VINCERE
QUEL CHE CONTA NELLE BATTAGLIE DI CIVILTÀ:
NON QUANDO INIZIANO BENSÌ QUANDO FINISCONO
Non lasciarli soli, non smettere di parlarne
Dalla biografia di Don Luigi Merola in Wikipedia si estrapola:
(http://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Merola) sceglie la vita sacerdotale nel 1997. Il 1 ottobre 2000 diventa parroco di San Giorgio, parrocchia del quartiere napoletano di Forcella, dove vi resta per sette anni, fino al 24 giugno del 2007, giorno in cui celebra la sua ultima messa. In questi anni si è impegnato per sottrarre il quartiere al degrado. Nella città, in via Piazzolla al Trivio, quartiere Arenaccia, ha sede tuttora la fondazione «'A voce d'e creature», voluta da don Merola per i ragazzi a rischio e in particolare per quelli che si sono allontanati dalla scuola. La frequentano in ottanta, tra i sei e i quindici anni, altri quaranta sono nella sezione distaccata tra Pompei e Castellammare; fanno lezioni di recupero, partecipano ai laboratori musicali e teatrali, seguono corsi di formazione e lavoro. Nel 2003, inoltre, don Luigi ha fatto smantellare tutte le telecamere nel paese che erano state messe dai clan della camorra e ha consegnato al questore una videocassetta per documentare lo spaccio di droga nel quartiere. Questi sono solo alcuni degli atti che hanno dato inizio al calvario di don Luigi. Infatti, sempre nello stesso anno, viene intercettata la frase di un camorrista: «Lo ammazzerò sull'altare». È proprio tale frase che segna l'inizio della vita blindata del parroco. Nel 2004 infatti gli viene assegnata la scorta che don Luigi Merola ama definire «i miei angeli terreni».Ha descritto la situazione in un libro, Forcella tra inclusione ed esclusione sociale.
Iniziò la sua "carriera" a Forcella con tre vecchiette partecipanti ai riti (le chiamò Fede, speranza e Carità). Adesso prosegue con l'appello ai giovani: "fate della vostra vita un capolavoro".
IL LIBRO
La copertina narra di una volontà e di un grido. Tutto ciò è tragico e interpella con violenza. Puoi nasconderti, ma prima o poi lo sguardo deve (dovrebbe?) posarsi sulla realtà. È un atto dovuto: una categoria complessa, che non spiega i mille atti mancati; sia quelli individuali che quelli collettivi, quelli delle istituzioni.
Ci sono occasioni in cui non si può, non si deve incorrere in atteggiamenti freudiani (l'atto mancato è da Freud studiato in Psicopatologia della vita quotidiana; il senso si è dilavato nella più famosa categoria dei lapsus; si tratta delle cosiddette azioni difettose). Giunge, dunque, il momento in cui occorre parlare poco e dire tutto con forza. Crediamo che Luigi Merola con il suo FORCELLA abbia voluto solo dire: BASTA
Per mero dovere di cronaca, dalla Introduzione:
Questo studio nasce dalla esperienza di pastore di anime di Forcella, un rione famoso a Napoli per il suo alto tasso di criminalità.
Le ultime parole del libro:
Le cooperative, il marchio Forcella lo dobbiamo fare insieme. Forcella aiuta Forcella, non aspettiamoci molto dagli altri se non dagli attori presenti sul territorio.
La foto: 30 novembre 2007; locandina della presentazione del libro FORCELLA a Centola, nel Cilento. La copertina è ben visibile.