L'ACQUA E L'ARTISTA CESARE MARCOTTO
La scoperta di un Artista diviso tra l'Italia e la Germania
Da un articolo letto nel web, Azienda Sanitaria dell'Alto Adige (http://www.sb-meran.it/it/news/5462.asp?&aktuelles_action=4&aktuelles_article_id=325191), leggiamo:
L'ideaLo scenografo ed artista veronese Cesare Marcotto vive e lavora già da anni in Germania e conosce i molteplici elementi della cultura italiana e tedesca che uniscono e dividono i due gruppi linguistici. Lo lega a Merano un rapporto speciale perché da bambino ha trascorso le vacanze da parenti materni, che vivono ancora qui. Motivo che l'ha indotto a scegliere l'Ospedale di Merano per la sua mostra titolata „Die Mauer – Il muro", una serie di dipinti, che ben si addice al foyer di un ospedale dove talvolta "solo" una parete simbolica divide sani e malati.
Tutto ciò ci è parso inizialmente strano: non aveva a che fare, forse, con il concetto di muro, che tutt'al più divide, ma non distingue eternamente, il concorso internazionale di fotografia che abbiamo vinto di recente? È forse possibile che il tempo abbia voluto metterci di fronte a questa coincidenza , ovviamente anche temporale, per farci sentire vicina la sensibilità di un artista impegnato a diffondere la proprio visione del mondo, forse più in Germania che in Italia?
Nello stesso articolo Sabine Flarer, l'autrice, ci parla dei trascorsi di questo affabile e affascinante pittore, scenografo, scultore, evidenziando come sia stato scenografo all'Arena di Verona e alla Scala di Milano, e come al tempo della produzione della „Tosca", nel 1984, abbia conosciuto il regista e scenografo Fiorenzo Giorgi. Ne divenne assistente.
Grazie a Sabine Flarer comprendiamo meglio il messaggio di Cesare Marcotto che sostiene: „Attraverso i tempi il muro funge da interprete e testimone di razionalità e regole, è un 'ostacolo insormontabile', talvolta tranquillo e silenzioso come una casa di campagna, altre volte inquietante e ossessionante come una prigione o forte e protettivo come un muro di cinta".
Con un veloce scambio di e-mail lo stesso Cesare Marcotto ci messo in condizione di poter aggiungere altri particolari, soprattutto intorno alla sua pittura, scoprendo, anche grazie alle sue stesse parole, come con la tecnica "del lancio dei colori", ascrivile giàai primi pittori informali francesi e a Pollock, per proseguire con Emilio Vedova, Scanavino e molti altri, anch`egli, un po`più tardi, nei primi anni ottanta, ha preso a lanciare colori su tele di diversi formati. Dopo oltre 25 anni ha sviluppato la tecnica, trasformandola in un linguaggio pittorico compiuto.
Nell'ultima mail Cesare Marcotto ci ha salutato con un omaggio che riportiamo integralmente:
LA GEOMETRIA DELL`ACQUA – Dialogo
...a volte mi chiedo quanto l`acqua abbia influenzato il mio lavoro artistico e pittorico, ma mi accorgo di non saper rispondere... forse il mio lavoro e`semplicemente parte dell`esistenza dell`acqua.
...la mia pittura nasce dal gioco di un bambino in una pozzanghera, specchio del mondo e meraviglia della natura. Quel bambino ero io e la pozzanghera era il segreto che mi consentiva di guardare a terra e vedere il cielo, il sole, gli uccelli, un amico o me stesso...e un sasso lanciato nell`acqua mescolava terra e cielo in un concerto di colori che mi lasciava incantato...finché non vi immergevo le mani e diventavo un piccolo mago.
...oggi osservo con dedizione una goccia di pioggia che cola tremolante lungo un vetro bagnato...o il tuffo infinito di una cascata che si rompe nel letto di un torrente...
...le cascate urlano…le gocce bisbigliano...i miei occhi "ascoltano"... le mie mani diventano una lente che rifrange le mie emozioni sulla tela e dove finalmente posso comporle.
Questa pittura visionaria non vuole rappresentare qualcosa che già esiste ma vuole semplicemente esistere di fronte all' uomo, e si realizza attraverso una ricerca quotidiana delle leggi che la natura custodisce in see che talvolta e`disposta a svelare nelle sue composizioni più bizzarre, inaspettate e arcane .
L´acqua e`come un emozione...contenibile ma non controllabile.....può stare in una tazza, ma se la lasci libera va verso il basso...poi però comunque evapora e va verso l`alto...
...poi piove e torna verso il basso...l`acqua e`obbligata a trasformarsi e ha il potere di trasformarci.
Percepisco l`astrazione pittorica come una possibilità concreta di comporre opere che nel loro divenire sono cariche di una dirompente sensualità...
...come l`acqua di un fiume che scorre... nel suo letto naturale.
Cesare Marcotto
Questa lettura lascia sulla pelle un senso di pulizia, lo stesso che avvertiamo quando guardiamo il golfo di Napoli dall'alto. Sarà forse il mistero dell'acqua che, tutto sommato, è pur sempre il gioco più affascinante, anche se può divenire causa di distruzionee morte.
Di questo autore si può vedere e conoscere altro qui:
http://www.youtube.com/watch?v=gOtqOH1x3_c e qui:
http://de.wikipedia.org/wiki/Cesare_Marcotto
L'illustrazione: "Permettere allo sguardo di vedere oltre", di Cesare Marcotto.