Intervistiamo Cosima e Stefano D’Inzillo, designer del brand D’Inzillo. Una coppia nel lavoro, come nella vita.
Come è iniziata la vostra carriera?
Il mio percorso è iniziato dopo gli studi artistici, lavorando parecchi anni per Gianni Versace, poi per Coveri. Contemporaneamente ho conosciuto Cosima, mentre lei studiava e faceva la modella in America. Un trascorso importante sono state le collaborazioni multinazionali come Zara, H&M, River Island. Noi lavoravamo per delle aziende italiane, una in particolare proponeva le nostre collezioni a tutti questi enormi gruppi: si trattava di un made in Italy a grande distribuzione. Il nostro compito era quello di fare una collezione per Zara o una per River Island: eravamo veramente degli operai della moda. Il lato positivo è stato sicuramente aver capito le strategie di questi grandi gruppi, in modo da poterli combattere adesso. È stata poi un’esperienza commerciale incredibile, che ci ha dato tantissimo: i grandi designer per i quali abbiamo lavorato ci hanno insegnato il vero Made in Italy, ma abbiamo anche imparato i tempi commerciali del mondo, sia in senso positivo che negativo. È importante acquisire la capacità commerciale di muoversi agilmente in un mercato che oggi non è più solo italiano, ma anche avere una mentalità elastica e di ricerca nello stile che è diversa. A essere cambiato è il metodo: mentre prima facevamo ricerca a Londra, oggi è cambiato tutto, si può stare anche in un centro commerciale a Roma per accorgersi di una tendenza.
Qual è il tema della collezione?
Il nome della collezione è Black Carpet n.1. Non red carpet, ma black proprio per dare un’idea di maggiore aggressività unita però a quella eleganza e a quel senso del bello che vorremmo trasmettere. È tutto hand made in Italy. Il nostro primo amore sono i metalli, le fibbie: ci è piaciuto unirli a un artigianato della selleria romana, un fatto a mano con i cuoi decostruiti, quindi rudi, legati a materiali preziosi. Per ora quindi lavoriamo solo il cuoio con varie altezze, non ci sono altri pellami, è tagliato a vivo. Abbiamo dovuto recuperare anche gli strumenti di artigiani per far tagliare il cuoio a mano. Si torna alle origini però con un gusto contemporaneo, moderno. Stiamo studiando delle clutch in metallo, pochette: usciremo a luglio con una collezione più vasta, fatta interamente da lamine di ottone che abbiamo fatto martellare e poi saldare. Molto aggressive.
Progetti futuri?
C’è un bellissimo progetto che non possiamo svelare, ma siamo sicuri che il popolo della rete, i blogger, ci aiuteranno molto. É un progetto dove noi andremo incontro al mercato, ma non si tratta di una vendita on-line. Sicuramente noi ci crediamo, è un tentativo commerciale, potrebbe essere un marketing molto accattivante, una nuova strategia di vendita, che verrà presentato all’interno del prossimo calendario di Alta Roma. Vorremmo che questo progetto partisse da Roma, dove tutto è iniziato.
a cura di Valentina Bello
photocredits: Eleonora D’Urbano