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alessia e michela orlando: SPAZZATURA, SPAZI SIDERALI, BUCHI NERI, BUCHI BIANCHI, POESIE DI ARMANDO BETTOZZI

Creato il 23 novembre 2010 da Gurufranc

alessia e michela orlando: SPAZZATURA, SPAZI SIDERALI, BUCHI NERI, BUCHI BIANCHI, POESIE DI ARMANDO BETTOZZI

L'URLO POETICO DAVANTI ALLA SPAZZATURA

Poesie di Armando Bettozzi

Siamo tutti molto preoccupati. La spazzatura è un tormento; viene da su, da Nord, a giù, ovvero al Sud, ma viene anche da Sud, destinazione Sud, e, va pure da Sud destinazione Nord…e finanche gli spazi siderali ne sono sommersi. Come non bastasse: parte anche da qui, da Madre Terra, (ci era scappato un Madre Tetra), destinazione cieli. Cosicché: c'è chi non immagina i pianeti che fanno il possibile per evitare pezzi di satelliti artificiali, forse sveglie meccaniche ormai in disuso, magari anche cessi avveniristici, macchine fotografiche ormai consunte e bruciate-gelate dalle avverse condizioni atmosferiche, paraurti e paracarri, parastinchi, parapetti e parapalle? E poi c'è questa maledetta violenza in famiglia che non cessa di darci gli incubi; e poi ci sono i  morti davanti ai bar; e poi ci sono i morti in carcere; e poi ci sono i morti da monossido di carbonio e così via. Ma c'è chi non si preoccupa della stella che pure morta è, anche se ne vediamo ancora la luce? Per fortuna almeno lassù continuano a nascerne come è sempre accaduto, pare con la stessa frequenza. Evidentemente: se i buchi neri continuano a mangiare, bulimici di energia e materia, i buchi bianchi continuano a emettere energia e materia, in un attorcigliamento a spirale infinita, tra universi paralleli ancora di inconcepibile fattura. E tutto accade nella loro assoluta inconsapevolezza. Così è, se ci pare, la situazione attuale; ma qualcosa sta per cambiare: cinquanta anni di pazienza e finalmente intercetteremo gli extraterrestri e ne sapremo di più. Anche sulla fame dei buchi neri e sulle nostre origini. Intanto, qui, non lontano da noi, c'è chi si occupa di cose terra terra (per fortuna c'è chi lo sa fare senza tediare), tipo la fame nel mondo. Un esempio è Armando Bettozzi; con la poesia che segue ha vinto la sezione vernacolo del premio "Domus Artis Mater":  

  

   Er mistero de la fame der monno

   Quarcosa nun funziona troppo bbene

   immezz'all'ingranaggio de la vita:

   a la bontà de Dio, grazzia infinita,

   j'arisponnemo peggio de le jene.

   S'affratellamo co chi ce conviene:

   dell'artri che ce frega ! È na partita

   che giocamo così…trita e ritrita:

   noi s'abbuffamo, e all'artri…solo pene.

   Possibbile ?...Sta piega tanto brutta

   pò esse che ha attecchito puro in celo ?

   Ner senso che ce sta chi ce l'ha tutta

   l'abbonnanza che sur monno ce cresce

   e l'artri…gnente ! Armeno, ner Vangelo,

   ar povero je dava pane e pesce !

   Er fatto, veramente, è ch'er Signore

   vorebbe ch'er cristiano, lui, da solo,

   arisorvesse er quibbus…co l'amore.   

Bettozzi: una garanzia di presenza assidua. Il suo sguardo ci osserva; osserva Madre Terra, ma ogni tanto atteggia lo sguardo a fessura e lo concentra su  Napoli. Ovviamente queste malcapitate redattrici si pongono un problema ampio, giacché si sa che realizzare la raccolta differenziata dei rifiuti a Napoli non è certo cosa semplice (Napoli e i napoletani sono il poco più del 5% del territorio campano e ben oltre il 50 % della popolazione campana; se ne rende conto lo stesso assessore regionale competente, che da sindaco aveva fatto benissimo a Mercato san Severino, l'antica Rota, pluripremiata per la raccolta differenziata anche da Lega Ambiente), ma la vena poetica di Bettozzi è comunque stimolante. E ci propone l'immagine di chi strilla davanti al fetore. Una immagine da urlo, da L'urlo di Munch.

Ed ecco il suo progetto completo, testualmente riportato:

Un fatto, una poesia.

Napoli, punto e a capo. Di nuovo sommersa dall'immondizia. Ma a questo punto, la colpa è dell'attuale governo, o piuttosto dei precedenti pluridecennali amministratori locali e, soprattutto, quella di prima e di adesso, degli stessi napoletani, che non si sa perché non gli passa manco p''a capa di fare la differenziata, né gli amministratori li hanno mai costretti a farlo – così modificando un modo alquanto "originale" di comportarsi - fatti salvi - per carità di dio - quelli che con ciò non c'entrano affatto ?Scendono addirittura in piazza a fare guerra a chi va a cercare di porre rimedio… (Novembre 2010).

Borboni…gnent'artro che borboni!

Ma n finiranno mai, llì, li borboni?!

È vero, è un pezzo che se ne sò iti,

ma mo ce sò li nòvi parassiti

che sò anche peggio a ffà …le concessioni…

A Roma ce saranno li magnoni,

ma sarvognuno, semo più puliti;

llì, come allora*, nun sò mai puniti,

er che li porta a esse assai zozzoni!

E pur de mantenesse in quelo stato

sò pronti a zompà addosso a chiunque sia,

che vada a dije che 'r differenziato

va fatto! E pure l'inceneritore…

Ma loro…gnente! E poi: "GesùMMaria!"

strilleno davanti a quer fetore.

*al tempo dei Borboni

Armando  Bettozzi

19 Novembre 2010

  



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