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Allora se non ho capito male, e riassumendo un po rozzamente

Creato il 20 dicembre 2010 da Diarioelettorale

Bankitalia dice che:

Un 10% del totale dei nuclei familiari ha il 45 % della intera ricchezza in mano agli italiani
nel mezzo ci sta il 40% dei nuclei familiari che ne hanno il 45%
ed infine al 50% dei nuclei familiari resta solo il 10% della ricchezza nazionale.

Ed infine conclude che stiamo tutti bene o quasi.

Ah bè, si bè !

ANSA – ROMA – Il 45% della ricchezza complessiva delle famiglie italiane alla fine del 2008 e’ in mano al 10% delle famiglie. E’ uno dei dati contenuti nel rapporto su ”La Ricchezza delle famiglie italiane” elaborato dalla Banca d’Italia. La meta’ delle famiglie italiane, quelle a basso reddito, detiene solo il 10% della ricchezza complessiva.

Il numero di famiglie con una ricchezza netta negativa, alla fine del 2008 era pari al 3,2 per cento, in lieve ma graduale crescita dal 2000 in poi. Tuttavia, secondo le stime disponibili, nel confronto internazionale l’Italia registra un livello di disuguaglianza della ricchezza netta tra le famiglie piuttosto contenuto, anche rispetto ai soli paesi più sviluppati. Tra la fine del 2008 e la fine del 2009 la ricchezza netta per famiglia è diminuita dello 0,3 per cento a prezzi correnti e dello 0,2 a prezzi costanti. Sempre a prezzi costanti, la ricchezza netta per famiglia è tornata su livelli di poco inferiori a quelli che si registravano alla fine del 2005.

DEBITI FAMIGLIE ITALIA MENO DI USA-FRANCIA – Nel confronto internazionale le famiglie italiane risultano poco indebitate; alla fine del 2008 l’ammontare dei debiti era stato pari al 78% del reddito disponibile lordo: in Germania e in Francia esso risultava pari a circa del 100%, negli Stati Uniti e in Giappone al 130%. Lo afferma la Banca d’Italia. Il 41% dei debiti delle famiglie italiane è rappresentato dai mutui per l’acquisto della casa.

A fine 2009 le passività finanziarie delle famiglie italiane erano costituite per circa il 41 per cento da mutui per l’acquisto dell’abitazione; la quota di indebitamento per esigenze di consumo ammontava a circa il 12,5 per cento, quella per altri usi personali al 21,4 per cento. I debiti commerciali e gli altri conti passivi costituivano circa il 22 per cento delle passività delle famiglie. Tra la fine del 2008 e la fine del 2009 il valore dei mutui per l’acquisto dell’abitazione, spiega Via Nazionale, è aumentato del 2 per cento, un tasso in forte decelerazione rispetto agli anni precedenti: tra la fine del 2007 e la fine del 2008 era stato pari al 5 per cento; il tasso medio annuo di crescita tra il 1995 e il 2007 a quasi il 17. Una decelerazione ha caratterizzato anche il credito al consumo, dal 23 per cento in media nel periodo 1995-2007, al 6 e 4,7 per cento negli ultimi due anni. Secondo studi recenti, citati da Palazzo Koch, la ricchezza netta mondiale delle famiglie ammonterebbe a circa 160.000 miliardi di euro. La quota relativa all’Italia sarebbe pertanto di circa il 5,7 per cento; tale quota appare particolarmente elevata se si considera che l’Italia rappresenta poco oltre il 3 per cento del Pil mondiale e meno dell’1 per cento della popolazione del pianeta. L’Italia, si legge nello studio, appartiene alla parte più ricca del mondo, collocandosi nelle prime dieci posizioni tra gli oltre 200 paesi considerati nello studio, in termini di ricchezza netta pro-capite. Il 60 per cento delle famiglie italiane ha una ricchezza netta superiore a quella del 90 per cento delle famiglie di tutto il mondo. Quasi la totalità delle famiglie italiane ha una ricchezza netta superiore a quella del 60 per cento delle famiglie dell’intero pianeta.

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