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alessia e michela orlando: LE SCISSIONI E LE VISIONI DI SALVADOR DALI-IO NON SONO PAZZO!

Creato il 15 agosto 2010 da Gurufranc

alessia e michela orlando: LE SCISSIONI E LE VISIONI DI SALVADOR DALI-IO NON SONO PAZZO!

alessia e michela orlando: LE SCISSIONI E LE VISIONI DI SALVADOR DALI-IO NON SONO PAZZO!

IO NON SONO PAZZO

SPLENDORI E MISERIE DI SALVADOR DALÌ

 

Le sue scissioni; le sue visioni. La sua New York

 

Nel SECONDO MANIFESTO DEL SURREALISMO, André Breton  (Tinchebray, 19 febbraio 1896-Parigi, 28 settembre 1966),  scrisse: Tutto porta a credere che esiste un punto nello spirito in cui la vita e la morte, il reale e l'immaginario, il passato e il futuro, il trasmissibile e l'intrasmissibile, l'alto e il basso, smettono di percepirsi contraddittoriamente.

Salvador Dalì ha dato corpo proprio a questa tematica. E non solo con le proprie opere. Il Surrealismo per lui fu contemporaneamente un fenomeno grandioso, ma anche terribilmente angoscioso, come la rete dove filtrare i suoi incubi. E fu anche la morte, l'odio, la vita, l'amore. Tutte contraddizioni che aveva nella sua complessa personalità. Attraverso la comprensione di questi elementi si può a giungere a comprendere la drammatica scissione di Dalì uomo-artista. Fu scissione netta tra l'animale e l'artista, che emergevano a tratti da soli e in altri in una indistinguibile commistione. Poteva essere diversamente, trattandosi della medesima persona?

Siamo condotte in questo viaggio in Salvador Dalì, nel suo mondo interiore, in quello che lo circondava, nelle sue amicizie, nelle sue opere, da un libro: IO NON SONO PAZZO, SPLENDORI E MISERIA DI SALVADOR DALÌ, di PIER MARIO FASANOTTI-ROBERTA SCORRANESE, il Saggiatore.

Sono 284 pagine in cui si dà conto delle sue origini, della formazione, della morte; del pittore imbroglione, come del suo desiderio di essere ascoltato; del suo sapere come Gala ci fosse già prima di conoscerla. E c'è tutto ciò che serve sapere del rapporto Hitchcock e della sua collaborazione in un film: "Io ti salverò", per il quale curò tutte le scene oniriche; con Luchino Visconti e Peter Brook; con Garcia Lorca, come di quello con Luis Buñuel; con Picasso e Sigmund Freud. Fu anche poeta e scrittore: celeberrima la sua attività paranoica-critica da cui trarrà ispirazione per i suoi quadri, ricchi di visioni oniriche e barocche, in cui si fondono sacro e profano producendo immagini che attraggono o respingono, ma sempre sorprendenti.

Nel libro troviamo anche la sua visione di New York, che riteneva fosse infarcita di orrore del modernismo, che era come una culla dove dormivano assieme il Rinascimento e il Naturalismo, la sua arte e quella classica: Per me New York è una piana tranquilla di alabastro giallo, che contiene paurose cavallette essiccate, un paio di orologi nella paglia e un paio di chicchi di uva passa portati dal vento a incollarsi sui volti appiccicosi dei bambini di un anno, avviluppati in un denso mantello di smalto bianco. Che incommensurabile solitudine!

 

Le foto: Gioconda-dalì; la copertina di IO NON SONO PAZZO.



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