Magazine Giardinaggio

Almanacco

Da Fluente

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Buon sabato da Federico e dall’almanacco, appuntamento del fine settimana di “GiardinoWeb”.Oltre al tempo decisamente autunnale sebrerebbe che ci sia nelle prossime ore anche l’arrivo dei primi fiocchi di neve,forse un pò presto ma per saperne di più vediamo cosa dicono gli esperti con la prima rubrica “meteosettimana”. 

METEOSETTIMANA

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E ora l’autunno gioca a fare l’inverno: nel week-end si parte con il nordPrima sortita del freddo ad iniziare dalle nostre regioni settentrionali e, con essa, arriveranno anche le prime nevicate fino a quote basse in montagna. Anche il centro e il sud avranno la loro parte, ma a scoppio leggermente ritardato.

E’ un copione che sembra ripetersi a un anno esatto di distanza. Allora, nell’ottobre del 2009, il salto tra la stagione uscente e l’anticipo di un inverno incalzante fu ancora più aspro ed evidente. La storia recente di questo esordio autunnale 2010 invece ha già inanellato una serie di eventi tipici del periodo, primi fra tutti i frequenti e ripetuti nubifragi da giorni all’onore delle cronache.

Ora si volta pagina; l’attenzione di chi vede oltre si sposta sull’orizzonte settentrionale. Sarà infatti dal grande nord, e precisamente dalla regione scandinava, che si staccherà letteralmente un pezzo di vortice polare. Il moncone freddo ci piomberà addosso in men che non si dica, nel breve spazio di un weekend, il prossimo.

Ecco dunque il peggioramento ad iniziare dalle nostre regioni settentrionali, ecco le prime serie nevicate anche a quote basse per la stagione sulle Alpi, ed ecco il sensibile calo delle temperature, laddove fa comunque già più freddo della norma. Insomma un antipasto invernale in piena regola.

Dopo la prima sortita perturbata al nord, ci attendiamo a ruota, per essere più precisi da lunedì, la relativa risposta per il centro e per il sud, dove la natura comunque concederà qualche giorno di tregua, dopo le pesanti precipitazioni degli ultimi giorni.

Insomma ottobre si avvia lungo la strada di una stagione fredda davvero precoce. Senza dubbio si tratta di un episodio, non certo di un trend stagionale. Sembra tuttavia assodato, grazie ai suggerimenti che ci pervengono dai modelli probabilistici a lunga gittata, che da qui agli inizi di novembre ci potrà essere comunque ben poco spazio per un autunno mite e stabile in tipico stile anni ’90. Quindi prepariamoci, l’ora del cambio di abbigliamento è ormai già scoccata.

SINTESI PREVISIONALE FINO A VENERDI 22 OTTOBRE

SABATO, 16 OTTOBRE 2010

Nubi irregolari un po’ su tutto il Paese, in ulteriore intensificazione al nord e nelle zone interne del centro dove, nella seconda parte del giorno, saranno probabili anche le prime precipitazioni. Le schiarite più convinte solo su est Sardegna, sud Sicilia e Puglia. Maestrale in rinforzo sulla Sardegna.

DOMENICA, 17 OTTOBRE

Maltempo al nord, con precipitazioni frequenti, meno probabili su Piemonte, Valle d’Aosta e Ponente ligure. Nevicate sulle Alpi centro-orientali fin verso i 1500-1700 metri.  Sul resto d’Italia nubi irregolari, ma asciutto. Ampi rasserenamenti sulle regioni del medio versante adriatico, Basilicata, Calabria, sud Sicilia ed est Sardegna. Maestrale su quest’ultima regione. Temperature in sensibile calo al nord.

LUNEDI, 18 OTTOBRE 2010

Moderata instabilità al nord, con qualche rovescio residuo su est Lombardia, Triveneto ed Emilia Romagna. Neve in montagna oltre i 1700 metri. Altrove abbastanza soleggiato, pur con frequenti annuvolamenti, specie nelle zone interne del centro e al sud, con qualche locale rovescio non escluso. Sempre Maestrale in Sardegna. Calano le temperature anche al centro e al meridione.

