Senza stipendio da cinque mesi, 4 operai della Vinyls di Porto Marghera sono saliti sulla cella campanaria di San Marco, a Venezia,per protestare contro lo stallo nel quale versa l’azienda chimica. Notizia da Tg ma, anche Piazza Pulita dedica loro ampio spazio informativo.

Dopo che martedì sera un imprenditore triestino si è arrampicato sul Cupolone di San Pietro per protestare contro Monti e le multinazionali, il tiro delle proteste si sono alzati, tanti, troppi rischiano il posto di lavoro e non vedono la luce in fondo a quel tunnel. Negli occhi abbiamo ancora le scene di disperazione dei minatori asseragliati nelle viscere del terra con 350 chili di esplosivo e poi operai che salgono su silos e tralicci ferroviari, manifestazioni e tafferugli con la polizia. Possiamo dire che sta scoppiando la disperaziane operaia.

“E’ una vergogna che va avanti da tre anni – ha raccontato l’operaia Nicoletrta Zago – sono 5 mesi che non percepiamo nè cassa integrazione, nè stipendio ma andiamo lo stesso a lavorare. Siamo in cassa integrazione dal 2009 e nessuno ci dice come stanno le cose. Ci stiamo ammalando fisicamente e mentalmente siamo stanchi ma non rassegnati.
Una voce nel deserto. Una voce che si alza sopra le teste dei parlamentari, banchieri, finanzieri e leader politici, che pesa sulle loro coscienze. Nessun investimento, nessuna progettualità, nessuna concretizzazione eppure ora, ci chiedono di riconfermarli, votandoli. I vertici dei partiti chiedono la fiducia per governare il Paese, in realtà si stanno preparando a gestire la loro sopravvivenza personale in occasione della più grande debacle che la storia della politica repubblicana ricordi. Quello di cui non si rendono conto è che sta montando la marea inarrestabile della disperazione e che nessuno di loro avr







