Oggi incontriamo Camilla Stipa, designer della linea di calzature Ka-Mo.
Come è iniziata la sua carriera?
Nasco come psicoterapeuta e per diverso tempo mi sono dedicata a un campo diverso da quello della moda. Poi a Roma ho incontrato uno stilista a Roma e con lui ho iniziato a sviluppare il mio lato creativo. Sono partita dall’idea di realizzare un paio di scarpe comode da portare in viaggio, dei sandali intercambiabili che consentissero tanti ricambi in poco spazio e leggerezza. Ho lavorato per lui per un anno e mezzo, poi ho creato la mia linea e il mio marchio.
Quali sono i materiali che più utilizza?
Sicuramente la nappa, il vitello, il camoscio, anche se spazio molto con i materiali: utilizzo anche il cavallino, il raso di Como e molte piume e swarovsky.
A cosa si ispira nell’ultima collezione?
Non ho un’ispirazione particolare, vengo colta da alcune idee personali diverse e mi piace esprimerle nel momento in cui arrivano. Mi ispira molto il gioco in tante declinazioni, sia di colore, sia di modelli. Ad esempio, mi piace partire da una scarpa maschile, come una duilio, e renderla infradito: in questo modo, la calzatura diventa un mondo su cui costruire, creare e mischiare le carte.
Progetti per il futuro?
Sicuramente devo sviluppare il tacco: in realtà doveva già esserci per questa collezione, ma non è facile per noi emergenti farci ascoltare dagli artigiani. Stavo pensando a un tacco in due altezze, sia una scarpa da 4 centimetri che 9 centimetri con plateau. Poi un altro progetto è quello di aprire una boutique artigiana online, per aprire l’artigianalità italiana anche a livello internazionale.
a cura di Valentina Bello
photocredits: Eleonora D’Urbano