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Alla scoperta dei materiali ceramici!

Creato il 18 settembre 2014 da Artesplorando @artesplorando

Alla scoperta dei materiali ceramici!

Andrea della Robbia, Madonna della cintola (terracotta invetriata)

Le materie ceramiche accompagnano da sempre la storia dell'arte dando esiti straordinari.
Ma cosa si intende per materie ceramiche?
Sono tutti quei prodotti ottenuti dalla cottura a temperatura elevata (900-1400 °C) di impasti composti da argilla ed acqua. Tali impasti, nelle mani degli artisti, nel corso dei secoli, hanno dato vita a vasi, anfore, busti, statue, bassorilievi, altorilievi, piatti, ecc.ecc... Tra i materiali tradizionali avrete sicuramente visto nei musei le terrecotte, le faience, le maioliche e le porcellane che andiamo brevemente a definire.
  • Le terrecotte sono materiali ceramici porosi, di colore variabile dal giallo al rosso scuro, ottenuti dalla cottura di argille contenenti minerali di ferro a temperature sotto i 1000 °C. Grazie alla sua stabilità, alla resistenza all'invecchiamento, e alla leggerezza che deve alla sua porosità, la terracotta è il più diffuso materiale da costruzione, chiamato con il nome di laterizio. La terracotta si distingue generalmente dal laterizio per una più accurata depurazione delle argille di partenza. Sono utilizzate sia senza rivestimento superficiale che con rivestimento. Le prime come ceramica strutturale e ornamentale: laterizi, vasi, brocche, ecc. Le seconde anche come vasellame da cucina: tazze, piatti. La ritroviamo fin dal periodo preistorico.
  • Faience deriva dal nome francese della città di Faenza famosa in epoca rinascimentale per la produzione artistica e artigianale della ceramica. Solitamente il termine indica un tipo di maiolica, materiale ceramico a impasto poroso, colorato, spesso decorato e caratterizzato da una vetrina di rivestimento a base di stagno.
  • La maiolica è un tipo di materiale ceramico caratterizzato da un corpo poroso, rivestito prevalentemente, per immersione, di uno smalto stannifero (o tutt'al più piombico). Il nome deriva da quello dell'isola di Maiorca uno dei centri più attivi in tale smercio nel medioevo. I primi ad utilizzare l'invetriatura furono gli antichi egizi, che trasmisero la tecnica ai paesi del Mediterraneo e di conseguenza la resto del mondo. Nel XVI secolo questa tecnica raggiunse il culmine della diffusione e del successo, sopratutto in Italia: richieste dai signori, le stoviglie istoriate, ormai di svariate forme, facevano bella mostra nei saloni ed erano spesso affiancate da stoffe pregiate, suppellettili in oro e argento, a dimostrare la potenza economica del padrone di casa. La produzione ceramica fa in questo periodo un salto di qualità, arrivando a dialogare strettamente con la pittura coeva, con la nascita di botteghe di pittori specializzate in questo tipo di decorazioni.
  • La porcellana è un prodotto ceramico a pasta compatta, bianco e a volte traslucido, costituito da materiale prevalentemente vetroso. L'impasto, cotto a temperature fra i 1200 e 1400 °C, contiene caolino e feldsapti;  si distinguono "la porcellana dura" e "la porcellana tenera". Il rivestimento viene applicato in crudo o dopo una prima cottura del corpo ceramico a bassa temperatura. Prodotta per la prima volta in Cina e importata in Europa a partire dal XVI secolo, la porcellana venne riprodotta con esiti più o meno soddisfacenti.
Sicuramente caso storico esemplare, italiano che ha dato esiti artistici di livello altissimo è quello della terracotta invetriata. La tecnica della terracotta invetriata venne messa a punto verso il 1440 da Luca della Robbia a partire da altri esperimenti di verniciatura. Essa, tramite un processo che assomiglia a quello della fossilizzazione, garantisce una straordinaria resistenza nel tempo indipendentemente dagli agenti atmosferici, che ne fecero uno dei supporti artistici più apprezzati fin dal Rinascimento. Essa è inoltre uno dei più duraturi metodi per dare policromia alla scultura, e permise la realizzazione anche di vere e proprie pitture "imprigionate" nella ceramica, nonostante l'iniziale limitatezza dei colori disponibili. I prodotti con tale tecnica vengono spesso chiamati robbiane

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