Gli Ospedali psichiatrici giudiziari (Opg) erano stati chiusi con una legge del 2012 a seguito, da ultimo, della situazione di degrado rilevata dall'inchiesta di una commissione parlamentare istituita ad hoc, presieduta dall'allora senatore e attuale sindaco di Roma, Ignazio Marino. Alla base della decisione, la considerazione che le misure di sicurezza applicate a persone affette da malattia mentale non dovessero rispondere a criteri di repressione e detenzione, quanto di cura e di reinserimento. La legge aveva in un primo tempo indicato la data del 31 marzo 2013, prorogata poi al 1° aprile 2014, per dar tempo alle Regioni di trasformare gli Opg esistenti in strutture rispondenti ai nuovi criteri, le cosiddette Rems (Residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza sanitaria). Ora, da una relazione dei ministri della Giustizia e della Salute presentata al Parlamento, si è venuti a sapere che i programmi regionali di riconversione delle strutture esistenti non permetteranno di mettere la parola fine ai vecchi Opg nemmeno per il 1° aprile prossimo, sarà cioè necessaria un'ulteriore proroga. Questa volta però, si legge nella relazione, alle Regioni inadempienti verrà applicata una sanzione. Il comitato Stop OPG teme che il tutto si traduca in una regionalizzazione degli attuali ospedali psichiatrici giudiziari, vale a dire che cambierebbe la forma, ma non la sostanza.
Link di riferimento:
"Relazione finale sulle condizioni di vita e di cura all'interno degli ospedali psichiatrici giudiziari, Senato della Repubblica", "Commissione parlamentare d'inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Servizio sanitario Nazionale", 20 luglio 2011;
"Opg, la chiusura resta un miraggio" di Alessia Guerrieri, da Avvenire del 2 gennaio 2014;
"Superare gli Opg, Trieste esempio da seguire" di Pierpaolo Pitic, da Il Piccolo del 19 gennaio 2014.
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