Smell e la cornice odorosa di Bologna
#Mozart – Duetto sull’aria
In clima elegante e da bonheur si è svolto Smell. Il Festival dell’Olfatto – giunto alla sua quarta edizione. Il tema di quest’anno è stato dedicato all’effimero, alla vanità come porta che lega al caduco e sfuggente senso visibile, l’inafferrabile altrove.In una cornice charmant – come quella che regala Palazzo Sanguinetti, sede del Museo internazionale e Biblioteca della musica – si è consumato l’incipit della serata che ha visto in talk Cécile Verneure, ospite d’eccezione per questa kermesse e che inaugura la mostra fotografare l’essenza (Cécile è il direttore creativo della maison Olfactive Studio, specializzata nella creazione di profumi di nicchia).
Effimero è il profumo per sua stessa natura, ma esso è a un tempo matrice emozionale che trasporta ricordi e sensazioni, facendoli rimbalzare – nella scelta espositiva proposta – sulle opere fotografiche, suggerendo, nelle sfocature tanto quanto nei neri abbaglianti una percezione aumentata, uno scarto di visione che modifica la temporalità della fruizione. Al blocco temporale dell’istante fotografico si accompagna una scia odorosa (per ogni opera è stata creata ad hoc una fragranza) che aggiunge al portato semantico dell’opera un contesto ulteriore, un legamento dell’allora al qui e ora.
In un ambiente espositivo che certo rivela il suo potenziale c’è spazio anche per la promettente artista Elisa Leonini, giovane scoperta della gallerista ferrarese Maria Livia Brunelli e dell’amica Ketty Tagliatti che ha inaugurato la sua personale Rhodon Rheo: il Suono della Rosa. Sono opere su carta principalmente, supporti d’argilla e due strumenti musicali, infine, una colonna trasparente che lei stessa definisce sonora. Cosa lega queste opere tra di loro è presto detto: la musicalità intrinseca al fare artistico che qui coerentemente si sviluppa e si apre. Utilizzando la regina dei fiori come motivo conduttore e unitamente come pennello, plettro, vocabolario della composizione (che in mostra ha anche una sua partitura e traduzione sonora) riesce a produrre un sincretismo linguistico che vede sempre più spesso l’arte contemporanea giocare coi sensi, sviluppando così una nuova sede espositiva: la mente. C’è da giurare che questa artista, così caparbia e creativa farà strada.