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alessia e michela orlando L'ENERGIA DELLA CREAZIONE ARTISTICA IN UNA INTERVISTA

Creato il 04 agosto 2010 da Gurufranc

alessia e michela orlando L'ENERGIA DELLA CREAZIONE ARTISTICA IN UNA INTERVISTA

L'ENERGIA DELLA CREAZIONE ARTISTICA SI RIVELA

POTENTE SPIRALE A PIÙ DIMENSIONI NELLE PAROLE SINCERE

SONO CON NOI GIULIA CARMEN FASOLO & EDIZIONI SMASHER

Abbiamo letto e riletto le risposte alle nostre domande. Ne vorremmo porre altre mille. Ci riserviamo di farlo. Ciò che emerge è una frizzante composizione di istanze letterarie e di vita. Tutto è in bilico tra la carne, con le sue implicazioni, ovvero il normale, umano, corredo di gioie e dolori; e le parole, quelle che si fanno Letteratura propria e di altri. È un precipitato di buon senso, di creatività, di frustrazioni ricacciate nel passato, nell'oblio, che ogni tanto emergono. Come una lama dal buio, mentre sei girato. Sono inattesi residui di capacità lesiva. Ancora con il filo più perfetto: quello della ossidiana. E qualche goccia di sangue qui e lì torna a macchiare il visibile. È la vita. Edizioni Smasher e Giulia Carmen Fasolo ci insegnano molto. Le sagge risposte saranno utili anche ai giovani che desiderino scrivere. O continuare a farlo con idee più chiare. E sono giovani anche loro. Impariamo a conoscerli; mandiamo a mente i nomi e cerchiamo la qualità dei libri prodotti nel rispetto degli Autori e dei lettori. Ci faranno molti regali. 

 

L'INTERVISTA

 

D. Smasher: se allude a ciò che intendiamo, al significa del termine inglese, è la fine del mondo. A Napoli si dice ammuina

 

Giulia Carmen Fasolo.Smasher era il nickname di una persona che ho conosciuto su internet. È morto fisicamente il 10 marzo 2003. Nel 2004 ho fondato l'associazione, per ricordarmi ogni giorni di lui. Dopo di lui non ho avuto più amici (e forse neppure prima di lui). Si sa, i "nostri morti" poi diventano leggenda per noi. Miti da mai smitizzare. Persone con le quali fare i conti ogni giorno nei nostri ricordi e nelle sembianze delle cose che facciamo in loro memoria.

 

 

D. Per un attimo avevamo anche pensato al tennis.

 

G.C.F. Il tennis? Preferisco il basket. Il calcio per niente. Ma non so cosa preferirebbe l'intera Smasher. Ci sarebbe da chiederglielo.

 

D. Come è nata l'idea, quale il retroterra di una attività editoriale a Barcellona ?

 

G.C.F. In realtà, occorre fare subito una precisazione: non siamo una casa editrice in senso letterario, siamo un'associazione socio-culturale che ha, al suo interno, un gruppo editoriale che si occupa di talenti (interni ed esterni). La Smasher ha uno scopo ben preciso (almeno per me) da sempre: dare un'opportunità. Le Edizioni Smasher danno un'opportunità letteraria, in sostanza. Rappresentano quell'alternativa editoriale all'editoria pescecane (giusto per essere coerentemente presuntuosi). I due soldini che si fanno si reinvestono, lasciando le tasche personali vuote (come è giusto che sia).

 

D. Vorremmo stravolgere i canoni consuetudinari di una buona intervista. Vorremmo svelare retroscena alla stessa, sperando di emozionarla. Purtroppo la domanda non potrà essere breve e a lei è richiesto il massimo della attenzione.

 

 

G.C.F. Di solito non ho cali di attenzione, ma neppure impennate. In questo caso, però, cercherò di affinare i ricettori attentivi.

 

 

D. Vediamo che sapremo fare, annunciando la scelta di scrivere di getto, senza poter essere troppo esplicite. Ci aiuti, intuisca il dramma.

