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“alle cinque della sera”, lamento funebre di federico garcía lorca

Creato il 08 ottobre 2013 da Postpopuli @PostPopuli

di Nicola Pucci

Non so quanto Federico García Lorca fosse veramente appassionato di tauromachia, ma nel 1935, dunque pochi mesi prima di cader vittima della follia omicida della Guardia Civil al soldo del generalissimo Francisco Franco, diede forma al suo vecchio amore per la rima cadenzata e scrisse una delle sue poesie più struggenti, “Lamento per Ignazio Sanchez Mejias“, nota anche come “… alle cinque della sera … “.

garcia lorca ALLE CINQUE DELLA SERA, LAMENTO FUNEBRE DI FEDERICO GARCÍA LORCA

Federico García Lorca – da lastambergadeilettori.com

E’ il cordoglio funebre per l’amico torero che muore in corrida “… alle cinque della sera/Eran le cinque in punto della sera/Un bambino portò il lenzuolo bianco/alle cinque della sera/Una sporta di calce già pronta/alle cinque della sera/Il resto era morte e solo morte/alle cinque della sera…”.

Ma è anche la tragica esaltazione della corrida stessa, sentita come una sorta di rito religioso, come un supremo confronto tra forza e intelligenza, tra brutalità ed eleganza, istinto e ragione “…alle cinque della sera/Solo il toro ha il cuore in alto!/alle cinque della sera/Quando venne il sudore di neve/alle cinque della sera/Quando la piazza si cosparse di iodio/alle cinque della sera/La morte pose le uova nella ferita/alle cinque della sera…”.

Pertanto, in questo lamento accorato e commosso, la disperazione della morte è offuscata dall’esaltazione dell’eroismo “…alle cinque della sera/Ossa e flauti suonano nelle sue orecchie/alle cinque della sera/Il toro già mugghiava dalla fronte/alle cinque della sera/La stanza si iridava di agonia/alle cinque della sera…”, il torero è vinto ma ha dato prova di coraggio e con la morte sopravviene l’omaggio della gente “…La folla rompeva le finestre/alle cinque della sera/Ah! Che terribili cinque della sera/Eran le cinque a tutti gli orologi/Eran le cinque in ombra della sera…”.

Lorca è poeta di sentimenti impetuosi e ardenti, ed in questo vi è il suo essere andaluso; allo stesso modo i versi scorrono fluidi pur ammantati della drammaticità della vita, concepita come l’ineluttabile fatalità di eventi che culminano nella morte.

Già, proprio quell’ineluttabile fatalità di eventi che costeranno la vita a Lorca, oracolo di sè stesso nelle tragicità della morte precoce. Troppo precoce.

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