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In 23 paesi sono state ritirate dal mercato le torte cioccolato e mandorle firmate Ikea
L’alimentare italiano – e non solo – è sotto attacco. Cosa sta succedendo? Colpa della crisi che obbliga a risparmiare sulle materia prime? Dopo lo scandalo di tracce di carne equina ritrovate in tortellini, lasagne e polpette Ikea – soltanto in Italia sono stati ritirati dal mercato, oltre alle polpette, 3 prodotti – oggi è la volta delle torte al cioccolato e mandorle “chokladkrokant”, sempre firmate Ikea, ritirate dal mercato in 23 paesi, tra cui l’Italia, dopo che le autorità sanitarie cinesi hanno rilevato nel prodotto tracce di colibatteri. Non si tratta di batteri pericolosi per la salute umana, ma possono, però, essere la spia di una contaminazione fecale. Le torte ritirate sono state prodotte dal fornitore svedese Almondy.
Per quanto riguarda il nostro paese, Ikea Italia ha fatto sapere che “non sono presenti lotti” di torte contaminate. Ma il ritiro ha fatto comunque scoppiare una polemica. “La sicurezza alimentare non può essere un problema minore, la qualità degli alimenti deve essere controllata e garantita da aziende e industrie che producono e vendono cibo” ha commentato la Cia-Confederazione italiana agricoltori, sottolineando che “oggi i tre quarti dei cittadini europei esprimono “preoccupazione” sulla sicurezza del cibo e il continuo rincorrersi di episodi del genere certo non aiuta, anzi ha effetti diretti sui consumi alimentari già sottoterra per colpa della crisi”.
Dello stesso avviso Coldiretti secondo cui “sei italiani su dieci hanno paura di consumare cibi contaminati dopo che negli ultimi anni si è assistito ad una escalation di allarmi sanitari a tavola”. La diffidenza dei cittadini è stata alimentata dal fatto che negli ultimi tempi – aggiunge la Coldiretti – c’è stata in media una emergenza alimentare all’anno, dalla mucca pazza all’aviaria, dal latte cinese alla melamina a quello tedesco alla diossina, dalla mozzarella blu al batterio killer nei germogli di soia fino alla carne di cavallo nei ravioli.
La globalizzazione dei mercati, a cui non ha fatto seguito quella della politica, ha portato ad un deficit di responsabilità, di onestà e di trasparenza che ha drammaticamente legittimato la derubricazione del tema cibo fino a farlo considerare una merce qualsiasi, come fosse un aspirapolvere o un frigorifero, con effetti che – conclude la Coldiretti – rischiano di provocare una rincorsa al ribasso con effetti drammatici soprattutto in un momento di crisi in cui molti sono costretti a risparmiare sull’alimentazione.