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alessia e michela orlando: CARAVAGGIO: TUTTI I MIEI PECCATO SONO MORTALI

Creato il 17 agosto 2010 da Gurufranc

alessia e michela orlando: CARAVAGGIO: TUTTI I MIEI PECCATO SONO MORTALI

alessia e michela orlando: CARAVAGGIO: TUTTI I MIEI PECCATO SONO MORTALI

TUTTI I MIEI PECCATI SONO MORTALI

VITA E AMORI DI CARAVAGGIO

Giuliano Capecelatro Il Saggiatore

 

La madre di Dio non appare adagiata tra gli angeli e santi in prostrata adorazione. È scaraventata su un letto, che neppure riesce a contenerla tutta, come un sacco di patate; un burattino disarticolato cui per capriccio avessero reciso i fili.

La quarta di copertina e la copertina stessa, dove vediamo un particolare, la testa barbuta e la lama infilzata nel collo, con gli occhi che ancora riflettono un barlume di vita, del quadro Giuditta e Oloferne, del Caravaggio, danno già il senso tragico che segnò la vita dell'immenso pittore. Segnò anche la morte, ovviamente, nonché le peripezie del corpo fisico (solo di recente pare sia stato ritrovato ciò che ne resta).

Dalla seconda di copertina:

È l'estate del 1592. Da pochi mesi Ippolito Aldobrandini è salito al soglio pontificio con il nome di Clemente VIII e Roma lo ha accolto con il consueto miscuglio di tripudio e indifferenza. D'altra parte, che cosa aspettarsi da una città in cui convivono, senza troppe contraddizioni, innumerevoli ecclesiastici e altrettante prostitute? Arriva qui il giovane Michelangelo Merisi da Caravaggio, con poche monete in tasca e la testa colma di sogni di gloria: con le sue chiese avide di affreschi e i suoi mecenati, Roma è la meta di ogni artista in cerca di fortuna

 

È, il Caravaggio, un pittore indiscutibile, ma anche personaggio controverso, assassino, cui si è attribuito ogni genere di peccati.

Nell'avvincente libro seguiamo i primi passi di Michelangelo Merisi da Caravaggio. A partire dagli ultimi: dalla morte. Scoprendo: il suo carattere bilioso; l'avversione per gli sterili voli della fantasia dei manieristi, che a Roma imperversavano; i suoi grattacapi per come ha rappresentato la Madonna (prendeva a modelle le prostitute); di come, quando gli fu chiesto di dipingere una Madonna di Loreto per la chiesa di sant'Agostino, non dubitò sul fatto che quel ruolo toccasse a Maddalena Antognetti. Cortigiana.

La sua morte. È quello che descrive Giuliano Capecelatro, nella prima pagina: L'AGGUATO. Da lì si parte e si giungerà a L'ULTIMA TRAVERSATA, l'ultimo capitolo. È una sola pagina:

Si è avuto avvisso della morte di Michel Angelo Caravaggio pittore famoso, et eccellentissimo nel colorire, et ritrarre dal naturale, seguito di suo male in pont'Ercole.

L'avviso che dà a Roma notizia della sua morte è in Johannes Antonius F. Orbaan, cui Capecelatro ricorre più di una volta: È morto Michel Angelo da Caravaggio pittore cellebre a Port'Ercole, mentre da Napoli veniva a Roma per la gratia da sua santità fattali dal bando capitale, che haveva.

E iniziò già la corsa all'accaparramento delle su opere.

L'ultima frase del libro dimostra l'accanimento e quante battaglie dovettero esplodere. Anche i cavalieri dell'Ordine di Malta si diedero molto da fare, essendo stato lui loro appartenente, ritennero aver diritto alla sua eredità. Tanto che la marchesa Costanza scrive al cardinale Borghese il vescovo di Caserta: Hor hora mi fa intendere la signora marchesa di Caravaggio, che li quadri non sono in casa sua, ma sono sequestrati dal sig.r  prior di Capoa in mano di alcuni ministri reali, quali sin'hora non ha potuto sapere chi siano, pretendendo il detto priore, che il pittor Caravaggio fossi frate servente della sua Religione, e che perciò tocchi a lui di farne spoglio.

Le foto. I- La copertina del libro.

II- Il quadro Giuditta e Oloferne; 1598-1599; olio su tela; cm 145 x 195; è a Roma: Galleria Nazionale di Arte Antica.



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