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Alien

Creato il 20 gennaio 2012 da Narratore @Narratore74

Attenzione, questa recensione contiene spoiler. Se qualcuno, per non so quale assurda ragione, non fosse a conoscenza degli eventi narrati nel film Alien, è avvisato.
Alien Alien… un nome che porta alla mente vecchi ricordi, rimemberanze che risalgono al lontano 1979  e che ancora oggi hanno il potere di far scorrere un brivido lungo la schiena anche del più scafato cultore di fantahorror. Questo film ha fatto storia e sarebbe impensabile non parlare del romanzo tratto dalla sceneggiatura originale senza citare anche la pellicola. Un'mpresa impossibile e oltremodo inutile, a mio avviso, perché se da un lato è vero, un libro rimane un libro e un film resta un film e vanno presi ed esaminati in separata sede, dall'altra parte è inscindibile il connubio che si crea paragonando le due opere. Forse, quando ad Alan Dean Foster venne commissionato questo lavoro, nemmeno lui aveva ben chiaro il peso della pietra che sarebbe andato a posare, forse ignaro che il film a cui faceva eco il suo libro era destinato a diventare in brevissimo tempo una sorta di punto di paragone per tutto ciò che sarebbe venuto dopo.
Ok, forse tutti conoscete la storia, ma ho scoperto che al mondo non si può mai essere sicuri di nulla, quindi ecco a voi un breve riassunto degli eventi. Il rimorchiatore Nostromo, una vecchia astronave adibita al trasporto di stazioni d'estrazione petrolifere, sta tornando verso la Terra. L'equipaggio, formato da sette elementi, viene risvegliato dal sonno criogenico per rispondere ad una chiamata di soccorso. Facciamo così la conoscenza di Dallas, il capitano della nave, e di Kane, il suo secondo. Poi c'è  Ash, un androide in incognito che ricopre la carica di ufficiale scientifico, Parker e Brett, i due addetti alla sala macchine, Lambert, la navigatrice, e Ripley, commissaria di bordo. Fin da subito i sette si rendono conto di non trovarsi, loro malgrado, in rotta verso casa. Anzi, sono lontani di molto dalla posizione corretta. La chiamata di soccorso li porta su un pianeta desolato, spazzato da venti violenti e privo di ogni forma visibile di vita. Lì fanno una scoperta incredibile: un'antica nave spaziale, frutto di una tecnologia aliena, è precipitata su quel suolo ed è proprio da quella che proviene il segnale captato dalla Nostromo. All'interno del relitto Kane viene infettato da un parassita che gli si avvinghia al volto e lo manda in coma. Al rientro degli esploratori sulla Nostromo Kane riprende conoscenza, mentre il parassita, che nel frattempo scopriamo avere acido molecolare al posto del sangue, muore. Il tempo di organizzare un ultimo pasto prima di tornare a dormire e dal torace di Kane fuoriesce una creatura, uno xenomorfo, che da quel momento metterà a dura prova la resistenza fisica dei membri dell'equipaggio, arrivando a decimarli uno ad uno e dimostrando una serie di capacità ben al di sopra di quelle umane.

Alien

Un bacetto... solo un bacetto e basta!


A grandi linee questo è quanto (non me ne vogliano i grandi appassionati, non potevo mica scrivere qualche migliaia di parole, no?) e devo ammettere che il romanzo non si discosta molto dalla storia di base del film.

Alien

Ma quanto è tosta?

Il romanzo, pubblicato nello stesso periodo dell'uscita della pellicola nelle sale, si dimostra in grado di approfondire alcuni aspetti che vennero, vuoi per problemi di montaggio, vuoi per impossibilità di ricreare le stesse emozioni sullo schermo, tralasciati da Ridley Scott durante le riprese. Il rapporto fra Ripley e Ash, per esempio, chiaramente sospettoso fin dal principio, infarcito di provocazioni e momenti in cui si viene a creare una tensione quasi palpabile. Così come la personalità scostante di Dallas, che un momento cerca di comportarsi da capitano, con tutto quello che comporta il ruolo, per poi pentirsi pochi attimi dopo della durezza utilizzata. Anche Kane, per quanto sia nel libro che nel film goda di un tempo molto breve per venir mostrato, riesce a ritagliarsi un suo perché. Foster riesce, in poche pagine, a delineare un personaggio chiaro, venale al punto giusto, irrazionale ma posato e comunque vittima della propria immaginazione. In fondo è lui a portare l'alieno a bordo, le sue azioni e il suo desiderio di trovare qualcosa di valore nel vecchio relitto. Il personaggio forse meno riuscito di tutto il libro è Lambert. Viene spesso dipinta come una donna debole, fragile e pronta a disfarsi al primo accenno di pericolo. Non si mette mai in luce e cerca sempre di evitare il confronto diretto con la creatura, arrivando in più di un'occasione a proporre sistemi passivi per risolvere il problema. L'ho trovata poco coerente con il contesto, ma forse era proprio questo che Foster voleva trasmettere e sono io a non averlo capito…

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Cucù!

Leggendo il romanzo si riconosce la magistrale esperienza di Foster nel narrare storie di fantascienza. Il suo stile è fluido, a volte musicale, e per i tre quarti iniziali tutto scorre con la facilità con cui si potrebbe bere un bicchier d'acqua. Ma è proprio quando dovrebbe spingere sul pedale e ingranare una marcia in più che sembra alleggerirsi. Dopo la comparsa della creatura tutto diventa troppo veloce, quasi che si voglia arrivare alla fine il prima possibile. Le scene si susseguono, una dopo l'altra, e per strada si perde una generosa fetta di quella tridimensionalità che i personaggi avevano acquisito strada facendo, non capisco bene cosa possa averlo spinto a narrare l'ultima parte in quel modo: i corridoi, da bui, spenti, scarsamente illuminati, diventano semplici corridoi e i personaggi, che fino a poche pagine prima camminavano con l'ombra dell'alieno sempre pronta ad assalirli ad ogni curva, ora corrono, esplorano stanze in solitaria e sembrano fregarsene del pericolo. Anche le ultimissime scene, dove Ripley attiva l'autodistruzione prima di fuggire con la navetta di salvataggio, dura solo qualche paragrafo, segno indicatore di una fretta che non si spiega, che rovina molto del lavoro fatto e preclude la strada verso i riconoscimenti che altrimenti questo libro avrebbe avuto.

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Il facehugger, in tutta la sua simpatia!


Vi starete chiedendo "ma vale la pena leggere questo libro?" La risposta è: dipende. Se siete appassionati della pellicola vi consiglio di dargli un'occhiata. Riuscirete a completare quello che manca nel film e avrete una visione più ampia delle circostanze e di quello che muove i personaggi. Se invece, al contrario, il film non lo avete visto, potrebbe essere una buona occasione per fare la conoscenza di uno degli alieni più famosi della storia del cinema. No, non è essenziale leggere questo libro. Nemmeno fondamentale. Però, e permettetemi di dirlo, c'è lo xenomorfo, e per me, questo, è già un buon motivo per spendere qualche ora in compagnia di Ripley e il resto dell'equipaggio della Nostromo.
"Rapporto finale del veicolo spaziale Nostromo, da parte del terzo ufficiale. Gli altri componenti dell'equipaggio, Dallas, Kane, Lambert, Brett, Parker e Ash sono morti. Carico e nave sono distrutti. Parla Ripley, unica superstite del Nostromo. Passo e chiudo."

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