“Goffaggine diplomatica”, “errore tattico”: è in questi termini che parte della stampa algerina presenta la visita del segretario di Stato statunitense John Kerry, da poche ore ad Algeri.
Media ed analisti politici si interrogano sulle motivazioni e sull’opportunità di tale visita in piena campagna elettorale per le presidenziali del 17 aprile.
In un clima teso, segnato dall’appello al boicottaggio delle urne da una parte della classe politica, ma non solo, in segno di protesta per la candidatura dell’anziano e malato Abdelaziz Bouteflika, l’arrivo di Kerry viene interpretato come un “sostegno aperto” al presidente uscente.
Unica motivazione accettabile ma non certo gradita nel Paese nord-africano è quasi certamente l’intesa Usa-Algeria nella comune lotta al terrorismo jihadista islamico.
Per la maggioranza degli algerini, specie le giovani generazioni, quelle in cerca di un migliore avvenire, Bouteflika non avrebbe assolutamente dovuto ricandidarsi.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)