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Detto in modo ancor più volgare, sai che questo cazzodipianeta contiene in gran copia elementi che cortocircuitano ogni mia attività in sequele sterminate di starnuti e jaculazioni lacrimevoli?
Eh: ora lo sai. Nel corso degli anni ho inventato al riguardo belle perifrasi. Tipo, tra uno starnuto e l'altro, inveisco “ma ti pare che un Majale, invece di lasciare (placidamente come tutti gli altri) che ci si cibi delle sue Carni, s'ènventato sto meccanismo per cui alla sessualità dei fiori tu reagisci starnutendo?”. È questa, dovrai ammettere, una pruderia invero riprovevole, roba da I-II stato di prima della rivoluzione francese.
Oppure quella battuta, “per me, vedere sti tocchi di polline fluttuante è come per un musulmano vedere le porchette che volano”. La ricordo, stranamente, perché grazie ad essa feci ridere di gran gusto una bellissima ragazza che però eravamo tutteddue fidanzatissimi. Ancora me la rigioco, ogni tanto; e anche questo è strano, perché contrario al mio codice personale, e infatti soggiungo sempre che mi sto autocitando. Si ricade sempre lì: nell'auto&citazione. Ed è vista che si abbassa, e pelo sulle mani. Ma solo per chi ci crede.
Ma tu, ci pensi? La più bella stagione del mondo (ci sarebbe l'estate, ma come direbbe Ghepardi quella è La domenica del villaggio), rovinata ogni volta perché tu devi starnutire in continuazione. Che ne so, è come se ogni volta che stai per mettere un record a flipper ti si forma una caccola da mezzo chilo e tu devi star lì a scaccolartela davanti a tutti.
Calcola che, beffa delle beffe, ogni volta che scrivevo starnutire o starnuti il correttore automatico di Open Office me ne segnalava la corretta grafia. Sin da piccino infatti ci sono parole che io mi sbaglio sempre a dire. Tipo sternutire, formacia, sargente. Che strano: è la prima volta che le scrivo per esteso così, appositamente sbagliate, e mi fa strano scriverle così, cioè, è come se fosse una dislessia solo verbale. Le dico giuste, ma ogni volta, prima di dirle, un po' ci devo pensare. La prossima volta che m'incontri (se m'incontri, sono così evasivo) prova a fare questo gioco: senza farti accorgere cerca di farmele dire e vedi se ci fai caso, a quella micropausa. Okkio che è facile che ti bekko, cerca un buon trukko o mi akkorgo se cerchi di farmele dire apposta. Quelle volte lì sono xlap. molto concentrato.
Insomma, capì? “Allergia!”, “Allergia!”.
Questo slogan pensavo, handicap o cavallino “e tutto questo genere di cose”, mentre spazzavo il terrazzo dove usualmente di questi tempi inizio a prendere il sole. C'erano sopra ere geologiche di fogliame fossilizzato, ragni, porcellini di S. Antonio (ma non so se si può dire, in questi tempi di SS. Pedofilia). Ragnatele, polvere. Ah! sono allergico anche alla polvere, naturalmente. Chiedi alla polvere.
Il tutto condito da robuste & generose spruzzate di polline, la risaputa sborra floreale.
Quei sboroni di fiori, quindi, mi facevano sta(grazie, correttore di Open Office)rnutire. Allora pensavo che mi potevo mettere le mascherine, le avevo comprate quando avevo dovuto scartavetrare l'interno di tutti gli armadi a muro di casa, altra giornata di gran starnuti, quella. Ma tanto poi lacrimavo. A dire la verità, una volta che per l'allergia stavo a sbroccare infatti mi ero messo per casa la maschera del mare. Ma poi, pensavo, potevo farmi vedere dai miei vicini o dagli astanti sottocasa (molti dei quali essendo i transessuali prediletti dal Marrazzo) in quelle condizioni? Che avrebbero pensato di un pelato che a torso nudo per il gran caldo si spazzava di buona lena il terrazzo colla mascherina antipolvere e la maschera da sub, in questa bella giornata primaverile?
Che poi (fremendo di rabbia), non esistono delle popolazioni appositamente pensate per la pulizia dell'Occidentale? Non lo so; io pensavo che i Filippini puliscono, gli Americani fanno le guerre e gli Italiani i vini. Ma forse mi sbaglio, forse non è una Piccolaamicadeicavalli la zoccola che in quelle rare mattine in cui potrei dormire mi sveglia alle 8 in punto dal piano di sopra per iniziare a pulire facendo cadere rovinosamente in terra qualsiasi cosa, coi suoi luridi zoccoletti di legno che almeno due volte salendo su le ho porcodiopregato di rimuovere per sempre, colla scusa delle mie registrazioni. Ha la metà dei miei anni, la layda fornycatrice, e già due piccole scimmie che amano percorrere correndo e urlando le diagonali del rettangolo che fa a loro da pavimento e alla mia camera da letto da soffitto. Chiaramente, durante il suo lavoro di Pulizia dell'Occidentale se le porta appresso, penso per dargli delle banane all'ora esatta.
Oltretutto la situaz. di avere x casa una simbatica orientaleggiante potrebbe ingenerare delle ghiotte occasioni prossime di peccato.
E allora, perché? perché io & il mio terrazzo no? non siamo forse ambedue Occidentali?
Quest'organizzazione mondiale è bella: io sono bravo a spiegare le recchie agli altri, i Piccoliamicideicavalli a pulire. Perché ciascuno non può fare il proprio lavoro? Non so, ti pare bello che 1 Piccoloamicodeicavalli a un certo punto deve spiegare una cosa delle recchie a 1 amico suo, e lo fa in un modo orrendamente approssimativo? Non è meglio che chiama me, e per circa quattrovoltetanto la sua paga oraria di Pulitore di Occidentali il suo povero amico riceva una spiegazione come si deve? il tutto basandosi non tanto sull'arretratezza di 1 economia di baratti (èssi civile 1 volta tanto), ma attraverso la poderosa invenzione della Cartamoneta (altrimenti Marcopoloper il mondo checcazzo ci girava a fare), generando movimenti dell'economia e arricchendo giustamente alLe Banche e a Berlusconi che poverino non è che avrà molto ancora da campare?
Ma tanto tu che ne sai. Acquestora starai a viverti la tua vita-fotocopia. La so io la risposta, invece.
É che il mio coinquilino, Er Fratemy, non gradisce che le sue cose vengano toccate dalle manacce dei Amicideicavalli, per quanto Piccoli essi siano. Non so, magari forse ha paura che le si sporchino tutte di biada.
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Eppoi il vino, io manco lo bevo. Sono astemio praticante, nonché una mera espress. geografica.
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