 

 

G.C.F. Siete simpaticamente divertenti non si potrebbe dire, perché pare tutto e niente. Però capisco il dramma delle parole. Eccome. Esprimete, enucleate pure, io mi concentrerò per bene. Mi sforzerò di capire (ma è un'intervista seria? Un contatto serio? Un interesse serio? Mi pare una burla, però siccome è comunque simpatica, ci sto volentieri).

 

 

D. NAPOLI MISTERIOSA qualche segreto lo nasconde, ma è tutto vero e noi siamo due bocche, carne e ossa duplicate dalla natura. Lenisca un suo eventuale coinvolgimento pensando, come abbiamo fatto noi, al potere delle coincidenze: stiamo scrivendo un romanzo atipico titolato DIABOLIKA. Ciò è nato dalla nostra passione per Diabolik. La scelta del materiale, ovvero delle idee e delle fonti, ci ha portato proprio a casa vostra a Barcellona.

 

 

G.C.F. Barcellona Pozzo di Gotto. Materiale, idee, fonti… Uhm. Non capisco, ma capirò (al massimo chiederò lumi).

 

 

D. Con uno scarto spazio-temporale inatteso e violento, ci siamo ritrovate nella Messina dello tsunami; sole e sprovviste di ogni avere, ma con un nostro corredo di informazioni; debolissime, nude, davanti a un evento che coinvolse una ragazza che da Barcellona era arrivata. È una storia di incredibile bellezza e tragicità. E purtroppo vera. Ne abbiamo le prove. Abbiamo scelto di impersonarla, di darle ogni nostra vibrazione per accompagnarla nei suoi ultimi momenti, quelli che l'accompagnarono nel silenzio infinito. Come non bastasse, adesso, approfondendo, raccogliendo notizie nel web sulla casa Editrice, sulla sua editoria, ci siamo imbattute in un concorso prorogato al 30 settembre: CONTROFAVOLE. Ci ha colpito l'invito-diffida a non scadere nell'horror.

Ci può parlare del concorso e dire se una storia tragicamente possa divenire una favola.

 

 

G.C.F. Ogni vita è una sorta di favola. Peccato che talune volte le losanghe, i risvolti e i rivolti della prima siano tragici. Quindi sì, penso proprio di sì. La mia, ad esempio, quella personalissima è una sorta di canovaccio fantascientifico. Quella della Smasher è invece una storia di vita.

D. Rivestiamoci, riprendiamoci, tornando a svolgere il ruolo di dispensatrici di domande indifferenti: la veste grafica dei vostri libri è molto bella. Chi se ne occupa, quali retroscena può divulgare?

 

 

G.C.F. Facciamo tutto in casa, come quattro amici al bar. Due personal computer, tanta volontà, qualche testa, mille idee, desideri. Solitudini e derive. Skype e posta elettronica, luce e adsl. Non poi così tante altre cose.

La veste grafica…ma vi garantisco anche quella tipografica (carta di qualità, testo di qualità, stampa di qualità). Insomma, siamo una qualità che si sfoglia, che respira, che cammina, che parla, che racconta, che vive. E sicuramente che muore (prima o poi moriremo tutti).

 

 

D. Abbiamo la sensazione che abbiate combattuto e vinto delle battaglie. Contro chi? E la guerra contro chi la combattete?

 

G.C.F. Ogni giorno. Altrimenti che contro favola sarebbe la nostra? La Smasher ha subìto almeno due colpi sostanziali e sostanzialmente per quelle che io ritengo rimesse infantili. Oggi questa Smasher è quello che è grazie alla sottoscritta (che, nel bene o nel male, ne ha sempre portato avanti i valori e mai i disvalori). Eravamo tanti, poi siamo rimasti quattro gatti, oggi siamo di nuovo "tanti". Non tutto il passato mi ama (né io lo amo, fatta eccezione per una persona), né sarà d'accordo con me; ma quando è stato tempo di restarmi accanto o di avere il coraggio di affrontarmi, questo benedetto "passato" ha preferito lasciarmi con il cerino in mano (compresa la "mia" eccezione sulla persona). Così, prima che questo cerino si spegnesse bruciandomi le dita, ho raccolto le quattro forze, i quattro straccetti, ciò che restava e ho ridato fiato, vita, energia e menzione a questa associazione. Queste sono le due battaglie che ho affrontato, questo è quello che ho ridato alla Smasher. Con me devo ancora cominciare.