MARTEDI, 19 OTTOBRE 2010

Rasserena al nord e sulle regioni del medio versante tirrenico. Bello anche sull’est della Sardegna. Altrove instabile, con rischio di rovesci, nevosi sulle cime appenniniche oltre i 2000 metri. Freddo per il periodo.

MERCOLEDI, 20 OTTOBRE 2010

Torna il sole su gran parte d’Italia. Poche nubi solo sulle creste alpine di confine. Temperature in generale rialzo, ma clima ancora freddo per il periodo.

GIOVEDI 21 e VENERDI 22 OTTOBRE 2010

Prevalenza di tempo soleggiato, con pochi annuvolamenti occasionali e assenza di precipitazioni. Temperature in generale ripresa.

Luca Angelini

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PROVERBIO

Ottobre piovoso,
campo prosperoso.

LAVORI IN GIARDINO

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In cassetta si seminano le piante da porre a dimora a fine inverno. Si effettuano anche le semine e le trasemine dei nuovi tappeti erbosi. A dimora, all’aperto, si trapiantano le piante biennali da fiore (garofano dei poeti, non ti scordar di me, primula, digitale, campanula, malvarosa, viola del pensiero, violacciocca ecc.), gli alberi (è l’ultimo mese buono per le conifere), le ortensie e i rosai. Si interrano i bulbi a fioritura precoce e primaverile (tulipano, croco ecc.). Si moltiplicano per talea i sempreverdi e alcune specie a foglia caduca (rosa, forsizia, spirea ecc.) e le si colloca in terra per la radicazione. Si dividono i cespi delle erbacee perenni (alisso,
veronica ecc.) e quelli rizomatosi dei gigli e li si ripianta in piena terra all’aperto.

CONSIGLI

Il mais per i conigli

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Il mais è l’alimento principe nella dieta degli animali da cortile. Anche nell’alimentazione rurale del coniglio questa pianta
può essere utilizzata in diverse forme. La granella essiccata (13-14% di umidità) può essere somministrata agli animali sfusa, o ancora attaccata al tutolo sotto forma di pannocchia intera. Distribuita sul terreno o sul pavimento delle gabbie, verrà rosicchiata dagli animali per utilizzarne le sostanze nutritive. Una buona granella di mais, infatti, contiene un 9-11% di proteine e un 65-70% di zuccheri. È, però, scarsa in fibra. Questa carenza verrà equilibrata dai tutoli della pannocchia, che contengono circa il 32% di fibra grezza e che sono appetiti dai conigli. Cime, foglie, cartocci e stocchi macinati possono costituire la lettiera permanete dei conigli allevati a terra.

