Ci sono libri che vanno salvati. Per sempre. Ci capita pure di ritenere che debbano essere salvati alcuni testi, ma dopo averli smembrati, ridotti a pagine da incorniciare. O da copiare integralmente. Il primo caso è quello più perturbante, giacché ne fanno parte i nostri libri di fotografia. Non tutti, ovviamente.
In questo momento abbiamo tra le mani NAPOLI SOTTO IL CIELO 1920 - 1960, Foto dell'Archivio fotografico Troncone a cura di Stefano Fittipaldi. BIOGRAFIE D'AUTORE COMPAGNIA DEI TROVATORI EDIZIONI.
C'è anche un sito ufficiale che lo narra
http://www.operalibri.it/toma/
Dal sito, per dar modo di conoscere un pò di più l'Autore, estrapoliamo uno stralcio dalla intervista:
D) In termini umani, cosa significa per lei scrivere?
R) Bisogna distinguere. Scrivere per un giornale, cronaca o commento, significa mettersi davanti al lettore e confrontarsi con lui. L'ho fatto per tanti anni e contino a farlo, sia pure più raramente. Scrivere un libro significa, almeno per me, vedersela prima di tutto con me stesso. E poi verrà, se verrà, il lettore. Con una differenza che nel primo caso egli acquista un prodotto cumulativo, a cui è di norma abbastanza affezionato, e in cui ci sono anch'io fra tanti altri, nel secondo egli scegliendo il mio libro compie un atto di coraggio un po' perché fa un salto nel buio (sto parlando di uno scrittore come me non noto) e un po' perché il titolo o la sinossi o la copertina o l'argomento, o tutto l'insieme lo attira.
D) Quali sono i suoi libri del cuore?
R) A cominciare da Salgari proseguendo per Dumas e attraversando la letteratura inglese e russa dell'800, fino ai contemporanei. Devo confessare due manchevolezze che reputo gravissime. Non sono riuscito a finire l' "Ulisse" di James Joyce e non ho nemmeno sfiorato i sette volumi della "Recherche" di Proust. Per il resto preferisco piluccare o ritornare sui classici. Non mi interessa la letteratura da mille pagine, né i thriller ( con qualche eccezione per George Simenon e per Gaston Leroux, cioè per i gialli più pensati ché…azionati) né la fantascienza. E spesso alla narrativa preferisco la saggistica. Se dovessi fare due nomi appartenenti ai due generi farei quello di Benedetto Croce e di Italo Calvino.
D) E quelli che non leggerebbe mai?
R) Ho già risposto prima.
D) Il libro più bello che ha letto negli ultimi tre anni?
R) "Il secolo dei lumi" di Alejo Carpentier edito da Sellerio, un romanzo magnifico e che può gemellarsi, sia pure alla lontana, al nostro "Il resto di niente" di Enzo Striano
D) E quello che meno le è piaciuto?
R) Purtroppo sono troppi. E lo confesso senza infingimenti perché fra le mie attività c'è anche quella di presentare libri di amici e conoscenti, che il più delle volte sono assai mediocri. Fare il loro elenco sarebbe eccessivamente lungo e, tutto sommato, assai noioso. In questa categoria di scrittori dilettanti, le donne sono decisamente peggiori, perché alla ingenuità dello stile uniscono l'ipocrisia dei contenuti.
Illustrazioni:
- la copertina del libro;
- uno tra i tanti scatti pubblicati.