Contro chi? Il vento, la gente, la cattiveria, la solitudine, la non capacità almeno di dare un minino ascolto senza per forza fornire consenso. Ma la gente, si sa, grida alla tutela dei diritti e poi si scorda di ascoltare "il vicino di casa", anche se ha da dire cose alle quali non intendiamo credere. Guerre? In realtà, per statuto dovremmo essere pacifisti.

 

D. I costi della attività letteraria. Di certo la distribuzione assorbe molto ed è dispendiosa. Ha mai pensato agli e-book? A Lulù…O ritiene che l'odore della carta, la scelta oculata della stessa e tutto ciò che forma il bello oggetto LIBRO siano irrinunciabili?

 

G.C.F. Noi non mercifichiamo. Il libro ha una storia, non solo una copertina e un prezzo. Il libro ha un talento che noi coltiviamo insieme al rapporto con il suo creatore (l'autore!). I costi sono molto elevati, è verissimo. Spesso non si sbarca il lunario, anzi. Ma non molliamo: resistere, sempre!

 

D. Le grandi case editrici quanto a strutture. Sono un ostacolo all'affermarsi di un autore pubblicato da una piccola casa editrice?

 

G.C.F. L'avete mai visto uno squalo? E un pesciolino rosso nella boccia da lunapark? Ecco. Metafora perfetta.

 

 

D. Il passaparola può determinare un successo editoriale?

 

G.C.F. Anche. E poi: impegnarsi. Crederci. Lottare. Provare. Sperimentare. E parlarne, non importa se bene o male (ma questo lo diceva "l'amico" Oscar W.)

D. Un piano di comunicazione professionale, può determinare le condizioni per il successo di un libro scadente?  E se si, è corretto avvalersene, solo in ossequio al dio danaro e in danno del lettore?

 

 

G.C.F. Con lo scopo di chiudere battenti o dover cambiare denominazione editoriale dopo qualche tempo? Ogni riferimento ad altri gruppi editoriali è puramente casuale. Il fine non giustifica i mezzi. Il mezzo, invece, deve essere proporzionalmente congruente (e coerente) con il fine e con il referente.

 

 

D. La critica. Può aiutare o danneggiare?

 

G.C.F. La cosa peggiore è una recensione truccata. Ma è altrettanto brutto ricevere una recensione che stronca quello che non c'è da stroncare. Qualche giorno fa è successo a noi, con un noto sito web di recensioni di libri. La "giornalista" del momento, definendosi tra le righe grande esperta, ha dato una mazzata ad un nostro libro. Ma subito dopo ho capito che aveva letto solo un riassunto o che semplicemente voleva essere controcorrente, giusto per la sua definizione. Quindi la recensione era normale, non poteva scrivere di meglio.

 

 

D. Cosa non deve fare un giovane autore per sperare di essere pubblicato e aver successo?

 

G.C.F. Non deve smettere di credere in se stesso. Ma deve fare anche. Deve prendere il proprio file impaginato, subito dopo un file di word nuovo, vergine, pulito. Copiare sul primo file una pagina di romanzo (o altro), incollare sul nuovo file vergine la parte almeno 50 volte. Poi spedire il file al gruppo editoriale o alla casa editrice. Se la risposta è: "il suo romanzo ci è piaciuto molto, vogliamo proporle un contratto editoriale, un accordo di pubblicazione", l'autore avrà capito tutto. Ma non deve demordere, deve proseguire e non seppellire il proprio talento (almeno che la scrittura non sia proprio il suo mestiere).

