LA DOLCE VITA: UNO SCOOP? NO: UN GIALLO!
Il nostro fallimentare resoconto di uno scoop mancato.
Qualche tempo fa, a notte fonda, sullo schermo di un cellulare si cristallizzò questa mail:
Sn sicura ke mi farai la predika. E mi sento un kane xk tnt già lo so kome fai. Dc sempre le sts kose. Ma ho fatto una skoperta: Fellini copiò il titolo LA DOLCE VITA da un giallo Garzanti. Nn rikordo quale, ma prima o poi lo troverò.
Il cellulare era di una di noi due, Michela. A scrivere era l'altra, Alessia.
Siamo andate a rileggere quella mail: è del 21 maggio 2010, ore 24.12.
Sono passati, dunque, poco più di sette mesi. E finalmente abbiamo svelato l'arcano: si parla di DOLCE VITA, e poco prima di lusso, nel giallo Garzanti IL GRANDE ADDIO. Nel gorgo della metropoli, di Peter Chambers.
Per verificarlo abbiamo dovuto cercare quel giallo nei residui della nostra collezione. Erano centinaia, perfettamente tenuti, con copertina nera e la sovraccoperta prevalentemente gialla, e le tre scimmiette bianche, nel tondo nero della prima pagina bianca. In una estate cilentana ne scegliemmo una trentina. Li leggemmo tutti. È tra quelli, conservati in una cesta di vimini, che abbiamo rinvenuto il predetto volume. La sovraccoperta è in ottimo stato: in primo piano è rappresentata una mora tutto fuoco, coperta solo da un lenzuolo. È seduta, con la mano destra penzoloni sulla coscia sinistra. L'altra mano non si vede, essendo il braccio ripiegato sul seno, parzialmente nascosto dal lenzuolo. Sullo sfondo si individuano due corpi maschili: uno se ne sta di schiena a braccia spalancate, come stesse per crollare dopo essere stato colpito da un proiettile.
Lo abbiamo riletto. Coinvolte dalla trama, non siamo state capaci di trovare il punto in cui si parla di DOLCE VITA. Finalmente, nel riporlo, l'occhio è caduto sulla seconda della sovraccoperta: è lì la frase. È lì che si parla di lusso e poi si usa l'espressione DOLCE VITA.
Felici, abbiamo rivisto LA DOLCE VITA, soffermandoci su Anita Ekberg-Sylvia; e su Marcello Mastroianni-giornalista romano Marcello Rubini, che si occupa di servizi scandalistici, covando il desiderio di diventare scrittore; è cinico e disincantato: l'ideale per narrare la «dolce vita» di Roma a cavallo fra gli anni '50 e '60. Sylvia, invece, come tutti sanno, usa bagnarsi nella fontana di Trevi…
Intanto la mente di entrambe provava a escogitare una frase a effetto per introdurre la nostra scoperta. Volevamo, ovviamente, glorificarci per l'insperata scoperta. Naturalmente avremmo dovuto dimostrare che il film era stato titolato in quella maniera emblematica dopo la pubblicazione del giallo Garzanti. Non sarebbe stato rilevante non aver la prova che Fellini lo avesse letto. Chi avrebbe potuto sospettare che non l'avesse fatto?
Invece no! Abbiamo velocemente verificato che il film è del 1960 e, per giunta, come ricorda Tullio Kezich, le riprese erano iniziate a Cinecittà il 16 marzo 1959, alle 11:35, con il suo aiuto regista, Gianfranco Mingozzi, alla regia. Si trattava di un interno. La scena era ambientata a nella cupola di San Paolo, ricostruita in ogni particolare dallo scenografo e costumista Piero Gherardi.
Il giallo, invece, ambientato a Los Angeles, fu finito di stampare in Italia il 31 ottobre 1963. Stavamo per consolarci dicendoci, con una mesta scrollata di spalle in stereofonia: vabbè, che fa? Sarà per un'altra volta. D'altronde, Los Angeles non è una città tutto sommato finta, quindi cinematografica? Facciamo finta che abbiamo scherzato… ma si è accesa una lampadina: E se Fellini avesse letto la versione americana?
Il titolo originale era: The Big Goodbye. Lo abbiamo cercato: ulteriore delusione. Risulta essere stato stampato nel 1962. Rimane un dubbio: non potrebbe essere una ristampa?
Vogliamo conservarlo come tale, sperando di aver più fortuna in futuro.
Illustrazioni:
-un fotogramma della DOLCE VITA; Anita Ekberg-Sylvia, mentre si bagna nelle acque della fontana di Trevi;
-copertina originale di un giallo firmato da P.Chambers.