Con questo post inauguro la sezione “recensioni” del mio angolo di riflessione virtuale.
Stasera ho avuto il piacere di gustarmi al Conca Verde (che a mio modesto parere è il miglior cinema di Bergamo per rapporto qualità dei film/prezzo) il film “Almanya – la mia famiglia va in Germania”. Protagonista del film è Hüseyin Yilmaz, patriarca di una famiglia turca emigrata in Germania negli anni ‘60. Dopo una vita di sacrifici, ha finalmente realizzato il sogno di comprare una casa in Turchia e ora vorrebbe farsi accompagnare fin lì da figli e nipoti per risistemarla. Malgrado lo scetticismo iniziale, la famiglia al completo si mette in viaggio e alle nuove avventure nella terra d’origine si intrecciano i ricordi tragicomici dei primi anni in Germania, quando la nuova patria sembrava un posto assurdo in cui vivere. Lungo il tragitto, però, vengono a galla molti segreti del passato e del presente e tutta la famiglia si troverà ad affrontare la sfida più ardua: quella di restare unita.
Lo considero uno splendido ritratto dell’immigrazione…una lezione di storia col sorriso. Nella figura di Huseyin sono rappresentati quei migliaia e migliaia di uomini che ieri e oggi lasciano la loro terra alla ricerca di una vita migliore per loro e per la loro famiglia. Turchi…ma anche italiani, spagnoli, portoghesi, greci, polacchi…e oggi slavi, arabi, africani, cinesi, indiani. Il film descrive in maniera splendida cosa voglia dire essere stranieri nella propria patria…la sensazione che provano le seconde e le terze generazioni di immigrati nei paesi dell’Europa occidentale.
Il dilemma del nipote di Huseyin, se giocare nella squadra “tedesca” o in quella “turca”, è il dilemma di migliaia di giovani figli o nipoti di immigrati…integrarsi e dimenticarsi le proprie origini o viverle perseguendo le vecchie tradizioni.
Il film descrive la Germania di oggi, una Germania multietnica, consapevole di dover ringraziare le migliaia di lavoratori che le hanno permesso un rapido sviluppo economico e le hanno donato prosperità dopo gli anni bui delle guerre mondiali.
Questa pellicola è uno schiaffo ai razzisti e agli intolleranti…la rappresentazione di come sia complicata si, ma bella e affascinante anche, una società multietnica.
Mi piacerebbe che fra un cinepanettone e un panettone vero qualche italiano si gustasse questo film e aprisse gli occhi su quella che è la società dei nostri vicini europei, per non commettere gli stessi errori e per trarne i maggiori benefici.
Nico