Ci sono argomenti che hanno poca presa sugli organi di stampa, forse perché effettivamente poco interessanti o forse perché poco comodi. Ad esempio tutti sappiamo dei tagli apportati dal Governo Berlusconi ai fondi per la scuola Pubblica, sappiamo di conseguenza che molti servizi sono stati eliminati ("riorganizzati"), si sono create classi-slum, pollaio pare ancora simpatico ("accorpamenti") e le ore di insegnamento sono diminuite e rese meno professionalizzate ("intensificate": una maestra elementare con un corso di 36 ore di lingua va a sostituire l'insegnante laureato). Credo che anche chi non abbia figli in età scolare e/o non sia un aspirante docente sappia queste cose, se non altro grazie o a causa di scioperi e manifestazioni. A proposito degli aspiranti al mestiere di insegnante, ci sono cose che si sanno meno, come ad esempio che da circa tre anni non esiste un modo di poter ottenere l'abilitazione (tralasciando le discussioni su fasce e graduatorie, classi di concorso e codici meccanografici) al ruolo di insegnante. Ancor meno si conosce il fatto che proprio tale situazione ha portato all'apertura di un vero bazar, un mercato dei punti per risalire la classifica e strappare un monte ore decente per vivere, voi capirete che tutto questo non aiuta l'eventuale essere umano ad amare il proprio mestiere.Più specificamente si è andato a pompare in maniera indecorosa il mondo dei "Master, Corsi di Alta Specializzazione" o i mille altri nomi che vengono dati a quei corsi a pagamento che promettono professionalizzazione. Io vorrei parlare della fascia più infima di tale mondo, non certo di quei Master fichissimi, che si svolgono in posti fichissimi e che hanno docenti fichissimi, i quali effettivamente sono la rampa di lancio per un lavoro che si presume fichissimo (dove non arriva la didattica arrivano di certo i contatti). Voglio parlare di quei "Master" solo di nome, organizzati da "Università" che non esistono, quelle che solo un governo come il nostro ha potuto regolarizzare, le "Università Telematiche". Magari a qualcuno diranno qualcosa nomi come Consorzio Interuniversitario For. Com. (zona Compagnia della Opere) oppure Università degli Studi Guglielmo Marconi, enti che, per carità, rispondono pienamente alle leggi vigenti (per me più che contestabili). Sono queste, università (uso la minuscola per carità di Patria) che vivono solo sulla rete, ad uso esclusivo (non siamo ipocriti) di coloro che vogliono fare gli insegnanti, proponendo il mercimonio di un paio di punti (a volte tre) da aggiungere alla propria classifica in cambio di circa un migliaio di euro. Un Master svolto in una Università Statale oppure Privata, ma comunque fisica, non permette di essere iscritti ad altri corsi, questi telematici invece no (chissà perché). L'unico freno è dato dal Ministero dell'Istruzione che ne riconosce un massimo di tre per ogni soggetto. Scorrendo i siti informativi delle suddette università mi sono accorto che ad essere messi in primo piano sono i corsi ad hoc per gli aspiranti insegnanti delle materie umanistiche, guarda caso quelle con le graduatorie più intasate. In questo modo si è venuta a creare l'ennesima guerra tra poveri, alla quale i soggetti interessati hanno deciso di partecipare con veemenza peraltro, che va a fare il paio con l'altra per cui un aspirante docente di una materia x, accetta di seguire un corso (pagando) per diventare insegnante di sostegno (accompagnatore di handicappati) pur di maturare servizio e quindi punti. Nella speranza un giorno di sedere sulla cattedra giusta, quella per cui si è studiato. Chiudo questo post noioso e solipsistico con qualche "corso di Perfezionamento" tra i più prestigiosi offerti: scienze della mediazione linguistica e culturale, storia e storiografia delle età moderne e contemporanee, teoria generale delle scienze geografiche, scienze del linguaggio e didattica della lingua italiana, SCIENZE DELLA LETTERATURA.A questo punto uno penserà che me le sia andati a spulciare tutti per trovare quelli con i nomi più idioti. No, questi sono i master pagati e incassati (ovviamente non si studiano, dicono ci sia un esame finale ma immaginatevelo!) da un/a insegnante precario/a vivente. Tutti e cinque. Evviva.
