Il cucchiaino é il figlio neonato del cucchiaio, la posata più piccola della famiglia, la più dispettosa della credenza e la più ribelle della cucina. State attenti, il cucchiaino, algido e curvo, puo’ nascondersi dovunque
di luanalagiak
I cucchiani di casa mia sono vivi.
Il cucchiaino é il figlio neonato del cucchiaio, la posata più piccola della famiglia, la più dispettosa della credenza e la più ribelle della cucina. Il cucchiaino, algido e curvo, puo’ nascondersi dovunque.
Una sera di maggio, gustavo il gelato sul balcone come una qualsiasi altra notte. Il mio cucchiaino godeva affogando nel freddo della crema e raspando il fondo della ciotola di vetro per poi finire nel morbido della bocca, sfiorare la lingua calda, essere ripulito dall’acquolina e riaffogare nel gelo. Fu da quella sera che lo persi di vista.
Il mattino seguente l’odore del caffé mi sfiorò le narici, solleticó il palato, svegliò il cervello. Il vapore acqueo della bevanda del risveglio ondeggiava dalla cucina al corridoio in una danza tribale, dovevo seguirlo. Danzando a piedi nudi presi la tazzina,versai il caffè (come facevo ogni mattina) e cercai, selezionato le stoviglie che più mi piacevano, il cucchiaino per lo zucchero. Eccolo, piccolo un po’ storto, ma assolutamente funzionale, stava per subire il trauma mattutino: aggrappare i granelli caramellati dello zucchero ed essere sbattuto violentemente in un liquido bollente. Bevvi il caffé e persi di vista anche lui.
Non feci caso alle misteriose sparizioni dei cucchiaini,troppo piccoli e irrilevanti nel cassetto delle stoviglie. Cominciai a sospettare però,quando il terzo,il quarto e il quinto si volatilizzarono. Lavavo e rilavavo i 3 cucchiani rimasti 10-15 volte al giorno, l’ombra del calcare incombeva su di loro che chiedevano umilmente pietà.
…………
Nell’afa del torrido agosto una voce ruppe il silenzio cicaloso del pomeriggio. “Aiuuuuto aiuuuutooo” proveniva dalla credenza della cucina. Spaventata la aprii e chiesi “chi è la?”. “Sono Alice rispose la voce”. “Chi Alice?”. “Sono la cucchiaina numero uno, siamo qui giú, ti prego aiutaci”.
Spostando un piatto, fisso e inchiodato come se avesse messo le radici tra un foro di tarlo e l’altro, trovai un buco più grande, e all’interno di quella tana ecco luccicare i cucchiani perduti.
Gli occhi mi brillavano per la felicità, anche io potetti così restituire qualcosa di cui casa nostra sentiva la mancanza: “Vi restituiro’ i cucchiaini perduti”.
(Ogni riferimento di restituzione é puramente casuale)