I MISTERI RACCHIUSI NELLE PAROLE
QUANDO UNA INTERVISTA SI FA KAMASUTRA DI PAROLE INTESSUTE LIBERAMENTE CON GIULIA CARMEN FASOLO
prologo alla intervista
Giulia Carmen Fasolo ci ha reso una intervista straordinaria. Pensavamo a un obiettivo minimo: conoscere Edizioni Smasher e individuare la sua vera essenza, la sua anima. Lo sappiamo: non è facile conseguire obiettivi del genere e non è semplice individuare la VERITÀ senza collaborazione, senza imbattersi in chi ti dice: Eccomi qui. Fate di me ciò che volete: chiedete pure. Ovviamente nulla di drammatico o di erotico, ma solo piccole voglie; desideri semplici, fatti di sfioramenti lievi, di luce in anfratti velati; di sguardi lucidi e pacati, pronti a virare verso perentori appelli e interpelli, per cause alte; filigrane che si spostano per un attimo e ti mostrano miniere di pietre preziose, di inaudita lucentezza. La VERITÀ, che ci ostiniamo a mettere in maiuscolo con grandi sacrifici (ogni volta dobbiamo andare a cercare la A con il giusto accento) la cerchiamo con pacatezza, senza enfasi, non alla Shakespeare o alla Nicola Quatrano che al primo si rifà già nel titolo del suo libro LA VERITÀ È UN CANE (Editore Pironti, Napoli. La verità è un cane: si allude alla verità più facile, quella meno onerosa. Nel libro di Quatrano, che fu giudice di "Mani pulite" a Milano, l'investigatore Francesco Cardarelli si imbatte in quella ordita sapientemente da qualcuno, risponde ai propri disegni. Non ne è turbato il giovane pubblico ministero: è scrupoloso, ma non capace di distinguere la complessità della vita dalla coerenza tecnico-burocratica delle sue scartoffie. Che può, quindi, mai essere un dramma che coinvolge quattro vite? Si trasformerà in un'inchiesta, un'orribile farsa, durante la quale colpevoli e innocenti, accusati e accusatori coopereranno, tutti, perché trionfi la menzogna, in nome della verità).
Cosa è accaduto con la Presidente e Direttore Editoriale di Edizioni Smasher, ovvero Carmen Fasolo? Già al primo contatto, nella risposta alla nostra mail, che si può leggere nel precedente articolo, ci ha regalato il suo primo nome: Giulia. Lo ha fatto con classe, potremmo dire con aristocratica liberalità: lo ha solo scritto. Atteggiamento per nulla sospetto, davvero elegante. Non è che noi ce ne stiamo a spulciare le cose che ci scrivono, pronte ogni volta a ricavarne chissà quali conclusioni, a verificare trame e a dar risalto a ombre confuse nella notte, da grafologhe inesperte e presuntuose. No! Semplicemente, come crediamo accada a tutte le giovani donne tranquille, crediamo di scorgere nelle parole il carico di simpatia, tenerezza, capacità professionali. È quello che ci ha regalato con il suo nome Giulia Carmen: ci ha detto di più che con un romanzo. Ci ha detto: sono questa, sono contenuta nel mio nome e vi potrò dare quello che ho dentro. A questo punto, tirato un respiro di sollievo, in non più di tre minuti, abbiamo steso le domande. Lo abbiamo fatto stravolgendo i soliti canoni. Seppure non ci piacciano le domande estremamente sintetiche, lo abbiamo detto altrove, quelle lugubri, monosillabiche, che sembrerebbero essere democratiche (eccoti la domanda potente, celata dietro una domandina semplice, ma bada bene: è pertinente, impertinente, poggiata su grande competenza. Divaga entro certi limiti, ossequia la mia competenza…) e invece sono disinteressate, tendenti solo ad affermare la presunta autorevolezza di chi intervista. Insomma: chi intervista non è la persona che sta sul trono; o all'altro lato di una scrivania pretenziosa; o su un palcoscenico. Non è il mago Giucas Casella di turno, che ti impone il presuntuoso potere ipnotico e ti fa grattare a sangue o svelare il nome dell'amante, mentre ti sfili calze e mutande, tra le risate degli spettatori sbellicanti. E l'applauso se lo becca lui.
Per noi non è mai così. E con Giulia Carmen Fasolo, di persona e quale Presidente e Direttore Editoriale di Edizioni Smasher non è andata così. Si è trattato di un tripudio di input creativi; di belle sensazioni; di sprazzi di libertà anarchica. E poi il colpo di scena: un kamasutra di domande rivoltate come un calzino; una orgia di parole scambiate e scambievoli confessioni-chiarimenti. Una bella vicenda in cui ciò che appariva essere un obiettivo minimo, conoscere Edizioni Smasher, è divenuto un obiettivo scontato, conseguito, e si è proceduto oltre, ben oltre, verso la conoscenza della sua vera anima, della sua essenza, che è ricchissima, tanto da far decadere i riflessi delle pietre preziose in un attimo. Tutto è repentinamente collassato. Ci è parso di osservare il sorgere di un nuovo sole ed è venuta fuori l'affascinante realtà di una donna di 32 anni, che si occupa di letteratura, quella degli altri, che letteratura fa. A questo punto non si trattava solo di avvalersi della intervista per conoscere e far conoscere a chi legge una associazione che è anche casa editrice. Si trattava di divulgare l'universo della sua anima. Un universo affascinante e suggestivo che vorremmo altri intuissero. Abbiamo rinvenuto nel web un omaggio di Giulia Carmen Fasolo a Frida Khalo, artista e donna che noi abbiamo amato. Avevamo programmato di recensirla. A breve recensiremo anche un libro biografico, in cui emerge pure la controversa figura del marito, Diego Rivera, anch'egli pittore. Di Frida ci piace dire che visse straordinari, rivoluzionari, momenti di vita con la nostra cara Tina Modotti. La straordinaria, bellissima attrice, fu soprattutto una fotografa e rivoluzionaria italiana. Noi, qualche tempo fa le abbiamo dedicato una fotografia. La scattammo ascoltando il testo di Massimo Bubola: TINA. L'idea, giacchè lei affermò aver dipinto la realtà e non i sogni, dissociandosi dal surrealismo, era: mettere in primo piano la cosa più rilevante per un pittore, dopo il cervello: la mano, per quanto si possa dipingere anche trattenendo il pennello con la bocca o con le dita dei piedi. Il testo della canzone è quello che segue. La foto, invece, è posta a commento di questo articolo. Dedichiamo entrambe a Giulia Carmen Fasolo. La ringraziamo per il tempo dedicatoci e le sensazioni intense, indimenticabili, che ci ha regalato.
TINA
(parole e musica di Massimo Bubola)
Tina, ti seguirò lungo
quelle strade in Messico
Tina, ti scriverò quando
A San Francisco arriverò
Dimmi che luce c'è laggiù
Qui ormai non la ritrovo più
Dimmi che luna guardi tu
Quella che io vedo non lo è più
Tina, con te io ballerò su quelle terrazze in Messico
Tina, la musica e poi, il vino rosso, i baci, il buio e noi
Dimmi che sogni sogni tu, io da un po' lo sai
non dormo più
Dimmi le foto che farai, che verità e bellezza fermerai
Tina, ti fisserò dentro quelle piazze in Messico
Tina, io non lo so se prima di Natale tornerò
Dimmi che non mi aspetterai
Che il tempo è sempre vivo e tu vivrai
Dimmi che non ti sazierai
Del mio cuore che è poco,
poco ormai