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Alexis Sanchez, il ritorno del niño (by Piksi4)

Creato il 18 gennaio 2014 da Simo785

L’atteso salto di qualità per Alexis Sanchez sembrava non arrivare mai.

Pareva di trovarsi di fronte all’ennesima grande promessa, ottima in squadre medie ma bruciata all’approdo nella big mondiale.

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Dopo il milionario passaggio dall’Udinese al Barcellona e una prima stagione promettente (15 gol in 41 presenze), il calo deciso nella seconda (solo 11 marcature), stretto tra un Pedrito in gran vena realizzativa e l’ingombrante presenza di Messi, aveva fatto seriamente dubitare delle sue qualità.

Ma ecco che il cileno di Cobreloa, complice anche il cambio nella panchina blaugrana, sferra il colpo d’ala e si dimostra tra i più prolifici nella stagione in corso (ha già eguagliato il numero di segnature dello scorso anno), convincendo i più scettici con prove degne della sua fama.

Coach Martino lo vede di più del predecessore, gli dà fiducia nel tridente avanzato, e soprattutto modifica il gioco d’attacco dei catalani, rendendolo più fantasioso e veloce.

Alexis ne trae vantaggio, mettendoci del suo con un’applicazione sorprendente, dopo un’estate passata a lavorare duramente per recuperare il tempo e lo spazio perduto.

Vedendo la sua velocità, il suo dribbling secco (soprannominato paso doble triplo), il suo ritrovato altruismo nel cercare l’assist, sembra di ritrovare il Sanchez rivelatosi nel 2007-2008 al River Plate, dove la lungimirante Udinese lo parcheggiò diciannovenne, per poi prelevarlo ed esibirlo al mondo nelle tre fortunatissime annate successive.

Quest’anno il cileno è partito subito forte, segnando il primo gol in assoluto del campionato  blaugrana, al 3° minuto della prima giornata contro il Levante, ripetendosi poi un mese dopo nel 3-2 contro il Siviglia.

Il 5 ottobre al Camp Nou contro il Real Valladolid arriva una splendida doppietta.

La fine del mese di ottobre è il suo momento migliore, con tre gol distribuiti equamente tra la 10° giornata (punto decisivo del 2-1 contro il Real Madrid) e la 12° (l’1-0 finale del derby con l’Espanyol è merito suo).

Ancora destro nell’angolino alla 14°, nel 4-0 con il Granada, prima dell’apoteosi post festività del 5 gennaio: al Camp Nou scende l’Elche, e il 26enne cileno lo mata con tre fantastici gol d’astuzia e rapidità.

Quello che colpisce in questa prima parte della stagione è la sicurezza dei movimenti di Alexis, finalmente incisivo e decisivo, che lo porta a non sentire il peso della titolarità di fronte ai 90.000 del Camp Nou.

Per di più in un’annata, non va dimenticato, in cui non deve competere soltanto con Messi ma con mister futuro Neymar, il brasiliano giunto in Europa a miracol mostrare.

Finora, però, nella compagine del Tata Martino, il segno l’ha lasciato soprattutto lui, el Niño Maravilla.


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