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Ci sono argomenti che hanno poca presa sugli organi di stampa, forse perché effettivamente poco interessanti o forse perché poco comodi. Ad esempio tutti sappiamo dei tagli apportati dal Governo Berlusconi ai fondi per la scuola Pubblica, sappiamo di conseguenza che molti servizi sono stati eliminati ("riorganizzati"), si sono create classi-slum, pollaio pare ancora simpatico ("accorpamenti") e le ore di insegnamento sono diminuite e rese meno professionalizzate ("intensificate": una maestra elementare con un corso di 36 ore di lingua va a sostituire l'insegnante laureato). Credo che anche chi non abbia figli in età scolare e/o non sia un aspirante docente sappia queste cose, se non altro grazie o a causa di scioperi e manifestazioni. A proposito degli aspiranti al mestiere di insegnante, ci sono cose che si sanno meno, come ad esempio che da circa tre anni non esiste un modo di poter ottenere l'abilitazione (tralasciando le discussioni su fasce e graduatorie, classi di concorso e codici meccanografici) al ruolo di insegnante. Ancor meno si conosce il fatto che proprio tale situazione ha portato all'apertura di un vero bazar, un mercato dei punti per risalire la classifica e strappare un monte ore decente per vivere, voi capirete che tutto questo non aiuta l'eventuale essere umano ad amare il proprio mestiere.Più specificamente si è andato a pompare in maniera indecorosa il mondo dei "Master, Corsi di Alta Specializzazione" o i mille altri nomi che vengono dati a quei corsi a pagamento che promettono professionalizzazione. Io vorrei parlare della fascia più infima di tale mondo, non certo di quei Master fichissimi, che si svolgono in posti fichissimi e che hanno docenti fichissimi, i quali effettivamente sono la rampa di lancio per un lavoro che si presume fichissimo (dove non arriva la didattica arrivano di certo i contatti). Voglio parlare di quei "Master" solo di nome, organizzati da "Università" che non esistono, quelle che solo un governo come il nostro ha potuto regolarizzare, le "Università Telematiche". Magari a qualcuno diranno qualcosa nomi come Consorzio Interuniversitario For. Com. (zona Compagnia della Opere) oppure Università degli Studi Guglielmo Marconi, enti che, per carità, rispondono pienamente alle leggi vigenti (per me più che contestabili). Sono queste, università (uso la minuscola per carità di Patria) che vivono solo sulla rete, ad uso esclusivo (non siamo ipocriti) di coloro che vogliono fare gli insegnanti, proponendo il mercimonio di un paio di punti (a volte tre) da aggiungere alla propria classifica in cambio di circa un migliaio di euro. Un Master svolto in una Università Statale oppure Privata, ma comunque fisica, non permette di essere iscritti ad altri corsi, questi telematici invece no (chissà perché). L'unico freno è dato dal Ministero dell'Istruzione che ne riconosce un massimo di tre per ogni soggetto. Scorrendo i siti informativi delle suddette università mi sono accorto che ad essere messi in primo piano sono i corsi ad hoc per gli aspiranti insegnanti delle materie umanistiche, guarda caso quelle con le graduatorie più intasate. In questo modo si è venuta a creare l'ennesima guerra tra poveri, alla quale i soggetti interessati hanno deciso di partecipare con veemenza peraltro, che va a fare il paio con l'altra per cui un aspirante docente di una materia x, accetta di seguire un corso (pagando) per diventare insegnante di sostegno (accompagnatore di handicappati) pur di maturare servizio e quindi punti. Nella speranza un giorno di sedere sulla cattedra giusta, quella per cui si è studiato. Chiudo questo post noioso e solipsistico con qualche "corso di Perfezionamento" tra i più prestigiosi offerti: scienze della mediazione linguistica e culturale, storia e storiografia delle età moderne e contemporanee, teoria generale delle scienze geografiche, scienze del linguaggio e didattica della lingua italiana, SCIENZE DELLA LETTERATURA.A questo punto uno penserà che me le sia andati a spulciare tutti per trovare quelli con i nomi più idioti. No, questi sono i master pagati e incassati (ovviamente non si studiano, dicono ci sia un esame finale ma immaginatevelo!) da un/a insegnante precario/a vivente. Tutti e cinque. Evviva.
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