La discussione si compone di cinguettii su Twitter, verte su “alettoni” e su “un nuovo sistema di misurazione”. Flavio Briatore parla ai suoi followers, tira in mezzo la McLaren. Ma pare stia barando anche la Red Bull.
Auto Motor und Sport chiede un po’ in giro. Scopre che un’invenzione proprio non è, dal momento che la Ferrari dopo Singapore ha richiesto a gran voce un supplemento di indagine sulla flessione dell’ala anteriore della McLaren.
Il concetto scotta, ha animato il paddock nel 2010: la Federazione cambiò due volte il criterio di verifica statica. All’epoca la McLaren accusava. Oggi è accusata.
Martin Whitmarsh si difende: “Non vedo nessun problema, non c’è niente che possa colpirci. E non so niente nemmeno di questa storia della Red Bull”. Poi fa una mezza ammissione: “Io non ho avuto discussioni. Ma non vuol dire che non ce ne siano state. Di tanto in tanto nascono dei problemi quando certe squadre credono che le ali siano troppo flessibili”.
Rispetto al sistema che la Red Bull sfruttava alla grandissima nel 2010 e che la Ferrari l’anno scorso ha riproposto in India dopo una gestazione lunghissima, c’è un principio diverso perché il profilo, tutto intero, ad alta velocità ruota e arretra. Per cui – come spiega Autosprint – la resistenza si abbassa e il diffusore riceve aria con meno turbolenze.
Al di là della controversia tecnica con la FIA, il problema più grosso alla McLaren dopo Singapore è l’affidabilità: sul cambio di Button il team ha trovato la stessa anomalia che aveva fermato Hamilton a Marina Bay. Per cui Jenson a Suzuka sostituisce la scatola e perde 5 posti in griglia.