da qui
Mettiamo che arrivassero gli alieni – già il nome è scorretto, perché li pone in una luce negativa; immaginiamo che scoprissero la logica del mondo, senza nulla sapere di ideali e visioni complessive, di religioni e di filosofie; valuterebbero il comportamento, quelli che definiamo “i fatti”; non ci sarebbero scuse per le contraddizioni, nessun pretesto giustificherebbe le tante incongruenze: pane al pane, vino al vino, gli umani sono questi. Li vedo già, gli alieni, con la mano sul mento alternativo, a chiedersi come sia possibile che la Terra ancora esista, che non sia esplosa in una nuvola di fumo. Ecco, risalgono perplessi sull’astronave impolverata, si voltano indietro per un momento interminabile, tentati dalla nostalgia per i capricci dell’infanzia, l’allegria fragile dell’incoscienza.