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Alimentazione naturale, Valdo Vaccaro

Creato il 30 novembre 2014 da Serenagobbo @SerenaGobbo

Se questo doveva essere, come dichiarato dall’autore, un testo di divulgazione dei principi dell’igienismo naturale, allora ha toppato del tutto.
Non si può essere così prolissi! Ripete i concetti dieci volte con parole diverse: sempre le stesse cose! Ho capito che gli animali sono nostri amici e sono indifesi, che questa è la nuova schiavitù, che bisogna evolversi, ma dopo che lo hai detto in sette punti diversi, evolviti pure tu, vai oltre…
Sono vegana e sono convinta che incrementando l’alimentazione a crudo i vantaggi siano innumerevoli ma un libro del genere ho fatto fatica a finirlo.

Se poi si vuole davvero divulgare l’igienismo, la cosa più sbagliata che si possa fare è essere ironici o sarcastici sull’alimentazione carnivora/onnivora. Questo non favorisce il dialogo. Una persona che mangia carne e latticini, che pur era ben disposta perché ha comprato il libro, quando si trova davanti a certe battute è autorizzata da me a chiudere il libro e a regalarlo su bookmooch, cavolo.

Etica e karma sono trattati in modo così prolisso che sembra di ascoltare un sermone. I dati scientifici (forse il temine in questo contesto è incorretto) sono nulli: se si fa eccezione per l’esperimento di Cambridge, le citazioni igieniste non sono accompagnate dalla spiegazione del tipo di esperimento portato avanti. Belle le frasi che si leggono, ma non convincono chi è abituato a prendere pastiglie per l’acidità di stomaco o a farsi vaccinare contro l’influenza. Se riuscissi a far leggere queste quattrocento e passa pagine a mia suocera, che risultato otterrei? Riuscirei a convincerla a preparare meno pasti a base di spezzatino per mio figlio quando va là a mangiare?
NO!

Questo volume riesce ad esacerbare toni già abbastanza su di tono, onnivori da un lato, vegani dall’altro: non va.
Sono convinta che l’alimentazione vegana sia migliore dell’onnivora occidentale come è oggi intesa, ma Vaccaro è troppo sarcastico, tratta gli onnivori da ignoranti e glielo fa pesare. Siamo tutti ignoranti: se qualcuno sa qualcosa più di altri, deve avere l’umiltà di esporlo in modo accattivante.
E anche preciso, però: non si può scrivere che Norman Walker è vissuto fino a 116 anni lavorando sul suo orto e nutrendosi di succhi verdi quando dai registri di nascita e morte risulta che è vissuto fino a 99 anni.
99 anni è una veneranda età, non c’è bisogno di arrotondarla; con l’esecrabile conseguenza che se un onnivoro si accorge dell’ingenuità, poi mette in dubbio (magari a torto) anche tutto il resto del libro.



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