Algol è un sistema stellare nella costellazione di Perseo, visibile ad occhio nudo ma estremamente variabile. Nella cultura araba Algol era associato a un demone, Ghul, dal significato del nome “Stella del Demonio”, mentre nella Grecia antica era invece noto come Testa della Medusa. Ma cosa potrebbe succedere se un abitante di Algol scendesse sulla terra? Questo è quanto accade nel dramma di Hans Werckmeister, che porta nella tipica ambientazione espressionista tedesca, un elemento nuovo e fantascientifico.
Robert Herne (Emil Jannings) è un minatore estremamente dedito al suo lavoro. Herne divide le sue ore in minera con Maria Obal (Hanna Ralph) con cui stringe una forte amicizia. La calma non è destinata a durare: un giorno, infatti, nella miniera appare un essere inquientate di nome Algol (John Gottowt) che corrompe l’animo di Herne fornendogli una macchina aliena in grado di produrre energia illimitata, promettendogli che grazie a quel macchinario i lavoratori non avrebbero più dovuto rompersi la schiena in maniera. Grazie a questo Herne diventa presto l’uomo più potente del mondo, ma più diventa potente, più perde contatto con la moglie, e i figli Reginald (Ernst Hofmann) e Magda (Käthe Haack). Presto Magda, stufa della situazione fugge da Maria Obal, ritiratasi in un’area lontana dall’influenza di Robert Herne assieme al figlio Peter Hell (Hans Adalbert Schlettow). Inutile dire che tra Magda e Peter nascerà l’amore. Purtroppo la situazione degenera ulteriormente: Robert Herne è sempre più accecato dal potere e rifiuta di rivelare il suo segreto macchinario. Quando Maria Obal andrà da Robert Herne per chiedere aiuto energetico per la sua area, da lui sempre negato, questi si renderà finalmente conto di quanto il potere lo abbia logorato e, finalmente rinsavito, decide di distruggere per sempre la macchina che tanto dolore ha provocato a lui e ai suoi cari.

Con la scusante che fino al 2010 questo film era considerato perduto, non sono ancora uscite edizioni dvd di riferimento. Da anni, ormai, è prevista l’uscita della edizione Filmmuseum con sottotitoli in inglese e un buon restauro. Così non mi è rimasto che visionare una copia pessima, trascrivere tutte le didascalie e tradurle una per una. Un lavoraccio che ha però reso il film ancora più tragico.


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