In vista delle Primarie del PD dell’8 dicembre, abbiamo chiesto agli elettori quali sono i motivi che li hanno spinti a votare per uno o per l’altro candidato.
Perché votare per Giuseppe Civati?
Domenica 8 dicembre voterò Pippo Civati perchè credo che il centrosinistra italiano debba provare a portare avanti e tenere a cuore le ragioni degli indignati al governo del Paese e che cercano finalmente un’offerta politica nuova ed efficace. Voto Civati perchè non credo nel semi-presidenzialismo, ma credo sia necessario ridurre il numero dei parlamentari. Voto Civati perché voglio che tra le prime riforme vi sia quella elettorale con un ritorno al Mattarellum, quella sul salario minimo, il reddito minimo garantito e un sussidio universale di disoccupazione. Voto Civati perchè voglio vivere in un Paese in cui si possa dire BASTA ai concorsi unici, che combatta il conflitto di interessi. Credo nell’abolizione della legge Bossi-Fini e vorrei procedure più semplici per la permanenza degli immigrati: non sono nemici ma uomini, donne, bambini che condividono con noi città, luoghi di lavoro e scuole e con cui dobbiamo essere pronti a collaborare. Voto Civati perchè credo nella laicità che non è “di parte” ma costitizionale. Voglio poter dire sì all’adozione di bambini a coppie dello stesso sesso. Voto Civati perchè vorrei rappresentare la generazione di giovani che chiede risposte con un’urgenza un po’ diversa dalla politica attuale: abbattere le disuguaglianze tra studenti in termini di reddito, provenienza e istituto; perchè vorrei scuole dell’infanzia più accessibili con il tempo pieno garantito ovunque e per quanto concerne l’università e la ricerca un aumento dei fondi a disposizione. Voto Civati perchè vorrei un’economia sostenibile. Voto Civati perchè, da ragazza di 22 anni, cittadina italiana, studentessa ed iscritta al Partito Democratico, vorrei l’apertura del partito alla società civile. Voto Civati perchè vorrei far parte di un motore acceso da tante forze che dia inizio a una sinistra di governo che coltivi l’alternanza e un’idea di democrazia conflittuale e non accordista.
Marta – 22 anni
Voto Civati, innanzitutto, perché è un politico che ascolta. In questa società caotica, saper ascoltare gli altri è la più grande ricchezza che si possa avere. Sono moltissime le immagini di iniziative sui territori in cui Pippo ascolta, dibatte e prende appunti sul suo immancabile taccuino. Sono moltissimi i post sul suo blog in cui risponde direttamente a messaggi o e-mail di elettori e iscritti che gli fanno le domande più scomode e disparate, perché secondo lui è da lì che provengono gli spunti più stimolanti.
Voto Civati perché se dovessi usare una parola per definire il suo percorso politico, il suo documento congressuale, sceglierei la parola “collettivo”. Sì, perché è questo il modo in cui è stato costruito. Con la collettività (militanti, cittadini, professori, professionisti…), nella collettività (fra associazioni come Libera, Comitati come quello per l’acqua Pubblica) e per la collettività (i cittadini e gli elettori a cui ogni singola parola è dedicata con passione).
Voto Civati perché quando parla di tematiche importanti dimostra un coraggio delle idee tutto suo. Civati non è uno che si accontenta di fare “qualcosa”, quando decide di muoversi partirà fin da subito dicendoti che vuole fare “quella cosa”. Così è per l’ambito dei diritti civili in cui chiede matrimoni e adozioni anche per le coppie omosessuali, così è per l’ambito della sostenibilità ambientale quando chiede che diventi il codice fondamentale del vivere civile ma anche delle politiche industriali, così è per l’ambito delle riforme quando chiede il cambio immediato della legge elettorale (senza aspettare che la situazione precipiti) o quando chiede una legge chiara sul conflitto di interessi.
Insomma, voto Civati perché credo profondamente nel progetto che lui rappresenta e penso che se dedicassimo un po’ di tempo anche noi ad ascoltare lui, scopriremmo che le sue proposte fanno bene a tutti noi.
Ludovica Cioria, 24 anni