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Alla ricerca del calcio perduto (by Sportstory.it)

Creato il 25 gennaio 2014 da Simo785

Articolo originale del sito www.sportstory.it

A cura di Marco Dal Pozzo

Pensi al calcio cosiddetto moderno e, dei calciatori, ti viene in mente il gel di Cristiano Ronaldo dos Santos Aveiro, l’ennesima improbabile scappatella di Mario Barwuah Balotelli, la sbruffoneria di Antonio Conte e la vanità di Zlatan Ibrahimović (tanto per dire dei “pezzi migliori”). Aspetti decisamente poco romantici che mettono in secondo piano le storie genuine di un calcio ormai perduto di cui, chi l’ha respirato, vive ad ogni occasione una “maledetta nostalgia”.

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Questa volta, a riportarci indietro nel tempo, ci pensa Nicola Calzaretta, avvocato e giornalista, che, per il Guerin Sportivo, cura la rubrica “Amarcord”. Da questa rubrica nasce “Alla ricerca del calcio perduto”, una bellissima antologia di interviste agli eroi della Serie A degli anni 70 e 80, e anche 90. Anni che, se si pensa alle odierne avventure dei vari Ronaldo, Balotelli, Conte e Ibrahimović, sembrano ancora più lontani. Non c’è proprio paragone, infatti, tra la testa unta dell’attaccante del Real Madrid e il genio di Evaristo Beccalossi, tra la cresta gialla del centravanti del Milan e l’ardore di Puliciclone, tra le spocchiose dichiarazioni dell’allenatore juventino e il poetico Giovan Battista Fabbri, tra i deliri di onnipotenza dello zingaro svedese e la “borghese anarchia” di Domenico Marocchino.

Gente d’altri tempi, storie da farci dei film. Te le immagini proprio le scene: Beccalossi che, invece di faticare, si fa i giri di campo a bordo di un Ape “per non morire” in ritiro massacrato dai ritmi imposti dal “Tiger” Bersellini; Pulici che si fa tre tiri di una “nazionale” strappata dalle dita di un capo ultrà all’ingresso in campo prima di fare tre gol al Perugia; la cavalcata del Lanerossi Vicenza di Fabbri: dalla B alla Coppa Uefa; Trapattoni che ordina all’autista del pullman della Juve, in partenza per la trasferta di Verona, di passare a prendere Domenico Marocchino, assente all’appuntamento perché non gli suona la sveglia.

E poi ancora tanti, tantissimi racconti (di Antognoni, Bagni, Conti, Oriali, Pecci, Pruzzo, Tacconi, Torricelli e Zoff, solo per citarne qualcun altro. In tutto se ne contano trentacinque!): aneddoti e retroscena che fanno rivivere quegli anni, quelli delle partite tutte alla domenia alle tre, di Paolo Valenti al novantesimo minuto e di Sandro Ciotti a “Tutto il calcio minuto per minuto” e alla “Domenica Sportiva”, con un gusto diverso, ancora più buono anche perché condito da una sanissima malinconia.

Terminata la “Ricerca del calcio perduto”, quel periodo apparirà più bello di come lo ricordavamo. Se ne consiglia una lettura lenta, come i dribbling dei protagonisti di quegli anni; a piccole dosi, come prendevamo le partite di un calcio che non c’è più (campionato solo di domenica, coppe solo di mercoledì). Così, alla fine, le storie rimarrano ancora meglio impresse nella memoria, comprese quelle tristissime di Bruno Beatrice e Denis Bergamini, insieme con l’immagine dei disegni di Marco Finizio, di un bianco e nero che ricorda invevitabilmente quello dei vecchi cari televisori “da tinello” che hanno portato quegli eroi dentro le nostre case.

Goalbook Edizioni 294 pagine | 15 euro 


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