La Banca centrale europea è pronta a intervenire per evitare “scenari nefasti”, come annuncia un flash dell’Ansa. Ma l’intervento della Bce è semplicemente un ricatto, occasionato dall’aumento dello spread, guarda caso il giorno dopo l’approvazione da parte del consiglio dei ministri italiano della legge di stabilità, con tagli incredibili sulla sanità. Chi ha causato il male continua a riproporsi come medico senza nemmeno essere legittimato a intervenire. La privatizzazione della crisi economica continua, evidente, devastante, priva di contrasto politico, senza neppure che i cittadini riescano a reagire, messi in difficoltà dall’inadeguatezza delle classi dirigenti. Così la Banca centrale europea si sostituisce ai governi e a tutte le istituzioni europee e in nome della ricchezza di nomi, perseguendo senza ovviamente dichiararlo la crisi dei più, ed esige che per aumentare la competitivita’ dei Paesi dell’Eurozona piu’ colpiti dalla crisi, occorrono, come riportato dall’Ansa ”riforme incisive dei mercati del lavoro e dei beni e servizi”. La Bce poi registra ”progressi rimarchevoli nella correzione del costo del lavoro” e dell’andamento delle partite correnti. Le riforme strutturali, dice poi la Bce ”sono altrettanto essenziali del risanamento dei conti pubblici e delle misure tese a migliorare il funzionamento del settore finanziario”.
Allora ci vuole ancora più flessibilità? Vogliamo trasformare qualunque datore di lavoro in un monarca assoluto? Non è rafforzando il potere dell’imprenditore che si rende più appetibile il prodotto e non è tagliando lo stipendio, fra l’altro, che si mette in condizione il consumatore di fare la spesa. Riforme dei mercati dei beni e dei servizi che significa? Vogliono obbligare la privatizzazione di tutti i servizi pubblici, acqua compresa, dopo che il concetto di “bene comune” è ampiamente accettato? Che cosa c’è di democratico in un intervento come questo? La Bce crede forse che aumentando a dismisura le disuguaglianze economiche si crei benessere e sviluppo economico? La Bce vive forse nell’Ottocento?
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