La storia del Bacio Perugina

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Ma cosa c’entra il Bacio Perugina con Luisa Spagnoli, nota in tutto il mondo per aver dato vita al celeberrimo marchio di abbigliamento?Ebbene…forse non tutti sanno che la “mamma” del bacio Perugina è proprio lei!
Ma riprendiamo la storia dal principio: siamo nel 1922, Francesco Andreani, Leone Ascoli, Annibale Spagnoli e Francesco Buitoni sono i soci fondatori che nel 1907 hanno dato vita alla storica fabbrica della Perugina. La leggenda vuole che Luisa Spagnoli, moglie di Annibale, aiutando il marito in fabbrica, aveva notato che durante la lavorazione dei cioccolatini venivano buttati via chili di briciole di nocciole. Da qui nacque l’idea di impastare i frammenti di nocciola con il cioccolato. Ciò che ne venne fuori fu uno strano cioccolatino tempestato di frammenti di nocciole, dalla forma irregolare, quasi a ricordare l’immagine di un pugno chiuso, dove la nocca più sporgente era rappresentata da una nocciola intera.Fu proprio questa forma particolare a conferire all’odierno Bacio il suo primo nome: Cazzotto!Il cioccolatino era buonissimo e riscosse immediatamente un successo clamoroso dovuto sia al sapore molto gradevole che alla particolarissima forma, tuttavia sebbene il nome fosse certamente originale, Giovanni Buitoni non era convinto che fosse una buona idea proporre dei cioccolatini da regalare con il nome di “cazzotti”. Decise così di ribattezzare la sua “creazione” con un nome più dolce e certamente più consono alle occasioni del suo utilizzo, nasce il “Bacio” Perugina che si porta dietro tutta una serie di slogan legati a gesti affettuosi e a momenti d’amore; il Bacio Perugina diventa il simbolo per eccellenza del pensiero affettuoso.L’immagine del Bacio venne affidata a Federico Seneca, direttore artistico della Perugina negli anni ’20. Attraverso la sua rielaborazione del quadro di Francesco Hayez “Il bacio”, creò la scatola blu con l’immagine dei due innamorati e fu sempre sua l’idea di inserire i cartigli contenenti le frasi d’amore che ancora oggi caratterizzano lo storico cioccolatino.

LIBRO DELLA SETTIMANA

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l manuale dei cibi fermentati
di Michela Trevisan
Terra Nuova Edizioni
pp. 144 – € 10.00

Dalle olive in salamoia al sidro, dal kefir al «formaggio» di mandorle…e molto altro ancora come lo spumantino di sambuco, le conserve di frutta, ortaggi, latticini, cereali, ecc. Un manuale pratico rivolto a tutti coloro che amano prepararsi il cibo in casa.
La fermentazione è una tecnica antichissima, davvero vecchia come il mondo.

Eppure, nell’ultimo secolo è stata trascurata a causa della dilagante necessità di controllo sugli eventi naturali e del timore di malattie e contaminazioni. Sterilizzando gli alimenti abbiamo ottenuto prodotti «sicuri» da un punto di vista sanitario, ma meno digeribili e meno saporiti e quindi meno appaganti e nutrienti.

Questo libro vuol essere di stimolo a riappropriarci di quella fetta di contatto con la natura all’interno della quale possiamo muoverci «in sicurezza», in parte addomesticandola e in parte affidandoci a lei, utilizzandone gli sfaccettati vantaggi che ci offre.

L’autrice mette a disposizione la sua esperienza di «fermentatrice» e le sue competenze di biologa per raccontarci tutto sulla fermentazione: che cos’è, come è nata e come si ottiene, quali sono i cibi fermentati e quali i loro vantaggi.

Scopriremo così che farsi in casa questi alimenti salutari non è affatto difficile. E, contemporaneamente, scopriremo dei sapori nuovi. Addentrarsi nel mondo della fermentazione significa anche accorgersi che mangiamo già alcuni cibi fermentati, pur senza saperlo. Ecco per esempio le olive, che nel ricettario sono proposte nei modi più svariati; la senape, che sposa a meraviglia i cavoli in genere e i crauti in particolare, che impareremo a fare. Impareremo pure a preparare il kefir, le cipolle conservate con il miso, gli insalatini, l’aceto, il sidro, i capperi di tarassaco, lo zenzero sottaceto, il «formaggio» di mandorle e molto altro ancora.
L’autrice
Michela Trevisan, nata a Venezia, è vegetariana dal 1985. Nel 1988 fa la prima esperienza in un’azienda agricola bio e si laurea in biologia a Padova con una tesi sui cloroderivati nell’acqua potabile. Con la nascita dei figli Andrea e Martino inizia la professione di nutrizionista con corsi di svezzamento e consulenze. Ha lavorato come aiuto cuoca in un ristorante vegetariano e commessa in un negozio di alimenti bio, accrescendo l’esperienza di nutrizionista, madre e cuoca, e insieme le passioni per le leggi di mercato e la biochimica. Realizza menu per asili nido, tiene corsi di alimentazione per scuole di naturopatia e per la kousminiana «Cibo è salute». Dopo l’esperienza nel campo dell’alimentazione naturale si specializza in scienza dell’alimentazione. Ora scrive il suo primo libro.

