali ti piacerebbe partecipare? 
Ad oggi non ho partecipato a nessun concorso, non ho avuto il tempo di capire se, quanto e quali potessero aggiungere valore a quanto, con il gruppo editoriale che mi segue, stiamo già facendo.Di sicuro potrebbe essere una strada da percorrere nel momento in cui dovessi trovarne di validi che aiutano nella diffusione del romanzo.

Alessandro tu in Destinazione Libri ci sei arrivato… hai imparato a conoscerci, rifaresti questa esperienza? Certamente. Stimo tutti coloro che amano la letteratura e si prodigano per diffonderla, sostenendo e supportando gli autori con passione e professionalità. Soprattutto quelli emergenti che faticano a trovare canali di comunicazione.

La domanda che non ti abbiamo fatto e che ti aspettavi? falla e rispondi pure “A che tipo di lettore è dedicato il tuo romanzo?”

Questa è la domanda che mi aspettavo perché spesso sembra che definire un target sia un aspetto importante. Forse lo è e forse no…Comunque il mio libro è rivolto a tutti coloro che hanno a che fare con l’educazione di qualcuno perché, dalla similitudine con il ruolo paterno, si possono trarre importanti suggestioni per le relazioni umane tutte.E comunque ognuno di noi è stato figlio e con questo ci deve fare i conti. Perché “C’è una storia dietro ogni persona. C’è un motivo per cui loro sono quello che sono. Loro non sono così solo perché lo vogliono. Qualcosa nel passato li ha resi tali, e alcune volte è impossibile cambiarli.” [S. Freud]

Cosa ti piacerebbe rimanesse al lettore di questo libro? Mi piacerebbe che rimanesse un’emozione, un’esperienza di cui fare tesoro, la capacità di continuare a porsi delle domande. Mi piacerebbe che un lettore chiudesse il mio libro (dopo averlo terminato, ovviamente) pensando “Bello…” e lo tenesse tra le mani, chiuso, ancora un po’ per assaporarne il sapore e per fissarne il ricordo nella mente.

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Stai già pensando al prossimo libro?Ho già cominciato a lavorare al mio prossimo romanzo che spero esca nel 2016. Non voglio anticipare molto ma posso dire che racconterà ancora di storie di vita, di esperienze e di emozioni… e che sarà bello come il primo!

Se dovessi dare un messaggio ad un genitore, cosa gli diresti?Di fare pace con la sua imperfezione e di continuare a cercare di migliorarsi. Di non dimenticare mai che il compito di un genitore è il più importante del mondo. Di non dimenticare mai che tipo di figlio è stato quando educa i suoi figli.

Grazie Alessandro, per essere stato con noi, per averci raccontato di te, parleremo molto del tuo libro e di te… ti aspettiamo a settembre…

Alla prossima chiacchierata… cari lettori

Alessandra077



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