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Alla ricerca del commentatore perduto

Da Dragor

Aaaaaaaaaaaaaaaaimages    Si manifesta su tutti i tuoi post e a un certo punto finisci per considerarlo come un compagno di strada. Capita addirittura che tu scriva per stimolare la sua critica. Con il passare sul tempo s’intreccia di un dialogo e poco per volta apprendi varie cose sul suo conto: la sua età, le sue origini, la sua  cultura, la sua estrazione sociale, la sua  situazione familiare, sprazzi della sua vita, finché a un certo punto hai l’impressione di dialogare con una persona, non soltanto con un’espressione informatica. Ti affezioni, cominci a considerarlo un amico. O magari un nemico perché distrugge tutto quello che scrivi, ma lo fa con intelligenza e con spirito, così ti affezioni lo stesso. Ti sembra che ormai faccia parte della tua vita, virtuale o meno ma pur sempre una vita. Poi, brutale, arriva la scomparsa.

 

  

   Prima ti scriveva tutti i giorni, adesso non ti scrive più. E’ scomparso, si è volatilizzato nell’aria leggera del web. I primi giorni pensi che forse è malato e gli auguri mentalmente di guarire presto. Ma no, i giorni passano e non torna. Così cominci a interrogarti: che cosa gli hai fatto? Forse lo hai offeso senza volerlo. O forse i tuoi post non gli piacciono più, così ti ha lasciato perdere. Vuoi vedere che hai perso la mano? Forse ha dei problemi di lavoro oppure familiari, così non ha tempo di scriverti. Forse gli si è rotto il computer e non ha i soldi per comprarsene un altro. Forse è triste perché la sua ragazza lo ha piantato. Forse si è creata un’insanabile frattura ideologica.  O forse, la peggiore delle ipotesi, gli è accaduta una disgrazia. Forse era malato e non ti ha detto niente, forse era molto avanti negli anni, forse ha avuto un incidente stradale. Vorresti contattarlo per sapere se sta bene, ma l’etica dice che il commentatore non va sollecitato. Se non si manifesta, ha i suoi motivi. Deve sentirsi libero, le sue ragioni non ti riguardano.

 

  

   Ricordo il mio primo shock, una commentatrice che apprezzava i miei post pro-palestinesi. Mi copriva di lodi, poi si è accorta che scrivevo anche post pro-israeliani. Così  si è dichiarata molto delusa ed è scomparsa. E’ stato uno shock, a quell’epoca non c’ero abituato. Poi ho  scoperto che col tempo c’è un fisiologico ricambio di commentatori. Se guardi bene, quelli che ti frequentano adesso non sono gli stessi di un anno fa.  Sono come le cellule, si rinnovano in continuazione dando l’impressione che il tessuto sia sempre lo stesso. Ma a volte, un  giorno, accade il miracolo. Il commentatore perduto, quello scomparso da mesi o da anni, quello che ormai consideravi metaforicamente morto e sepolto, si manifesta di nuovo. Così, come se niente fosse, senza una parola di spiegazione. Riprendendo un dialogo che sembrava abbandonato soltanto ieri. E tu sei felice di saperlo ancora vivo, così scrivi  un “ciao, che piacere risentirti” che esprime solo in minima parte la gioia per il ritrovamento. In questi casi l’understatement è di rigore, le emozioni vanno solo accennate. Ma quel ritorno ti ha illuminato la giornata.

  

Dragor

 


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