GIARDINI MARCHIGIANI

Villa Costa o La Pieve
Macerata, frazione La Pieve

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La villa sorge su una collina che domina il versante sinistro del fiume Chienti, ed è situata fra la frazione di Sforzacosta e la città di Macerata. Il giardino contorna la villa con pianta a T, la cui costruzione fu ultimata negli anni Settanta del XVIII secolo.L’accesso alla villa avviene attraverso un bel viale serpeggiante, cinto da cipressi sagomati in topiaria con effetto colonnare, che attraversa la proprietà agraria.Superato il cancello segnalato da due simmetrici casini classicheggianti, si incontra il primo giardino, rivolto a nord, con aiuole di disegno otto-novecentesco; un secondo giardino di analogo disegno è situato a ovest della villa, a chiusura di una vasta radura erbata cinta da bosco, in passato forse utilizzata quale cavallerizza o area per il gioco. Nel bosco adiacente la radura è situato lo spazio aperto rotondeggiante di un teatrino. Alcuni magnifici esemplari di cedro del Libano corredano questa parte dell’area verde.È lungo la pendice fortemente digradante su cui si affaccia la costruzione a meridione che è posto il giardino più interessante del complesso, il quale appare del tutto coevo con il corpo edilizio della villa; è costituito da due successivi terrazzi che si dispiegano al di sotto di un vasto belvedere che si apre sulla fronte posteriore dell’edificio e che offre la vista simultanea del giardino e della campagna sottostante.Il primo terrazzamento, di dimensione modesta, presenta un lungo camminamento che ha verso il lato interno un muretto che sorregge aiuole inclinate le quali si innalzano sino a raggiungere quasi il piano del belvedere superiore.Al muro, la cui sua sommità è scandita da piccole erme,è addossata una lunga panca in cotto.Alle estremità del camminamento vi sono inoltre due nicchie circolari.L’ampio terrazzamento inferiore,integralmente in piano, ha al centro un bacino ellittico, mentre all’intero muro di sostegno del terrazzamento superiore è addossata una limonaia, con tettoia e sportelli, che contiene agrumi in spalliera. Il piano de terrazzamento è poi decorato con piccole aiuole e perimetrato verso valle da un filare di cipressi, recentemente piantati, in sostituzione di quelli antichi distrutti da un incendio, che in passato eranc condotti a topiaria.Al termine orientale del terrazzo sorge un padiglione con torre che fu eretto ai primi di questo secolo ir forme neomedievali; ha il suo contrappunto in une serra con voliera che limita il giardino a occidente.

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Molto interessante è un roccolo posto in prossimità del cancello della villa. Qui un boschetto di bambù cela l’accesso a una struttura per l’uccellagione, costituita da alberature varie, fra cui primeggiane aceri campestri, al cui centro è una torretta-casine a pianta quadrata, su due piani. Si penetra nel casino attraverso un ponticello che permette l’accesso diretto al piano superiore, dove un tempo s trovava la stanza che ospitava i comandi del roccolo. Al di sopra dell’accesso alla torretta una targa, recentemente riprodotta sul modello dell’antica li presente, recita un avvertimento rivolto direttamente ai volatili, precisando con le seguent parole la funzione del luogo: “Guai all’augel che sosta / nel roccolo dei Costa”.
La stanza superiore del casino conserva ancora le finiture in legno che inquadravano le feritoie destinate a spiare gli uccelli, mentre nel piano inferiore, che presenta arcature in origine probabilmente aperte, è il locale in cui si mantenevano i richiam vivi e gli attrezzi. I proprietari, i conti Giochi Costa, hanno qui raccolto i pesi in passato utilizzati per tendere le reti usate per l’uccellagione.



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