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La mattina dopo lui le chiede dei soldi in prestito , le dà un numero di telefono falso e sparisce nel nulla.
Gloria non si dà per vinta e lo cerca per ogni dove fino a che lo trova in un locale a fare quello che gli riesce meglio: sedurre donne e spillare loro un po' di soldi.
E perché non fare questa cosa di professione? Gloria abbandona la figlia da un'amica e da lì in poi si fingerà sorella di Michel quando troveranno donne da abbindolare e truffare.
Ma lei ha una gelosia che supera la patologia e questo le provoca forti crisi quando Michel è al lavoro sulle donne bersaglio della loro truffa.
Queste crisi di gelosia sfociano in omicidi brutali da parte di Gloria...
Di solito mi informo sempre in maniera molto parziale sulla trama di un film perché non voglio rovinarmi la sorpresa. Diciamo solo il minimo sindacale per capire se il film mi possa interessare o meno.
E questo diktat vale soprattutto per un tipino come Fabrice Du Welz , uno che ha popolato le mie notti insonni con una robetta come Calvaire ed è arrivato quasi a farmi comprendere fisicamente la sofferenza di una madre in Vinyan, uno dei film più belli e assurdamente ignorati degli ultimi anni.
Di Alleluia sapevo solo che era una storia d'amore un po' particolare.
Forse l'amour fou targato Du Welz.
Le prime sequenze mi ingannano: Gloria, una Lola Duenas che nel film assume così tanti registri interpretativi che lascia letteralmente sbigottiti, è una donna tendente alla mezza età che fa un lavoro veramente di merda.
Lava i cadaveri all'obitorio dell'ospedale: conoscendo il regista quasi quasi mi aspetto una svolta necrofila alla Nacho Cerda ma almeno su quello vengo risparmiato.
Gloria è una donna sola, che non si fida più di quei bastardi degli uomini, vive nel proprio mondo ovattato assieme a una figlia piccola e quasi accetta malvolentieri di conoscere un uomo attraverso un sito di cuori solitari.
Eppure lo fa e soprattutto non se ne pente.
E qui vorrei dire una cosa al mio caro Du Welz.
Fabrice, amico mio, sei un gran bastardo.
Prima mi fai quasi affezionare a una donna che sembra così fragile e indifesa , una che addirittura vorrebbe annullare il proprio ruolo di amante pur di stare vicino a quello che considera ora il suo uomo, una che a parole è capace di fustigarsi le carni, portare un cilicio di filo spinato per non cadere in tentazione, che accetta quasi con gioia il ruolo di subalternità nella relazione con Michel.
E poi che fai?
Mi dai talmente tanti calci in bocca e nello stomaco che io sto ancora lì in un angolo a leccarmi le ferite perché mi hai fatto entrare nel mio cuoricino cinefilo una vera e propria Erinni in cui il fuoco dell'amore, della passione ma soprattutto della gelosia patologica brucia ogni possibilità di relazione stabile e serena con Michel.
Alleluia è la storia di Gloria e della sua furia omicida incontrollata ma non è uno slasher come si potrebbe pensare in cui il regista si diverte a cesellare le sequenze più sanguinose : è l'ennesima variazione sul tema dell'amour fou , tanto frequentato nella Nouvelle Vague francese e ora rivisitato da questo belga che più va avanti e più mostra la sua sfrontatezza.
Che a noi piace tanto.
La regia di Du Welz è un caleidoscopio di stili e di colori, addirittura organizza una delle sequenze più feroci del film come se fosse un numero in un musical, la fotografia è spesso sgranata e straniante creando una sorta di limbo spazio temporale in cui vivono questi due amanti terribili.
Diviso in vari capitoli che hanno il nome delle donne che la coppia riesce a catturare nella propria tela di ragno, Alleluia coincide in massima parte con lo sguardo di Gloria concedendo un contrappunto a Michel solo nell'episodio conclusivo, quello in cui cominciano ad apparire le prime crepe nel loro rapporto.
Alleluia è un film totale che ti maltratta e ti lascia lì in un angolo, sballottato e svuotato di ogni energia.
E meno male che è un film che parla d'amore.
Sentimento asimmetrico in cui uno dei due partner è sempre il cardine di tutto.
Basato sulla storia vera dei cosiddetti "Killer dei cuori solitari", al secolo Martha Beck e Raymond Fernandez ( se interessa la loro storia la trovate qui).
Per il ruolo femminile la prima scelta di Du Welz era Yolande Moreau ( vedendo le foto della vera Martha Beck quasi una scelta obbligata) ma lei ha gentilmente non ha accettato la parte.
Ma ode a Lola Duenas, creatura almodovariana che offre un'interpretazione straordinaria.
Qui la recensione di Lucia
PERCHE' SI : l'amour fou targato Du Welz, Lola Duenas straordinaria ma Laurent Lucas non è da meno, regia eccellente , confezione accurata con l'illuminazione naturale a dare un tocco di prezioso in più...
PERCHE' NO : difficile trovare difetti: per qualcuno sarà troppo brutale, lo schema narrativo si ripete più volte, emotivamente difficile da sopportare.
LA SEQUENZA : l'ultimo omicidio, quello di Solange e la fuga della bambina.
DA QUESTO FILM HO CAPITO CHE :
Fabrice Du Welz è un gran bastardo ma io lo amo tanto.
I siti per cuori solitari sono l'abisso che guarda dentro di te o possono diventarlo molto facilmente.
Non avrei mai pensato che Lola Duenas potesse recitare un ruolo così eccessivo.
Non ho mai visto narrare in modo così completo l'asimmetria delle relazioni sentimentali.
( VOTO : 8 / 10 )
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