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Alice Munro – In fuga

Creato il 15 novembre 2013 da Mrsfog @tulipano_bianco

Alice Munro – In fuga

Ogni anno si svolge l’assegnazione del premio Nobel per la letteratura e ogni anno spero di ricevere una certa chiamata dalla Svezia. Probabilmente se avessi scritto qualcosa sarebbe più probabile, ma coltivo sempre l’intima speranza che un giorno potrebbe capitare anche a me. Dopotutto, perché limitarsi quando si sogna? Sempre in questa ottica, dopo la nomina del nuovo eletto nell’empireo degli scrittori e i rosicamenti di chi per l’ennesima volta si è visto escludere – e non parlo di me – cerco di leggere un’opera del vincitore, tanto per sondare i gusti della giuria.

Negli ultimi anni ho letto “Il mio nome è rosso” di Pamuk, “Il paese delle prugne verdi” di Herta Muller e “In fuga” di Alice Munro.

Alice Munro. Mi sono avvicinata alla lettura timorosa di sentirla estranea. Invece. E’ amore. Un amore di quelli strazianti. La scrittura, lo stile, le immagini, sono di una bellezza sconvolgente, quasi selvatica. Al contrario della Nothomb, che amo appassionatamente, non c’è compiacimento nella scrittura, la ricerca dell’effetto o della costruzione cesellata del periodo. Se Nothomb è un giardino all’italiana, la Munro è un giardino all’inglese. I temi sono quotidiani, i paesaggi monotoni, le storie triste cronaca. Ma come li descrive! La costruzione della trama è magistrale, i personaggi tratteggiati con spietato amore, la scrittura superba.

Come ho scritto anche in post precedenti, mi sono avvicinata al racconto molto recentemente. E’ un genere che ho sempre scartato a priori, per ignoranza. Invece la brevità della scrittura permette un maggiore controllo sulla sua qualità e una maggiore incisività della narrazione. Di contro mentre un romanzo come Anna Karenina si auto digerisce durante le lunghe ore di lettura, il racconto è una stilettata al cuore, un lampo che illumina di colpo una scena complessa lasciandoci attoniti.

In Fuga è una raccolta di racconti lunghi, come  la maggior parte delle opere della Munro. L’ambientazione è spesso un paese sperduto della regione dei laghi canadese, in uno spazio temporale variabile dalla seconda metà del Novecento ai giorni nostri. Le protagoniste indiscusse sono le donne. Non si tratta di eroine ma di persone normali, di varia cultura ed estrazione sociale, alle prese con la vita. Una vita spesso dura, ingenerosa, segnata da scelte, incomprensioni, scherzi del destino. Una rappresentazione della realtà senza sconti o abbellimenti, fissata sulla pagina scritta in tutta la sua crudezza. Le donne di questa raccolta hanno spesso destini spietati ma hanno tutte una forza di carattere, una caparbietà di vivere che me le rende care. L’aspetto sconvolgente di questi racconti è la loro attualità. I protagonisti potrebbero benissimo essere i nostri vicini di casa, la nostra collega, la signora che tutti i giorni prende l’autobus alla nostra fermata. Vite qualsiasi all’apparenza. La Munro prende una lente di ingrandimento e si concentra su una di queste vite, scava nel personaggio, ne dispone pregi e difetti, senza seguire un rigoroso filo temporale ma procedendo avanti e indietro lungo la sua vita, cogliendo singoli episodi significativi. Il tutto reso eterno da una scrittura asciutta, serrata, precisa, in grado di passare senza cesure da particolari prosaici a improvvisi lirismi.

Riassumere i singoli racconti non avrebbe molto senso, dovete leggerli. I miei preferiti sono Passione e Scherzi del destino, dovendo scegliere, ma potrei cambiare idea a una seconda lettura. E voi, quali racconti avete letto?

In fuga di Alice Munro, traduzione di Susanna Basso, edizione Einaudi super ET 2004, ristampato 2013, 312 pagg, € 12,00. Contiene i racconti: In fuga. Fatalità. Fra poco. Silenzio. Passione. Rimetti a noi i nostri debiti. Scherzi del destino. Poteri.


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