Tama 1026, il Ponte, Rimini, 06.02.2011
Torniamo sul discorso della mafia in Riviera, senza pretendere di esaurirlo. 1991. Sull'A-14 tra
Rimini e Cesena, sono rivenuti i corpi di due persone uccise a colpi di pistola alla nuca, sono un siciliano ed un barese. Tre ventenni milanesi, pericolosi criminali, nei mesi estivi hanno
spostato la loro base a Rimini dove vendevano hashish con criteri manageriali. Il sindaco di Cattolica Micucci accusa due o tre camorristi napoletani di grosso calibro, parlando di "segnali ben
più inquietanti tipici del racket". Da Cattolica il capogruppo pds Gabellini ammette: "La malavita organizzata sta rafforzando le radici".
1992. Il procuratore della Repubblica Franco Battaglino, interrogato sulla presenza mafiosa in Riviera, se la cava con una battuta. Ribadisce che Rimini non è Palermo, e racconta: "I mafiosi non
vanno certo nel Sahara, dove si muore di fame e di sete. Il fenomeno è forse aumentato rispetto ad alcuni anni fa". 1993. Il presidente dell'Antimafia Luciano Violante dichiara che essa "ha
vestito i panni puliti della intermediazione finanziaria, ma è ben presente". Gli usurai hanno "i colletti bianchi". A gennaio sono eseguiti 9 arresti, e 4 società dal credito 'facile' finiscono
sotto inchiesta, per truffa ed associazione a delinquere. 1994, il prof. Giancarlo Ferrucini per il "balletto dei fallimenti" ipotizza che vi sia interessata anche la mafia. La "Rete" di Leoluca
Orlando accusa le locali Giunte di sinistra d'aver sottovalutato il fenomeno.
Nel 1997 Pietro Caricato scrive sul "Corriere di Romagna": per il Prefetto di Rimini nel nostro territorio "non esistono problemi di mafia russa". Pino Arlacchi, vicesegretario dell'Onu, sostiene
invece che la mafia russa fa investimenti in Riviera. Aggiunge Caricato: se il nostro sindaco Chicchi "dice di sapere che la mafia [nazionale] gestisce le bische clandestine, l'usura e lo
spaccio" della droga, il presidente dell'Antimafia Ottaviano Del Turco "afferma candidamente che l'Emilia Romagna ha una dose di criminalità organizzata ma non la mafia".
Dicembre 2005. Il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso spiega: anche per Rimini vale il principio che il denaro si accumula al Sud e si investe al Nord. 2008, presidente della Provincia e
sindaco di Rimini sono notevolmente preoccupati per notizie che "configurano un quadro di infiltrazione malavitosa in diversi settori del tessuto economico-imprenditoriale" locale. Di racket
l'on. Stefano Servadei ha parlato sin dal 1984. [1026]
Antonio Montanari
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Anno XIII, n. 182, Febbraio 2011
1421. Date created: 02.02.2011 - Last Update: 02.02.2011, 19:05/
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