Alleanza educativa: riflessioni e buone pratiche per #educareinsieme

Da Jessi

Comincio da questa, sulla scuola.

Da ormai un anno, da quando cioè aveva 10 mesi, Bibi va al nido. Prima di prendere questa decisione abbiamo provato con una tata in casa, pensando che una figura di riferimento e l’ambiente familiare fossero la soluzione migliore per una bimba tanto piccola- come ci dicevano in tanti. Ci siamo trovate molto bene con tata Ale, era fine estate e loro stavano spesso fuori a giocare. La tata però ci ha dovuto lasciare e noi abbiamo avuto davanti la scelta di nuovo da fare: nido o tata? Si trattava di una scelta difficilissima per noi, soprattutto perché non avevamo altre persone di riferimento disponibili e avremmo dovuto affidarci a qualcuno che non conoscevamo. Nel frattempo, ho letto, parlato con le amiche, confrontato esperienze. E siamo andati a visitare tre asili nido.

La scelta è stata facile, alla fine, perché in uno di questi ci siamo sentiti a casa. In uno, abbiamo riconosciuto l’ambiente in cui avremmo voluto che nostra figlia crescesse. La lista dei criteri ufficiali per scegliere una struttura educativa per la primissima infanzia ci era nota, ma, a questi fattori ufficiali e oggettivi, ne abbiamo aggiunti altri, personalissimi: l’ambiente allegro e vivace, l’esperienza di una cara amica e del piccolo Niccolò, le finestre grandi e l’ambiente luminoso, la possibilità per i bambini di muoversi negli spazi in base alle loro capacità e interessi e non solo in base all’età. Mi è piaciuto che le tate fossero sorridenti e vivaci, trovarle la sera a ballare con gli ultimi bambini rimasti. Perché non c’è miglior modo di stare con i bambini che divertirsi con loro, soprattutto quando si è stanchi e a tutti viene nostalgia di casa.

In questo primo anno di nido, abbiamo tante volte apprezzato l’aiuto che la condivisione del compito educativo ci dava. Non solo sapere che nostra figlia era affidata a persone affidabili, in un luogo sicuro e divertente. Ma anche sapere che stava imparando a crescere in un ambiente confortevole ma complementare a quello familiare. La piccola comunità le ha fatto incontrare tanti bambini, altri genitori, altri modi di parlare e relazionarsi. Nei primi tempi, ero molto in ansia e osservavo ogni piccolo gesto e reazione della mia bimba per capire se stava bene, se viveva esperienze che l’arricchivano… Un giorno, in libreria, ho avuto conferma di tutto questo quando ad una lettura per bambini lei si è allontanata da me per andare in mezzo ai bimbi, più grandi e sconosciuti, senza nessuna paura, ma con grande curiosità, tanto che quest’immagine per me è diventata un po’ il simbolo della forza che da l’essere sicuri di sé e degli altri, dell’auostima e della fiducia che vorrei crescessero con lei (ne ho parlato anche qui).

Non credo che il nido sia l’unico modo- ovviamente- per raggiungere questi obiettivi, ma credo che sia importante poter creare un legame di fiducia, di simpatia, di alleanza tra educatori, figure di cura, familiari e genitori, in qualsiasi situazione scegliamo per crescerli. Un legame che non è mai facile, e che spesso è difficilissimo anche tra gli stessi familiari: al nido, ad esempio, c’è una nonna che quando viene a prendere la nipotina le porta sempre un cappellino da sostituire con quello che le fa indossare la mamma la mattina. La motivazione è che lei l’altro non riesce a metterglielo, io ho pensato che forse questo l’ha cucito lei stessa ma alla mamma non piace… fatto sta che ognuna mette alla bimba il cappello che vuole, senza riuscire a trovare un accordo.

Tra un anno, per noi verrà il momento di scegliere la scuola materna e sono molti gli interrogativi e i dubbi ci poniamo. La mia speranza è quella di trovare un ambiente educativo altrettanto caldo e allegro, stimolante e sereno di quello in cui Bibi ha passato le sue mattine in questi suoi due primissimi anni.

Mi piacerebbe poter continuare a contare sulla scuola come un’alleata nell’educazione della mia bambina. Per questo, vorrei sistematizzare la ricerca che già abbiamo iniziato insieme sulla nostra pagina Facebook, raccogliendo esempi di buone pratiche, esperienze e riflessioni sui vari modi che nelle scuole di ogni ordine e grado si mettono in pratica per creare tra famiglia e istituzione un rapporto di alleanza e sostegno reciproco.

Ho fatto supplenze nelle scuole, so quante difficoltà si incontrano da insegnanti e, d’altra parte, quante esigenze delle famiglie non trovano risposte adeguate nel sistema scolastico attuale.

Vorrei provare a parlarne insieme, a raccogliere spunti, letture, racconti e materiali in modo da fare del dialogo e della rete un luogo per concrete proposte di miglioramento e di confronto nel rapporto tra scuola e famiglia.

Com’è la vostra scuola ideale? Quali materie o quali metodi adotta? Come vi integra nella vita scolastica?

Se siete insegnanti, come potrebbero le famiglie contribuire al ruolo educativo in modo costruttivo?

Con quali accorgimenti, il vostro compito di insegnanti o familiari sarebbe agevolato?

Quali incontri semplificano o complicano il vostro compito? Quali sono gli ostacoli maggiori che vorreste veder rimossi? Quali esperienze innovative avete consociuto, vissuto o vi piacerebbe vedere realizzate?

La tecnologia: alleata, avversaria o inutile?

Come fare? Su Twitter e suoi blog, segnalate riflessioni e post usando come hashtag o titolo #educareinsieme. Se non avete blog o Twitter, potete condividere le vostre proposte su Facebook o qui sul blog scrivendomi a parlareconibambini@gmail.com

Vi aspetto!

Sull’alleanza educativa:

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