 

D. Cosa deve fare per gli stessi obiettivi.

 

G.C.F. Scriverci. È ovvio ;-)

 

 

D. La raccomandazione serve?

 

G.C.F. No, perché poi se ti fai dare una pedata nel sedere, rischi di restare con il livido e nient'altro (a lungo andare).

 

 

D. Volgiamo al termine. Abbiamo in mente VOGLIAMO TUTTO del poeta Nanni Balestrini; un romanzo di successo in cui narrò la storia del nostro amico Alfonso Natella, l'operaio salernitano che fece scoppiare il '68 e voleva spaccare i cessi in testa ai padroni. È l'Alfonso che poi, facendo il cosiddetto operatore ecologico (mai dire spazzino, meglio edulcorare), scrisse in proprio COME PESCI NELL'ACQUA INQUINATA. Del secondo ricordiamo due cose: l'originale ma problematica tesi secondo cui se sei felice, l'acqua inquinata non ti ammazza. L'altra: ormai gesto rivoluzionario era togliere le mutande alla ragazza conosciuta da poco, Lucia; poi divenuta la moglie. Meglio la scrittura perfetta e tesi ineccepibili, con applicazione esatta delle regole, la correzione di editor e programmi di scrittura, ma priva di vera anima, di originalità, o un prodotto imperfetto, ma innovativo e sincero?

 

G.C.F. Dipende. Da tante cose. Noi, ad esempio, abbiamo sia i romanzi scritti in modo "tradizionale", sia quelli che rientrano nella collana "confini". Una cosa è certa: se il romanzo o la silloge ci piace, di deve piacere così com'è… senza chirurgia! È pur vero che noi facciamo l'editing ai romanzi, verissimo. Ma un editing non vuol dire intervento chirurgico di cambiamento…

D. Ultima domanda. Faccia un respiro profondo.

 

 

G.C.F. Da otto mesi a questa parte ho il fiatone (e non perché peso 75 kg). Da sei mesi ho anche gli attacchi di panico (ma non temete, niente vittimismo, ne ho avuti solo tre), quindi è ormai un esercizio perpetuo quello di prendere fiato.

 

D. Ci dica  ciò che immediatamente si profila nella coscienza.

 

G.C.F. Io non ho una coscienza, secondo alcuni. Secondo me, ho solo il povero grillo parlante in coma, perché stufo di sentire le cazzate degli altri. P.S. che dite, sono sufficientemente sprezzante?

 

 

D. Non si limiti a tre, giacché la Sicilia è retta da Statuto Speciale. Questa è la Lampada Magica. Sfreghi. Sa cosa accadrà. Esprima pure... 

 

G.C.F. Per la Smasher non spero nulla, ha già tutto (avendo me così presuntuosa). Per me, invece, qualcosa la esprimo, dai… Comincio: che possa suonare il campanello di casa mia, io possa aprire la porta e possa esclamare un circuito di felicità: "Ciao, Piky!! Non sai da quanto tempo ti aspetto restando dietro la porta. Se vuoi prima ci prendiamo a pugni e poi ci abbracciamo, ma basta che entri (senza l'odiosissimo cagnetto randagio con i capelli color camomilla scolorita che ti porti appresso)… che mi sono già rotta le palle ad aspettarti. E poi Piky… cotanto parlare di servitù e schiavitù e sei passata dalla padella alla brace (cito testualmente un amico). Ok, adesso puoi prendermi a botte e a parole, almeno io a te do possibilità di espressione e non c'è neppure bisogno che mi mandi una raccomandata di 3,90 euro per chiedermi la carta di identità! Te la regalo proprio, se vieni! Che lusso, eh?!".

Ma la lampada non esiste. Pazienza, uno aspetta e spera, finché scheletrisce dietro la porta. Forse è pure meglio così, chissà.

A margine un P.S. lo infilerei: Va bene come intervista? Aspettatevi che qualcuno vi venga a dire che voi siete io e io sono voi. ;-) Ma dopo com'è finita con diabolika? Ma dopo vi interessava di me come persona o di me come presidente della Smasher?

 



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